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DL PNRR, sicurezza e conversione in legge: patente e qualificazione

DL PNRR, sicurezza e conversione in legge: patente e qualificazione
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Vigilanza e controllo

29/03/2024

Due interviste a Ivana Veronese, segretaria confederale UIL, e a Federica Brancaccio, presidente ANCE, permettono di presentare alcuni pareri sindacali e datoriali sul pacchetto sicurezza nel DL PNRR. Le criticità e la conversione in legge.

Brescia, 29 Mar – Continua il nostro “Speciale Pacchetto Sicurezza” che fa riferimento al “ pacchetto sicurezza sul lavoro” contenuto nel Capo VIII “Disposizioni urgenti in materia di lavoro” del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”.

 

Come raccontato in diversi articoli, il Capo VIII contiene molte novità e modifiche significative del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, ad esempio in relazione al sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi.

Inoltre con il DL 19/2024, che è entrato in vigore ma dovrà essere convertito in legge, si “istituisce” la nuova “ patente a crediti” e si presentano varie altre:

  • disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare (art. 29)
  • misure per il rafforzamento dell’attività di accertamento e contrasto delle violazioni in ambito contributivo (art. 30)
  • ulteriori disposizioni urgenti in materia di lavoro (art. 31)

Ulteriori disposizioni che, ad esempio, permettono di aumentare il numero degli ispettori dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

 

Il nostro “Speciale Pacchetto Sicurezza” vuole raccogliere, con particolare riferimento al tema del sistema di qualificazione in edilizia, varie opinioni tramite interviste o, come fatto con il recente documento della Consulta CIIP, attraverso articoli di presentazione di pareri e riflessioni.

Abbiamo già intervistato, nei giorni scorsi, l’ ingegnere Carmelo G. Catanoso, che ha parlato di mancanza di una visione strategica, e il geometra Stefano Farina, che ha cercato di fare luce sugli aspetti positivi e negativi dei nuovi procedimenti, facendo anche diverse proposte.

 

Dopo questa raccolta di parere di professionisti che lavorano in ambito salute e sicurezza, veniamo a raccontare alcuni pareri più istituzionali relativi alle parti sociali, sindacali e datoriali, che, come vedremo, forniscono informazioni sul DL 19/2024, sugli sviluppi futuri in sede di conversione e su alcune strategie e mobilitazioni.

 

Abbiamo raccolto e pubblichiamo oggi il parere e le risposte di una parte sindacale e, in particolare, di Ivana Veronese, Segretaria confederale UIL (Unione Italiana del Lavoro).

 

 

Abbiamo rivolto poi alcune domande, in una intervista più breve, anche ad una parte datoriale, Federica Brancaccio, Presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili ( ANCE).

 

 

Le interviste si soffermano su vari argomenti:



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Intervista alla segretaria confederale UIL: l’uso del decreto-legge e le novità

Qual è la vostra opinione sui contenuti del pacchetto sicurezza del decreto-legge PNRR?

 

Ivana Veronese: Sul tema salute e sicurezza sul lavoro e contrasto al lavoro illegale, come si suol dire “doveva scapparci il morto per intervenire”, anzi 5 vittime nello stesso cantiere, come se 3 vittime sul lavoro al giorno non suscitassero lo stesso sdegno da parte del Governo.

Intanto mi permetto di dire che non si possono affrontare temi così importanti, come il contrasto agli infortuni e morti sul lavoro, e tutte le loro cause, tra cui il lavoro sommerso,

l’interposizione illecita di manodopera, il sistema degli appalti e dei subappalti a cascata, attraverso un Decreto Legge e, soprattutto, senza un previo e approfondito confronto con le Organizzazioni Sindacali comparativamente più rappresentative. E ci tengo a sottolineare “comparativamente più rappresentative” perché se l’intento del pacchetto su sommerso e salute e sicurezza è quello di prevenire e contrastare fenomeni degenerativi del nostro mercato del lavoro, costellato da centinaia di contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali prive di rappresentatività, è per noi assolutamente inaccettabile concepire l’introduzione di una norma che permetta l’applicazione del contratto collettivo nazionale e territoriale “maggiormente applicato nel settore”.

 

Su questo punto, tuttavia, sembra esserci qualche passo avanti.

 

Durante l’incontro tenutosi, il 26 marzo, tra Ministero del Lavoro e Parti Sociali – il terzo, con il Governo, sul pacchetto sicurezza del DL PNRR – è stato assicurato, infatti, che nella conversione in legge del DL 19/2024, si procederà con la modifica della locuzione “maggiormente applicato nel settore”, riprendendo quella che è sempre stata utilizzata fino ad oggi e che, pur nel rispetto della pluralità sindacale, attribuisce il giusto valore alle “Organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative”, le sole a poter vantare un’effettiva capacità di rappresentanza.

Ovviamente speriamo che le promesse si tramutino in fatti.

 

Quali sono le novità più importanti, in positivo o in negativo?

 

Ivana Veronese: Di novità ce ne sono tante ma, come detto, non sembrano andare nella direzione giusta, almeno per noi; sembrano infatti tendere a un progressivo indebolimento delle tutele di lavoratori e lavoratrici, piuttosto che a un rafforzamento.

 

Mi soffermerò su quelle per noi più rilevanti, al netto della patente a crediti che affronterò dopo.

 

In linea di massima non riteniamo, accettabili molte delle modifiche che si intendono apportare, poiché se da una parte è corretto premiare i datori di lavoro rispettosi della contrattazione collettiva comparativamente più rappresentativa, della legislazione lavoristica e previdenziale e di quella su salute e sicurezza, dall’altra è totalmente scorretto premiare con forti sconti di sanzioni chi non rispetta le regole.

La prevenzione e la repressione di condotte irregolari e illecite delle imprese sia in tema di legislazione del lavoro, che sul versante contributivo e della sicurezza, sono un pilastro fondamentale per raggiungere l’obiettivo di un mercato del lavoro regolare e sicuro per le lavoratrici e lavoratori che vi operano.

 

Siamo sufficientemente coscienti dell’impossibilità di poter controllare costantemente tutte le imprese presenti sul territorio nazionale, ma allo stesso tempo non è più tollerabile, visto l’alto tasso di irregolarità che si riscontra nei controlli, che ogni anno si effettuino una media di sole 100mila tra ispezioni e accertamenti.

 

Se guardiamo ai risultati delle ispezioni condotte nel 2023, l’INL ha definito poco più di 80 mila ispezioni, che rappresentano il 4,8% delle aziende con dipendenti censite dall’Inps. Davvero un numero irrilevante anche per le statistiche.

E allora ben venga lo scorrimento delle graduatorie per l’assunzione di 466 ispettori finanziate dallo scorso Governo e ben venga l’assunzione di nuovi ispettori, sebbene riteniamo che l’incremento di 250 ispettori nei ruoli dell’INL e il potenziamento di 50 Carabinieri, sia una goccia nell’oceano.

 

Nell’ambito della novità del complessivo disegno di rivisitazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, in cui gli ispettori dell’Inps e Inail torneranno ad avere un’autonomia gestionale sui loro rispettivi ambiti di intervento e in cui tali Istituti potranno assumere ispettori, riteniamo fondamentale assicurare un maggiore e rafforzato coordinamento dell’INL di tutti i soggetti preposti alle ispezioni.

 

È questo, infatti, il punto di svolta per un efficace ed efficiente sistema di vigilanza.

E sul tema del coordinamento, di chi fa chi e cosa e di come si intenderà attuarlo, riteniamo fondamentale che vi sia un confronto con le Parti Sociali.

Sarebbe assai grave tornare ad un blando coordinamento tra INL-INPS-INAIL e da subito ci dichiariamo contrari a riportare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il coordinamento della vigilanza.

 

Intervista alla segretaria confederale UIL: patente a crediti e conversione in legge

Quale è il vostro parere sulla nuova patente a crediti?

 

Ivana Veronese: Rispetto alla Patente cosiddetta “a crediti”, introdotta per la prima volta in questo Decreto con un ritardo di ben 15 anni dalle previsioni legislative del D.Lgs. 81/2008, esprimiamo non poche perplessità, la prima è che si applicherà solo alle imprese o ai lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili e non a tutti i settori e alle altre tipologie di impresa

 

Siamo ovviamente consapevoli dell’importanza e delle potenzialità di tale strumento, nell’ottica di contrasto al fenomeno infortunistico attraverso una piena qualificazione delle imprese - ricordo che siamo stati i primi, insieme a CGIL e CISL, a richiederne insistentemente l’attuazione nelle nostre rivendicazioni.

Come UIL riteniamo però che la sua messa a terra, così come presentata in questo Decreto, non risponda affatto agli obiettivi che il legislatore, nel lontano 2008, si era prefissato e nemmeno alle proposte operative fatte da UIL, assieme a CGIL e CISL per il settore edile, nel lontano 2011.

 

Riguardo poi al tema delle decurtazioni sul punteggio della patente, non ne condividiamo assolutamente la logica alla base. Ci pare inaccettabile, infatti, che la morte di uno o addirittura più lavoratori/lavoratrici possa valere appena 20 crediti e una inabilità permanente 15 crediti.

Così come non può essere sufficiente, per il recupero di 5 crediti decurtati, la frequenza di un corso formativo, di cui peraltro non sono note minimamente le caratteristiche: chi dovrebbe seguirli, chi dovrebbe erogarli, quante ore dovrebbero durare e con che modalità si dovrebbero svolgere.

Il tutto con l’aggravante, per noi, che i crediti decurtati nel medesimo provvedimento non possano essere superiori a 20 e che si debba attendere il riconoscimento della responsabilità datoriale, in caso di morte o infortunio grave, per procedere con la decurtazione del punteggio.

Insomma, un meccanismo per noi insostenibile, che dimostra palesemente come questo provvedimento sia stato realizzato velocemente e senza un vero ragionamento di fondo, mirato realmente alla qualificazione delle imprese. Non basta infatti seguire un corso di formazione se dopo un grave incidente non si prevedono azioni di miglioramento.

 

Ma anche su questo tema, ci auguriamo che alcune delle promesse fatte, durante l’incontro del 26 marzo al Ministero del Lavoro, di modifica di alcuni importanti aspetti sulla patente, si concretizzino nella conversione in Legge.

 

Quali cambiamenti si auspica possano essere fatti in fase di conversione del decreto-legge?

 

Ivana Veronese: Considerando l’intero pacchetto sicurezza provo ad accennare qualche nostra proposta.

Tutte le nostre osservazioni al Decreto, comunque, le troverete nella memoria inviata al Governo subito dopo l’audizione tenutasi il 15 marzo scorso.

 

Come detto prima - e ci auguriamo che la nostra proposta di modifica sia realmente accolta - abbiamo chiesto con forza, la sostituzione dell’espressione, “maggiormente” applicato o “maggiormente” rappresentativo con il concetto ormai accreditato e consolidato, di “comparativamente” più rappresentativo.

Rispetto alla Lista di conformità INL, pur favorevoli alla sua introduzione, riteniamo che i requisiti di virtuosità che dovrebbero possedere le aziende per farne parte, dovrebbero essere maggiormente specificati nella norma. È per questo motivo che chiediamo di specificare, oltre al già presente rispetto delle norme su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche il requisito della regolarità retributiva, contributiva ed assicurativa, e la piena applicazione dei contratti collettivi stipulati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

 

Rispetto alla patente c.d. a crediti, in primis, riteniamo che questa dovrebbe essere applicata non solo ad uno specifico settore, ma a tutte le imprese o lavoratori autonomi, di qualsivoglia settore produttivo.

Tra i requisiti necessari per il rilascio della patente, abbiamo suggerito di inserire anche l’obbligo di possesso del DURC di congruità, per gli effetti della Legge 120/2020 e così come regolato dal D.M. 143/2021.

Quando in un’azienda muore un lavoratore o una lavoratrice, o si infortuna gravemente, non si possono certo attendere 5/10 anni – sappiamo bene quali sono i tempi della giustizia – per verificare giudizialmente le responsabilità aziendali prima di decurtare i punti dalla patente.

Abbiamo chiesto per questo che vengano decurtati almeno dall’accertamento dell’infortunio da parte dell’INAIL.

Appare per noi inconcepibile – ancora – che tra le fattispecie per la decurtazione del punteggio della patente a credito, non venga tenuto in considerazione il fenomeno preoccupante delle malattie professionali, almeno quelle direttamente attribuibili all’impresa e sopra una soglia minima del riconoscimento dell’invalidità.

 

Per il reintegro dei crediti decurtati, i corsi di formazione non possono essere erogati solo nei confronti del datore di lavoro, del dirigente o del preposto, ma devono coinvolgere anche tutti i lavoratori dell’impresa sanzionata, tramite formazione specifica erogata o certificata dalla bilateralità contrattuale di settore.

Infine, riteniamo che l’attestazione SOA non debba diventare clausola di esclusione dal possesso della patente ma solo valere, eventualmente, come integrazione al punteggio iniziale.

 

Cosa ritiene che sarebbe necessario fare, in edilizia e negli altri settori lavorativi, per migliorare la prevenzione di infortuni e malattie professionali?

 

Ivana Veronese: A quest’ultima domanda non posso non rispondere se non parlando della grande mobilitazione, fatta insieme a CGIL, a seguito della tragedia di Firenze, che vedrà giovedì 11 aprile, lo sciopero generale, di 4 ore, per tutti i settori privati e di 8 ore nell’edilizia, e la manifestazione nazionale a Roma, il 20 aprile.

E ovviamente non posso non ricordare la grande Assemblea Nazionale, che ha riunito oltre 1500 delegati e Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza che, sempre insieme a CGIL, abbiamo organizzato a Firenze, il 22 marzo scorso, con lo slogan “Adesso Basta! Sicurezza sul lavoro e rappresentanza”. In quella occasione abbiamo aggiornato la Piattaforma con le rivendicazioni in materia di salute e sicurezza.

 

Intervista alla presidente ANCE: DL 19/2024, patente a crediti e qualificazione

Cosa pensate della stretta prevista dal pacchetto sicurezza contenuto nel decreto legge Pnrr? Qual è il vostro parere sulla nuova patente a crediti?

 

Federica Brancaccio: Una reazione forte era inevitabile dopo la tragedia del cantiere di Firenze. Ma come abbiamo sottolineato più volte non si può agire solo sull’onda dell'emotività, la materia è troppo complessa e richiede innanzitutto un confronto costante e permanente di tutti gli attori coinvolti, affinchè siano garantiti diritti e doveri di imprese e lavoratori.

 

La patente a crediti ci lascia perplessi, non crediamo che possa essere uno strumento risolutivo, soprattutto in assenza di un sistema di qualificazione specifica. Temiamo, anzi, che possa in qualche modo favorire i comportamenti dei furbetti che magari aprono un’impresa il primo gennaio, consumano i crediti a disposizione, chiudono il 31 dicembre e l’anno successivo ricominciano da capo.

Noi invece dobbiamo puntare sulla storicità delle aziende, che devono avere l’opportunità di strutturarsi, crescere in maniera graduale, acquisendo competenze e professionalità.

 

Quali sono, secondo voi, le priorità su cui puntare per rafforzare la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori?

 

Federica Brancaccio: Sono anni che chiediamo a gran voce una qualificazione obbligatoria per tutte le imprese.

Nel mercato pubblico esiste, mentre quello privato è ancora completamente libero. Oggi chiunque può andare in Camera di Commercio, aprirsi una partita Iva e con un codice Ateco che attiene all’edilizia fare potenzialmente un lavoro privato di dimensioni illimitate.

 

Serve invece una crescita graduale delle imprese, con una qualificazione obbligatoria, perché il nostro è un lavoro complesso che si impara nel tempo.

Qualificazione che deve andare di pari passo con la formazione obbligatoria: tutti quelli che operano in cantiere, indipendentemente dal settore di appartenenza, devono avere una formazione professionale e in materia di sicurezza specifica, in considerazione dell’esposizione ai rischi propri del cantiere.

 

Cosa pensate, infine, dell’aumento del numero di ispettori?

 

Federica Brancaccio: Il nostro sistema normativo sulla sicurezza è il più avanzato d’Europa, ma sconta la presenza di pochissime risorse umane. E quei pochi ispettori vanno dove possono e fanno più che altro controlli punitivi.

 

Con questa immissione di nuove risorse, che per noi è un fatto positivo, ci auguriamo invece che questo approccio venga ribaltato. E che quindi gli ispettori possano guidare le imprese a partire dall’apertura dell’attività, in un percorso che è prima di tutto culturale.

 

 

 

Articolo e interviste a cura di Tiziano Menduto

 

 

Scarica la normativa citata nell'articolo:

DECRETO-LEGGE 2 marzo 2024, n. 19 - Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

 


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Rispondi Autore: Eugenio Roncelli - likes: 0
29/03/2024 (07:20:21)
Ognuno mantiene le sue posizioni e le sue critiche, ma è sempre "benaltrismo": mai che si facciano parte attiva.
I sindacati scendono in piazza dopo i morti: mai che vadano nei posti di lavoro ad insegnare ai lavoratori come comportarsi e quali diritti hanno.
Le associazioni datoriali, allo stesso modo, non fanno vera formazione dei DdL e nemmeno si occupano dei Committenti, che si affidano sempre al costo, minore ovviamente, tanto non rischiano.
Invece di chiedere una maggiore attenzione da parte dello stato, vedano al loro interno quali attività di formazione e controllo eseguono: le leggi ci sono, basta controllare che vengano applicate, non solo sulla carta, ma nella realtà.
Se si rileva un'infrazione grave, si sospenda l'attività così che il Committente ci penserà 2 volte prima di affidare i lavori sotto costo.
E, come già detto, i DL ed i CSE prendano meno incarichi, non si facciano la guerra dei prezzi e controllino meglio le attività.
Rispondi Autore: Raffaele Scalese - likes: 0
29/03/2024 (08:41:33)
A parte i primi due capoversi...tutto condivisibile.

"Ognuno mantiene le sue posizioni e le sue critiche, ma è sempre "benaltrismo": mai che si facciano parte attiva."
Facciamo qualche proposta.

"I sindacati scendono in piazza dopo i morti: mai che vadano nei posti di lavoro ad insegnare ai lavoratori come comportarsi e quali diritti hanno."

Non mi è chiaro cosa potrebbero fare.
Non sono previste "formazioni" sindacali ai lavoratori e, inoltre, come potrebbero?.
Magari sfruttando le ore di assemblea ???
Non so quali cantieri frequenta il Lettore ma in quelli che ho conosciuto e conosco io poco mi ricordo di possibilità di fermata per formazione collettiva.

Mi sembra, magari in buona fede, un intervento "equilibrato" ma che non coglie in pieno il problema o, meglio i problemi di cui almeno due li voglio citare:
.Subappalti senza limiti di "decenza"
.Scarsissima formazione proprio dei Datori di lavoro che, ove conoscessero bene i rischi che si assumono forse ci penserebbero due volte a creare/tollerare condizioni al limite.
(aspettiamo ormai da anni la formulazione dei programmi obbligatori di formnazione dei DL)
Rispondi Autore: Stefano B. - likes: 0
29/03/2024 (09:46:02)
Uno dei principali problemi per una vera cultura della sicurezza in Italia? I Sindacati.

Dopo un Decreto Legge (dovrebbero essere vietati in un ambito complesso quale la sicurezza, oltre ad essere già vietati per questioni ordinarie dalla stessa Costituzione) orribile, scritto più dai Social Media Manager che da tecnici, che creerà danni più che miglioramenti.. qual'è la principale preoccupazione dei sindacati?



Effettivamente il "potere" è quello che conta veramente. Grazie.
Rispondi Autore: Stefano B. - likes: 0
29/03/2024 (09:46:55)
Nel commento precedente è cancellata la citazione, ci riprovo:

modifica della locuzione “maggiormente applicato nel settore”, riprendendo quella che è sempre stata utilizzata fino ad oggi e che, pur nel rispetto della pluralità sindacale, attribuisce il giusto valore alle “Organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative”

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