Spazi confinati: la normativa da migliorare e la valutazione dei rischi
Tuttavia, dopo diversi anni, “siamo ancora in attesa di una correzione del testo del Decreto” e di “alcune precisazioni fondamentali per la sua corretta applicazione”.
A ricordare la cronistoria di come si sia arrivati al DPR 177/2011 è un intervento alla 7° edizione del convegno nazionale sulle attività negli spazi confinati, dal titolo “ La gestione degli Ambienti Confinati nel settore Agroalimentare”. Un evento che ha avuto luogo a Modena il 22 novembre 2017 e che è stato organizzato dall’Associazione scientifica Eursafe, in collaborazione con il C.R.I.S dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Gli spazi confinati e l’importanza di migliorare la normativa
Ci soffermiamo brevemente sulla presentazione di Adriano Paolo Bacchetta (Presidente European Interdisciplinary Applied Research Center for Safety) che riporta diversi dati, segnala la necessità di correggere gli errori formali del DPR e si sofferma su vari aspetti da rivedere e/o precisare. Ad esempio la questione del 30% di personale con esperienza triennale, il tema dell’obbligo di certificazione dei contratti in appalto diretto, la durata dell’informazione preliminare all’attività, l’effettività del ruolo del Rappresentante DdL Committente, il Coordinamento con il SSN e i VVF, …
E sottolinea l’intenzione di proseguire “nell’attività di critica costruttiva del testo presso ogni possibile sede Istituzionale, nella convinzione che sia urgente una profonda revisione del testo per creare le condizioni di una effettiva ed efficace strategia di prevenzione”. E si sofferma anche sull’intenzione di sviluppare attività per disseminare i risultati delle attività di ricerca svolte in questi anni.
Si ricorda, ad esempio, il progetto dell’applicativo web a supporto del Risk Assessment per le attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, con riferimento allo sviluppo di un portale che “consente di approfondire gli aspetti connessi alle attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, in considerazione dei principali fattori che caratterizzano la problematica, quali: legislazione vigente a livello nazionale, definizione di ambiente sospetto di inquinamento o confinato, connotazione degli ambienti, identificazione dei pericoli e dei rischi negli ambienti, qualificazione delle imprese, fasi di lavoro, procedure di emergenza e salvataggio, dispositivi di protezione individuale”.
Si segnala poi che il Convegno Nazionale sulle attività nei Confined Spaces fonda la propria ragione d’essere “sulla consapevolezza che l’estrema varietà di situazioni operative connesse all’attività nei Confined Spaces necessita un grande sforzo di ricerca e condivisione dell’esperienza acquisita, anche a livello internazionale, così da poter fare tesoro dei diversi approcci metodologici e accorgimenti tecnici da poter tradurre in chiave operativa e rendere disponibili a livello nazionale agli operatori del settore”. Infatti per evitare che si ripetano incidenti in queste attività, è fondamentale “definire strumenti concettuali e operativi adeguati a garantire la salute e sicurezza degli operatori addetti. Se da una parte è evidente che la verifica della qualità dell’aria interna e la garanzia di un’adeguata ventilazione sono basilari, dall’altra la conformazione strutturale di molti ambienti in cui si è chiamati a operare e la presenza di ulteriori rischi specifici associabili a queste attività, necessitano l’applicazione di specifiche metodiche di analisi e valutazione delle singole fasi operative”.
Inoltre, conclude la relazione, una volta affermata “sia l’importanza di DUVRI, POS, PSC come documenti che formalizzano l’attività di cooperazione, coordinamento e informazione reciproca tra le imprese, sia la necessità di verificare che la catena degli appalti e subappalti non porti aziende o lavoratori autonomi a eseguire attività per le quali non sono né preparati né attrezzati, la questione è una sola: bisogna eseguire un’approfondita e corretta valutazione dei rischi, un addestramento efficace, prevedere l’impiego di attrezzature idonee e pianificare sia le attività ordinarie sia gli scenari di emergenza, codificando le operazioni da porre in essere”.
La valutazione dei rischi nel settore agroalimentare
Proprio per arrivare a parlare anche di strumenti operativi in un settore, quello agroalimentare, così ricco di ambienti sospetti di inquinamento o confinati, presentiamo molto brevemente anche un secondo intervento dal titolo “ Organizzazione e gestione degli interventi in ambienti confinati in impianti per la produzione di pasta e prodotti da forno”, a cura dell’Ing. Giulio Giaffreda (Health Safety Environment and Energy).
Nell’intervento, che si sofferma su come vengono affrontati gli spazi confinati in un’azienda come la Barilla, si ricordano alcune definizioni.
Con riferimento alla guida operativa Ispesl “Lavori in ambienti sospetti di inquinamento” per ambiente confinato si intende “uno spazio circoscritto, caratterizzato da limitate aperture di accesso e da una ventilazione naturale sfavorevole, in cui può verificarsi un evento incidentale importante, che può portare ad un infortunio grave o mortale, in presenza di agenti chimici pericolosi (ad esempio, gas, vapori, polveri)”.
Mentre con riferimento a quanto alla “Guida alla sicurezza in spazio confinato” (Niosh 1987) uno spazio confinato “è uno spazio che ha una qualsiasi delle seguenti caratteristiche:
- Limitate aperture per ingresso e uscita;
- Condizioni sfavorevoli di ventilazione naturale;
- Non è progettato per la presenza continua di lavoratori”.
Queste le tipologie di spazi confinati negli stabilimenti della Barilla: silos semola, farine, zucchero, grano...; serbatoi accumulo acqua potabile; serbatoio antincendio; caldaie; essiccatoi delle linee pasta; forni di cottura delle linee bakery; pozzetti fognari; pozzetti di valvole antincendio, pozzi...; vasche di dilavamento; condotti condizionamento; pese a ponte.
Nella relazione si riportano indicazioni sulle valutazioni dei rischi che hanno seguito un metodo qualitativo che si basa sull’individuazione di due parametri:
- Modalità di effettuare l’accesso (per il soccorso)
- Tipologia di atmosfera presente
Sono stati, ad esempio, scelti cinque valori relativi alle difficoltà di soccorso.
Vediamoli partendo dal valore più alto:
- “Il soccorso è estremamente difficoltoso (es.: non tutti riescono ad accedere per mole) e/o si può effettuare solo con l’ausilio di mezzi appositi e/o professionalità specifiche non in dotazione allo Stabilimento (necessario soccorso esterno) e/o con interventi distruttivi delle strutture;
- Il soccorso è difficoltoso, si può effettuare solo con l’intervento della SEA e/o soccorso esterno ma con non più di uno/due addetti (spazi ridotti) e/o necessità di idonee attrezzature per il recupero;
- Il soccorso è difficoltoso ma si riesce ad effettuare con il solo intervento di più addetti SEA (disponibilità di spazio) con l’eventuale ausilio di idonee attrezzature per il recupero;
- Le operazioni di soccorso, anche se con qualche piccola difficoltà, possono essere svolte dal solo operatore addetto al controllo delle operazioni;
- Lo spazio è confinato, ma le operazioni di soccorso sono molto agevoli”.
Queste invece le indicazioni sui valori (da 5 a 1) sulle possibili atmosfere:
- “Atmosfera dove sono presenti vapori/gas tossici e dove non è possibile intervenire senza autorespiratori o dopo accurata ventilazione;
- Atmosfera dove non è presente ossigeno e dove non è possibile intervenire senza autorespiratori o dopo accurata ventilazione;
- Atmosfera dove non sono presenti vapori/gas tossici ma la concentrazione di ossigeno è troppo bassa o vi è presenza di odori molesti e dove non è possibile intervenire senza autorespiratori o dopo accurata ventilazione;
- Atmosfera con composizione respirabile per un periodo limitato (30 min. max perché anche se il rilevatore di ossigeno non segnala l’allarme la respirazione è faticosa);
- Atmosfera con una composizione dell’aria respirabile costantemente”.
Rimandiamo all’intervento che si sofferma sull’indice di rischio assegnabile, sui permessi scritti e su esempi di misure per il recupero in emergenza, e concludiamo riportando dall’intervento indicazioni sulla formazione dei lavoratori e degli operatori.
Sono, infatti, considerati “diversi livelli di formazione:
- Per i tutti i Lavoratori, inclusi nel pacchetto formativo Sicurezza sul Lavoro spieghiamo questa tipologia di rischio;
- Per i Preposti e i Dirigenti, un focus specifico sulla legislazione e sulle procedure interne;
- Per gli addetti della Squadra di Emergenza Aziendale, un focus specifico sulle modalità di intervento in caso di emergenza in uno spazio confinato”.
RTM
Scarica i documenti da cui è tratto l'articolo:
“ Presentazione di Adriano Paolo Bacchetta”, Presidente European Interdisciplinary Applied Research Center for Safety), intervento al VII convegno nazionale sulle attività negli spazi confinati “La gestione degli Ambienti Confinati nel settore Agroalimentare” (formato PDF, 2.23 MB).
“ Organizzazione e gestione degli interventi in ambienti confinati in impianti per la produzione di pasta e prodotti da forno”, a cura dell’Ing. Giulio Giaffreda (Health Safety Environment and Energy), intervento al VII convegno nazionale sulle attività negli spazi confinati “La gestione degli Ambienti Confinati nel settore Agroalimentare” (formato PDF, 2.62 MB).
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