Nuove tecnologie, nuove patologie?

L'impatto dell'utilizzo di nuove tecnologie sulla salute dei lavoratori non e' sempre facilmente determinabile e prevedibile; talvolta infatti patologie connesse all'attivita' lavorativa rimangono latenti per lungo tempo.

A quanto afferma un periodico di informazione Inail, ad oggi gli unici casi di patologie, segnalate all'Istituto, legate all'introduzione di strumenti della new economy (personal computer, telefonini, biotecnologie…) sono da riferirsi alla postura scorretta nell'utilizzo del videoterminale.
L'introduzione di macchine che sostituiscono gli addetti in alcune operazioni pericolose o la riduzione di determinate attivita' hanno comportato un calo delle patologie tradizionali.

I dati riportati dall'Inail relativamente ai ''casi di malattia professionale nell'industria e nelle altre attivita' per tipo di malattia'' manifestatisi tra il 1994-2000 mostrano che nelle ''tecnopatie'' vi e' una progressiva diminuzione delle ipoacusie che, se nel 1994 rappresentavano il 61% del totale dei casi di malattia professionale, nel 2000 raggiungono il 54,2%; costante anche il calo delle malattie respiratorie (da 16,6% a 13,5%).

Un significativo incremento si registra nei casi di malattie osteoarticolari che nel 1994 rappresentavano il 3,9% dei casi, mentre nel 2000 raggiungono il 12,6%.
In aumento sono anche i tumori che nel 1994 rappresentavano l'1,2% dei casi di malattia professionale mentre nel 2000 raggiungono il 3,1%.
Secondo l'Inail questo incremento e' attribuibile ai mesoteliomi derivanti dall'uso di amianto; si prevede che questa ''tecnopatia'' raggiungera', sia a livello italiano sia a livello europeo, un picco nel 2008.