Occorre aggiornare il documento di valutazione del rischio nei musei
Il decreto legislativo 81/2008 mette in evidenza come il documento di valutazione dei rischi debba essere periodicamente aggiornato. Si tratta di una raccomandazione del tutto condivisibile, soprattutto alla luce del fatto che gli scenari di rischio si evolvono nel tempo, anche a seguito di un utilizzo crescente di strumenti informatici portatili, come ad esempio gli smartphone.
Una studio portato a termine da una grande compagnia di assicurazione ha cercato di raccogliere, assumendo informazioni in ogni parte del mondo, le notizie disponibili in merito a infortuni che possano aver coinvolto visitatori e opere d’arte, proprio a seguito di un utilizzo non particolarmente attento di telefoni cellulari, sia per scattare selfie, sia perché il visitatore, concentrato nella lettura del testo sullo smartphone, urta contro un’opera d’arte esposta, oppure contro un altro visitatore, che a sua volta può cadere o colpire un’opera d’arte.
Ad esempio, in un museo europeo recentemente una opera d’arte, che raffigurava Don Sebastiano, un re portoghese del sedicesimo secolo, è stata danneggiata, perché un visitatore ha cercato di scattare un selfie mettendosi vicino alla statua e facendola cadere.
Un altro strumento, oggi sempre più popolare e, di riflesso, relativamente più pericoloso, è il bastone di prolunga, che viene spesso usato per scattare selfie. Questo bastone può colpire le opere d’arte, se non viene maneggiato con cautela, oppure può colpire altri visitatori. Chi scrive, durante una mattinata domenicale in Piazza San Pietro, durante l’Angelus pronunciato da Papa Francesco, ha visto con i propri occhi un lieve incidente, per fortuna, causato proprio da un utilizzo non appropriato del bastone di prolunga.
Anche se oggi sono sempre più i musei che consentono di scattare fotografie all’interno delle sale esposizione, pochi hanno cominciato a pensare a proibire in maniera rigida l’uso di questi bastoni di prolunga. Il primo museo che già provveduto è il MOMA di New York.
La compagnia, che ha condotto questo studio, ha avuto qualche difficoltà nel raccogliere dati aggiornati, per il semplice fatto che in molti casi i musei, per evitare impatti sui premi assicurativi, preferiscono non denunciare gli eventi, che hanno avuto un impatto relativamente modesto.
La mancanza di un quadro di riferimento oggettivo, indipendente dalla gravità degli incidenti, è uno degli ostacoli che le compagnie di assicurazione dovranno superare, perché è evidente che maggiore sarà il numero degli incidenti, maggiore sarà la probabilità che uno di essi possa avere conseguenze relativamente gravi.
Alcuni lettori potrebbero osservare che tocca ai custodi, incaricati di vigilare sulle aree espositive, di tenere sotto controllo il comportamento dei visitatori. Questa affermazione è corretta, in via di principio, ma incontra molte difficoltà quando, ad esempio, ci si trova davanti ad esposizioni temporanee, con un numero di visitatori estremamente elevato. In questo caso il controllo sui visitatore diventa assai difficile e il fatto che praticamente ogni singolo visitatore abbia con sé il telefono, con il quale può scattare fotografie o selfie, fa sì che il controllo sia improponibile, almeno a priori.
Il consiglio che diamo ai lettori, che sono coinvolti nella elaborazione e aggiornamento del documento di valutazione del rischio per insediamenti museali è il seguente:
- si deve innanzitutto avviare una sistematica raccolta di informazioni afferenti ad eventi, come quelli illustrati, anche se non ufficialmente riportati sul registro degli incidenti della istituzione museale, in ragione della modesta entità del danno.
Solo così si potrà avere una percezione del numero di eventi e si potrà avviare una procedura per la messa sotto controllo.
Al proposito, ricordo che la norma UNI EN ISO 31000, riferita alle modalità di sviluppo dell’analisi di rischio, prevede che un rischio venga classificato in base alla frequenza ed alla gravità dell’accadimento. Cominciamo innanzitutto a reperire dati afferenti alla frequenza e successivamente sarà certamente più semplice poter reperire dati riferiti alla gravità dell’accaduto.
L’esperienza ha infatti dimostrato che, quando l’evento ha una certa gravità, esso viene sistematicamente segnalato, ma se l’evento ha avuto una modesta gravità esso non viene segnalato e si perde di conseguenza la percezione della frequenza, con la quale gli eventi stessi si possono verificare.
Adalberto Biasiotti
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Rispondi Autore: Stefano Bocchino - likes: 0 | 19/07/2017 (07:30:36) |
I visitatori non sono lavoratori e nulla hanno a che vedere con il D.Lgs.81/08. Davvero si cerca di argomentare la necessità di rinnovo del DVR con la diffusione dei bastoni per i selfie?!?! |
Rispondi Autore: AC - likes: 0 | 19/07/2017 (08:57:46) |
Continuo ad essere allibito da questa impropria estensione dei concetti del D.lgs. 81/2008, riferiti ai luoghi di lavoro ed ai lavoratori, ai luoghi di vita tutti e con loro ai frequentatori degli stessi. Se, come è evidente, vi è una grave lacuna normativa che non individua alcuna figura tecnica che si occupi di sicurezza sui luoghi di vita (mentre invece per il luoghi di lavoro è il D.lgs. 81 ad individuare l'RSPP), non è che per estensione sarà l'RSPP a dover pensare a tutto... Il Datore di Lavoro rimarrà responsabile dei luoghi di lavoro e dei lavoratori, e sarà coadiuvato in via consulenziale dal RSPP, mentre il Legale Rappresentante (che potrebbe anche coincidere con il DdL) sarà responsabile dei frequentatori a vario titolo, di eventuali alimenti distribuiti, farmaci custoditi, ecc ecc ecc... ma non vi è figura tecnica di riferimento individuata dalla normativa in questo caso e, pertanto, la lacuna resta quella che è. Cosa c'entra l'RSPP con i visitatori? Cosa diavolo c'entra poi il DVR con i danni ai quadri o alle statue? Sappiamo di cosa stiamo parlando? |
Rispondi Autore: Gianni - likes: 0 | 19/07/2017 (09:14:31) |
Davvero sorprendente. La teoria dell'articolista è suggestiva. A questo punto prenderò in seria considerazione la valutazione da spruzzo di coca cola agitata aperta nel museo ed il rischio imbrattamento muri da parte di visitatori poco attenti. Dopodiché inizierò seriamente a fare una valutazione dei rischi. |
Rispondi Autore: AC - likes: 0 | 19/07/2017 (11:43:19) |
Tra un po' tutto ciò che ha la parola "rischio" sarà in capo al rspp... La valutazione del rischio finanziario, del rischio di impresa, dei rischi di commettere reati contro la pubblica amministrazione, di reati informatici... ecc. L'RSPP si occupa solo ed esclusivamente della valutazione dei rischi dei luoghi di lavoro e delle lavorazioni, che vedono esposti i lavoratori come definiti dal D.lgs. 81/2008. La sicurezza e igiene del lavoro è una disciplina ben definita e con una storia precisa. Tutto il resto è terrorismo psicologico e speculazione, inutili e dannosi. E direi anche disinformazione |
Rispondi Autore: GB Bianchi - likes: 0 | 19/07/2017 (13:10:30) |
Una volta si sarebbe detto: "spreco d'inchiostro per imbrattare carta". Date invece a noi tecnici informazioni tecniche: vale a dire chiare, concise, pratiche, coerenti. Oppure lasciate perdere e andate a lavorare alla Commissione Interpelli. |
Rispondi Autore: Martin Brenner - likes: 0 | 19/07/2017 (14:06:16) |
Roba da pazzi! Tempo fa salvai un demente che attraversando la strada mentre guardava il telefono, a momenti veniva investito da un camion! Dovetti strattonarlo per una spalla, a momenti si offese... |