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L’agricoltura puo’ contribuire a ridurre l’effetto serra
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Anche la scelta di applicare appropriate tecniche agricole può contribuire alla riduzione di anidride carbonica (CO2), uno dei gas responsabili dell’effetto serra.
L’entità delle riduzioni è stata testata dal centro Nazionale delle Ricerche (CNR), nell’ambito di una campagna di indagine realizzata mediante lo Sky Arrows, un piccolo velivolo sul quale è stata installata una particolare strumentazione in grado di valutare la capacità di assorbimento di CO2 da parte del terreno.
“L’agricoltura - affermano gli esperti del CNR - può giocare un importante ruolo strategico nella mitigazione dei cambiamenti globali contribuendo a diminuire le emissioni di anidride carbonica. “, La conferma arriverebbe da alcune ricerche effettuate dall’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze.
“Per ottenere benefici ambientali dall’agricoltura” spiega Franco Miglietta dell’Ibimet–Cnr “bisogna fare in modo che la materia organica e i residui agricoli si accumulino all’interno del terreno, favorendo così l’assorbimento di CO2. Le tecniche da adottare garantiscono comunque una buona produzione e vanno dalle colture intercalari, che consentono al suolo di rimanere sempre ‘protetto’ da uno strato di vegetazione, ad una aratura poco profonda che riduce il contatto della materia organica con l’aria, per arrivare alla razionalizzare della fertilizzazione, oggi adoperata in eccesso, e alla migliore gestione dei residui, come le stoppie, che dovrebbero essere interrate.”.
Le rilevazioni dell’Ibimet–Cnr mostrano che in un terreno agricolo così trattato la sostanza organica può aumentare dell’1% all’anno e quindi ‘sequestrare’ annualmente più di una tonnellata di anidride carbonica.
“Una cifra – affermano i ricercatori - che spalmata su metà della superficie agricola italiana si traduce in 46 milioni di tonnellate di CO2 assorbita, pari al 10% della emissione nazionale.”
Secondo il CNR queste tecniche sono ancora poco conosciute e meriterebbero di essere incentivate per ottenere un duplice risultato: ridurre l’effetto serra e migliorare la gestione del territorio.
Anche la scelta di applicare appropriate tecniche agricole può contribuire alla riduzione di anidride carbonica (CO2), uno dei gas responsabili dell’effetto serra.
L’entità delle riduzioni è stata testata dal centro Nazionale delle Ricerche (CNR), nell’ambito di una campagna di indagine realizzata mediante lo Sky Arrows, un piccolo velivolo sul quale è stata installata una particolare strumentazione in grado di valutare la capacità di assorbimento di CO2 da parte del terreno.
“L’agricoltura - affermano gli esperti del CNR - può giocare un importante ruolo strategico nella mitigazione dei cambiamenti globali contribuendo a diminuire le emissioni di anidride carbonica. “, La conferma arriverebbe da alcune ricerche effettuate dall’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze.
“Per ottenere benefici ambientali dall’agricoltura” spiega Franco Miglietta dell’Ibimet–Cnr “bisogna fare in modo che la materia organica e i residui agricoli si accumulino all’interno del terreno, favorendo così l’assorbimento di CO2. Le tecniche da adottare garantiscono comunque una buona produzione e vanno dalle colture intercalari, che consentono al suolo di rimanere sempre ‘protetto’ da uno strato di vegetazione, ad una aratura poco profonda che riduce il contatto della materia organica con l’aria, per arrivare alla razionalizzare della fertilizzazione, oggi adoperata in eccesso, e alla migliore gestione dei residui, come le stoppie, che dovrebbero essere interrate.”.
Le rilevazioni dell’Ibimet–Cnr mostrano che in un terreno agricolo così trattato la sostanza organica può aumentare dell’1% all’anno e quindi ‘sequestrare’ annualmente più di una tonnellata di anidride carbonica.
“Una cifra – affermano i ricercatori - che spalmata su metà della superficie agricola italiana si traduce in 46 milioni di tonnellate di CO2 assorbita, pari al 10% della emissione nazionale.”
Secondo il CNR queste tecniche sono ancora poco conosciute e meriterebbero di essere incentivate per ottenere un duplice risultato: ridurre l’effetto serra e migliorare la gestione del territorio.
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