Come portare la sicurezza nelle scuole: l’insegnamento nelle università
Pavia, 21 Nov – Abbiamo già presentato nei giorni scorsi la proposta di legge che – come si legge nella sua presentazione - persegue la finalità di “garantire la diffusione nelle istituzioni scolastiche delle conoscenze di base del diritto del lavoro e in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso le testimonianze di vittime di infortuni sul lavoro, per contribuire a formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele del lavoratore”.
E tali finalità sono perseguite tramite l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito delle linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica.
Tuttavia l’avvicinamento degli studenti alla salute e sicurezza sul lavoro è un tema che va anche oltre quanto contenuto in questa proposta e, per questo motivo, il nostro giornale ha deciso di dedicare al tema un approfondimento mirato.
Come portare questa materia a scuola? Quando farlo? Come valutare l’inserimento nei programmi di educazione civica?
Abbiamo iniziato a parlarne, con riferimento alle scuole superiori, con l’intervista “ La sicurezza sul lavoro e le esperienze nelle scuole superiori”, a cui ha partecipato Cristina Gremita (Direttore DIPS - Direttore UOC Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro - ATS Pavia).
E continuiamo oggi in riferimento all’insegnamento universitario.
Anche perché in questo contesto un corretto insegnamento può avere la funzione non solo di formare dei professionisti con competenze approfondite in materia SSL, ma anche sviluppare e promuovere – lo abbiamo visto in passato con la pubblicazione di varie tesi universitarie – la ricerca e lo studio di nuove soluzioni per migliorare la prevenzione.
La persona che intervistiamo oggi è Marco Agnoletti, docente a contratto e direttore delle attività didattiche del corso di studi in Tecniche della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro presso l’ Università di Pavia.
L’intervista si sofferma sui seguenti argomenti:
- La sicurezza sul lavoro nella scuola: l’insegnamento e il disegno di legge
- La sicurezza sul lavoro nella scuola: i corsi universitari e i docenti
- La sicurezza sul lavoro nella scuola: gli studenti e il percorso universitario
La sicurezza sul lavoro nella scuola: l’insegnamento e il disegno di legge
Qual è la sua opinione sull'importanza di introdurre nelle scuole l’insegnamento delle conoscenze di base in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Crede che sia un mezzo efficace per promuovere una cultura della sicurezza e migliorare la prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita?
Marco Agnoletti: Penso che l’introduzione nelle scuole dell’insegnamento dei concetti base della materia salute e sicurezza sul lavoro sia una buona iniziativa, ma dubito che possa diventare, uno strumento efficace per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema delicato come quello degli infortuni sul lavoro.
Gli studenti delle scuole secondarie, in generale sono interessati ad altri temi, difficilmente sono in grado di recepire dei concetti, che pur se basilari, sono comunque complessi.
Questa iniziativa ritengo non sia un mezzo efficace per promuovere la cultura della sicurezza e della salute sul lavoro, quest’ultima spesso trascurata dal legislatore. Si tratta infatti di un provvedimento, che se attuato, produrrà i suoi effetti in un prossimo futuro; oggigiorno abbiamo bisogno di interventi immediati e mirati direttamente “alla fonte” ovvero nelle aziende; ben venga quindi la futura formazione dei datori di lavoro che spesso ignorano i propri obblighi e le proprie responsabilità.
Recentemente è stato presentato un disegno di legge che introduce le nozioni di base in materia di sicurezza nell’ambito delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica. Qual è il suo parere su questa proposta?
Marco Agnoletti: Ho avuto modo di leggere il disegno di legge che si pone l'obiettivo dichiarato di “contribuire a formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele del lavoratore”. Ritengo, come già detto, che sia una buona iniziativa come tutte le iniziative che il governo sta mettendo in campo per fronteggiare il problema degli infortuni sul lavoro, però molto spesso nella pratica la buona iniziativa si trasforma in provvedimenti che creano confusione, eccessiva burocrazia, si pensi al recente strumento della patente a crediti in edilizia.
Nel caso specifico, ritengo che gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, per esempio, non siano pronti per assimilare dei concetti, seppur di base, in quanto la maggior parte di loro non pensa ancora a “cosa farò da grande” ovvero al mondo del lavoro.
Penso che il target ideale dove intervenire con degli insegnamenti specifici sulla materia salute e sicurezza sul lavoro sia a livello universitario, dove gli studenti iniziano a materializzare il mondo del lavoro.
La sicurezza sul lavoro nella scuola: i corsi universitari e i docenti
Può raccontarci i progetti e i corsi che l’Università di Pavia ha portato avanti in questi anni relativamente al tema della salute e sicurezza sul lavoro?
Marco Agnoletti: L’Università di Pavia, nello specifico il Corso di Studi in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, ha messo in campo diverse iniziative inerenti tale materia.
Partecipa al gruppo di lavoro regionale Sicurezza sul lavoro organizzato dalla Direzione Welfare della Regione Lombardia. Ha attivato convenzioni con aziende che si occupano di sicurezza sul lavoro e ha promosso la stipula di sub-convenzioni gestite da ATS Pavia per ampliare la rete formativa anche in questo particolare ambito; organizza trasferte didattiche presso enti ed aziende con focus sulla sicurezza del lavoro. Promuove, da alcuni anni, insieme ad altri operatori (tra i quali l’albo dei Tecnici della Prevenzione), la Settimana Europea della Sicurezza sul Lavoro organizzando incontri con alcune scuole superiori della provincia di Pavia, per promuovere il corso di studi presso gli studenti.
Che docenti sono stati utilizzati? Quali sono le materie insegnate
Marco Agnoletti: I docenti appartengono ai ruoli dell’Università di Pavia (ordinari, associati, ricercatori, personale tecnico-amministrativo), ai ruoli dei Tecnici della Prevenzione operativi nel Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di ATS Pavia e di altre ATS della Lombardia, ma ci sono, come docenti a contratto, anche liberi professionisti in possesso di elevati requisiti culturali, titolari di società già affermate e dirigenti di aziende di importanza nazionale nel campo dell’energia.
Con il decreto di riforma universitaria (Decreto MIUR, 22 ottobre 2004, n. 270), sono stati rivisti gli ordinamenti dei corsi di studio in modo da migliorare ed aggiornare la formazione dei futuri tecnici e rendere il corso di studio più aderente alle mutate condizioni del mercato del lavoro.
A tal fine sono stati inseriti, in piano didattico, corsi obbligatori come Sicurezza cantieri e macchine, Laboratorio di sicurezza sul lavoro, Diritto penale nella prevenzione, Igiene industriale, prevenzione e valutazione dei rischi e corsi a scelta dello studente come Sicurezza e salute, Elementi di certificazione macchine, Analisi dei rischi nei luoghi di lavoro, Elementi di procedura penale nella prevenzione.
La sicurezza sul lavoro nella scuola: gli studenti e il percorso universitario
Qual è stata la risposta degli studenti? Ci può raccontare qualche esperienza?
Marco Agnoletti: L’aumento degli infortuni sul lavoro, i tragici eventi che hanno scosso l’opinione pubblica, il ricambio generazionale che sta interessando gli organi di vigilanza sta portando ad un elevata richiesta di tecnici della prevenzione.
Molti studenti hanno compreso le opportunità di lavoro che gli si presentano a conclusione del percorso di laurea e si dimostrano estremamente interessati alla materia salute e sicurezza sul lavoro.
Molti docenti del corso di laurea lavorano come ispettori presso ATS di Pavia, ente con cui l’Università di Pavia ha stretto una convenzione, attraverso la quale gli studenti effettuano le ore di tirocinio a stretto contatto con il personale di vigilanza così da sperimentare direttamente sul campo ciò che viene spiegato in aula.
Concludendo con la vostra esperienza, quali suggerimenti pratici dareste a chi vuole introdurre la salute e sicurezza sul lavoro nelle scuole e nelle università? Qual è il modo più efficace per affrontare questi temi e sensibilizzare i giovani sull’importanza di proteggersi da infortuni e malattie professionali? Come si può integrare il percorso universitario con una solida cultura della sicurezza?
Marco Agnoletti: Le aziende necessitano di tecnici della prevenzione laureati e subito pronti ad affrontare questo ambito operativo (salute e sicurezza sul lavoro) sia nel privato che nel pubblico. Non dimentichiamo che, questo corso di studi è abilitante alla professione di Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro e quindi permette di intraprendere la professione immediatamente dopo la discussione della tesi.
Un altro punto da sviluppare è il percorso successivo alla laurea triennale: sarebbe necessario attivare lauree magistrali (o percorsi di master) che permettano di approfondire dei temi estremamente importanti, come, per esempio, la sicurezza delle macchine, che costituiscono una delle principali cause d’infortunio.
A livello di scuole secondarie di secondo grado penso che sia importante evitare di trattare argomenti troppo impegnativi e limitarsi ad esporre esempi tratti dall’esperienza dei professionisti di settore. Sarebbe utile e interessante, inoltre, inserire l’argomento salute e sicurezza sul lavoro a livello di alternanza scuola lavoro con la possibilità di approfittare del luogo di lavoro come luogo di apprendimento.
Intervista e articolo a cura Tiziano Menduto
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