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Le patologie dell’arto superiore in ambito professionale
Pavia, 16 Set – Fino a pochi anni fa il problema delle malattie lavoro-correlate a carico di spalla, gomito, polso e mano era considerato in modo marginale, rispetto all’attenzione riservata alle patologie del rachide lombosacrale.
Oggi non è più così e sono sempre più presenti lavori dedicati al problema delle patologie dell’arto superiore.
Ad esempio in un intervento pubblicato sul numero di gennaio/marzo 2013 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, dal titolo “La rilevanza delle patologie dell’arto superiore in ambito professionale”, sono stati raccolti e discussi i dati raccolti negli ultimi anni sul tema delle patologie muscoloscheletriche lavoro-correlate nella provincia di Bergamo, focalizzando in particolare l’attenzione sulla rilevanza epidemiologica di quelle a carico dell’arto superiore.
L’intervento, a cura di Matteo Marco Riva, Marisa Santini e Giovanni Mosconi (Unità Operativa Ospedaliera Medicina del Lavoro - Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo), ricorda che “presso l’Unità Operativa Ospedaliera di Medicina del Lavoro (UOOML) degli Ospedali Riuniti di Bergamo, come nella maggior parte delle realtà ospedaliere ed universitarie diffuse sul territorio regionale e nazionale, è attivo un ambulatorio dedicato nello specifico alla valutazione delle patologie muscoloscheletriche”. In particolare a questi centri si rivolgono sia i Medici Competenti (MC) delle imprese che i Medici di Medicina Generale (MMG) quando si presenta “la necessità di effettuare approfondimenti per la definizione dell’eventuale eziologia professionale di quadri clinici sospetti, o per ricevere un supporto nell’espressione dell’ idoneità alla mansione specifica nei casi di complessa gestione”. A questi centri si rivolgono all’occorrenza anche INAIL ed ASL, “per ottenere una consulenza clinica e strumentale nei casi di pazienti affetti da patologie di sospetta eziologia occupazionale o quando vi siano dei contenziosi (ricorsi avverso il giudizio del Medico Competente) in merito all’idoneità dei lavoratori”.
Sono stati dunque analizzati i dati relativi alle visite effettuate nel corso del 2008 e del 2009 che avessero come oggetto della richiesta la valutazione di una sospetta patologia muscoloscheletrica lavoro-correlata presso l’ambulatorio della UOOML di Bergamo, allo scopo di illustrare, in particolare, la rilevanza epidemiologica di quelle a carico dell’arto superiore.
Sono stati indagati 430 pazienti inviati per il 66% dai Medici di Medicina Generale (MMG), per il 29,8% dai Medici Competenti (MC) ed infine per il 4,2% dall’INAIL. Inoltre il settore lavorativo maggiormente rappresentato nella popolazione esaminata è stato quello edile (38,4% dei soggetti), il 17% proveniva dal settore metalmeccanico, il 9,5% dal tessile, l’8,4 dal chimico/gomma/materie plastiche, il 4,9% dalla sanità, il 3% dal settore dei trasporti, il 18,8% da altri settori (agricolo, industria del legno, editoria, panificazione etc.).
Inoltre in merito ai distretti corporei esaminati, “le valutazioni effettuate riguardavano nel 34,5% dei casi problemi del rachide lombosacrale, nel 56,5% dei casi dell’arto superiore. L’inquadramento diagnostico con accertamenti strumentali e visite specialistiche era già completo per l’81,6% dei soggetti affetti da disturbi del rachide lombosacrale e solo nel 52,5% dei soggetti con sintomi a carico dell’arto superiore”.
Veniamo brevemente ad alcuni risultati relativi all’analisi dei dati.
Nel 48,3% dei casi si è arrivati ad una diagnosi di patologia lavoro-correlata, “la percentuale si attesta rispettivamente al 50,2% ed al 52,5% considerando separatamente i distretti del rachide lombosacrale e dell’arto superiore”.
E le cause più ricorrenti che hanno indotto ad escludere una possibile eziologia professionale per i disturbi al tratto lombosacrale “sono state la presenza di significative comorbilità (58,2%), l’inadeguatezza quantitativa dell’esposizione (41,7%) e il mancato rispetto di un adeguato rapporto cronologico tra l’esposizione e l’insorgenza della patologia (36,9%)”.
Mentre per quanto riguarda invece l’arto superiore nel suo complesso “gli elementi di esclusione di tecnopatia sono stati l’inadeguatezza qualitativa dell’esposizione (56,5%), l’inadeguatezza quantitativa dell’esposizione (34,2%) ed la fisiologica senescenza (27,3%)”.
Interessante poi la discussione, l’analisi relativa ai risultati ottenuti.
I risultati dimostrano infatti che “negli ultimi anni sono le patologie a carico dell’arto superiore il motivo più frequente di richiesta di consulenza specialistica alla UOOML”: “oltre la metà delle valutazioni effettuate sono a carico di spalla, gomito, polso o mano, solamente il 34,5% sono invece indirizzate al rachide lombosacrale”. Tuttavia se da un lato “il maggiore numero di richieste alla UOOML sta ad indicare una crescente attenzione verso il problema delle patologie a carico dell’arto superiore, dall’altro questo può significare anche una maggiore necessità di supporto clinico e medicolegale per i medici sul territorio, che di fronte ad un argomento relativamente nuovo potrebbero non avere ancora guadagnato la necessaria autonomia clinica e diagnostica”.
Inoltre la tabella IV (distribuzione percentuale delle malattie professionali nei settori) che accompagna il contributo che vi invitiamo a visionare, mostra come le patologie degli arti superiori - rispetto a quanto avviene per il rachide lombosacrale- si distribuiscano “in maniera più omogenea nei vari settori, ad indicare un rischio probabilmente più trasversale e diffuso”.
Ricordando che “i fattori che possono contribuire in misura più o meno rilevante a determinare il rischio di sovraccarico per l’arto superiore sono numerosi (uso di forza, ripetitività dei gesti, posture, vibrazioni etc.)”, è necessario dunque “che si diffonda nelle aziende la prassi di procedere alla valutazione del rischio specifico, per individuare le operazioni critiche e cercare eventuali soluzioni che contribuiscano a contenere l’entità dell’esposizione”.
In conclusione gli autori riassumono schematicamente i punti salienti di quanto messo in evidenza con i dati presentati.
Si è potuto constatare che:
– “per la definizione di casi di sospetta patologia muscoloscheletrica lavoro-correlata si conferma una maggiore propensione a ricorrere a centri ospedalieri di Medicina del Lavoro sia da parte dei MMG sia dei MC;
– le patologie a carico dell’arto superiore (spalla, gomito, polso, mano) rappresentano il motivo più frequente per la richiesta di consulenza;
– la frequente mancanza di un adeguato inquadramento strumentale prima dell’invio alla UOOML fa pensare sia ad una inadeguata autonomia diagnostica dei MC e dei MMG, soprattutto per le patologie degli arti superiori, sia alla facilità di gestione dei casi sospetti attraverso il supporto specialistico della UOOML;
– le non sempre appropriate richiesta di valutazione, che nel caso di patologie a carico dell’arto superiore si attesta su livelli analoghi tra specialisti e non, pone la necessità di promuovere corsi di aggiornamento che trattino sia le procedure diagnostiche, sia gli aspetti di definizione del rischio e di correlazione medicolegale per MC e MMG”.
Riportiamo, per finire, un breve commento degli autori.
Se è probabile che i MC, avendone la competenza, “procedano in autonomia all’approfondimento ed alla definizione delle patologie lavoro-correlate, dall’altro sorprende che un numero così elevato di patologie da noi ritenute lavoro correlate sia ‘sfuggito’ all’osservazione del MC nel corso della sorveglianza sanitaria, tanto da giungere alla nostra attenzione solo su invio del MMG essendo il campione, nel suo complesso, in età lavorativa”.
“ La rilevanza delle patologie dell’arto superiore in ambito professionale”, a cura di Matteo Marco Riva, Marisa Santini e Giovanni Mosconi (Unità Operativa Ospedaliera Medicina del Lavoro - Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII, Bergamo), in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, volume XXXV - N. 1 - gennaio/marzo 2013 (formato PDF, 259 kB).
RTM
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