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Interferenti endocrini: rischi per la salute e principio di precauzione

Interferenti endocrini: rischi per la salute e principio di precauzione

Indicazioni e aggiornamenti sugli interferenti endocrini, sostanze chimiche che alterano il funzionamento del sistema endocrino e incidono sulla salute di esseri umani e animali. I rischi, le indicazioni del regolamento Reach e gli ftalati.

Ancona, 17 Dic – In materia di rischio chimico è sicuramente necessario per i professionisti un costante aggiornamento sui pericoli per i lavoratori e sulle recenti conoscenze scientifiche relative alle conseguenze di agenti chimici come, ad esempio, il cromo esavalente e trivalente, la silice libera cristallina, gli interferenti endocrini, i biocidi e i solventi organici.

 

Per raccogliere alcune utili informazioni su questi agenti chimici facciamo riferimento al seminario “Rischi chimici in ambiente di lavoro: evidenze consolidate, prospettive di ricerca, aggiornamenti normativi e ricadute pratiche”, un seminario ECM organizzato dalla ASUR Area vasta 1 e Area vasta 3 della Regione Marche il 14 giugno 2019 ad Ancona.

 

In particolare ci soffermiamo sugli interferenti endocrini che, come già ricordato in un precedente articolo sulle sostanze reprotossiche nei luoghi di lavoro, interferiscono con la produzione, il rilascio, il trasporto, il metabolismo, il legame, l’azione o l’eliminazione degli ormoni naturali dell’organismo responsabili del mantenimento dell’omeostasi cellulare, della fertilità, della regolazione dei processi di sviluppo. 

 

Nell’articolo ci soffermiamo sui seguenti argomenti:



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Rischio chimico - 3 ore
Informazione ai lavoratori sui rischi specifici ai sensi dell'Articolo 36 del D.Lgs. 81/2008

 

Gli interferenti endocrini e il meccanismo di azione

Nell’intervento “Aggiornamenti in materia di interferenti endocrini”, a cura di Giovanna Tranfo (Inail DiMEILA) si indica che gli interferenti endocrini, come abbiamo già indicato, sono sostanze chimiche che “alterano il funzionamento del sistema endocrino e incidono sulla salute di esseri umani e animali”. Inoltre possono essere di origine sintetica o naturale e l'esposizione a questi interferenti “può verificarsi da diverse fonti, come residui di pesticidi o prodotti di consumo utilizzati o presenti nella nostra vita quotidiana”. 

 

A questo proposito si ricorda che il sistema endocrino è “un sistema di messaggeri del corpo”: “utilizza ormoni, molecole che viaggiano attraverso il flusso sanguigno, come strumento di comunicazione e per produrre effetti su cellule, tessuti e organi distanti. Gli ormoni controllano un gran numero di processi vitali, da quelli iniziali come lo sviluppo embrionale e la formazione di organi, al funzionamento degli organi nell’adulto, e in particolare la fertilità, la riproduzione”. Inoltre l'attività del sistema endocrino “influenza ed è influenzata da quella del sistema nervoso. Tra i due sistemi esiste un'importante connessione anatomica e funzionale, rappresentata dall'ipotalamo, che regola l'attività dell'ipofisi, la più importante ghiandola endocrina umana”. 

 

Questi i meccanismi di azione degli interferenti:

  • “Riproduzione dell’attività degli ormoni fisiologici
  • Competizione con gli ormoni fisiologici per i recettori ormonali
  • Interferenze con la sintesi, il trasporto o il metabolismo degli ormoni fisiologici, con conseguente alterazione delle concentrazioni circolanti”. 

 

Riportiamo dalle slide una tabella relativa alle principali classi in cui vengono suddivisi gli EDCs (endocrine disrupting compounds):

 

Le indicazioni e l’approccio strategico dell’Unione Europea

La relazione segnala poi che, in base al Regolamento REACH ( Regolamento n. 1907/2006), gli interferenti endocrini (Endocrine disruptors – ED) “sono identificati come sostanze estremamente problematiche (Substances of Very High Concern - SVHC)”.

E in base al regolamento sui biocidi, “sono stati sviluppati criteri per l'identificazione degli interferenti endocrini per la salute umana e organismi non bersaglio. Tutti i principi attivi biocidi devono essere sottoposti a una valutazione formale di ED. Il gruppo di esperti di Endocrine Disruptor supporta gli Stati membri nelle loro valutazioni di ED. Le sostanze sottoposte a una valutazione ED ai sensi dei regolamenti REACH o sui biocidi sono incluse in una Lista di candidati per l’Autorizzazione (attualmente 62 sostanze)”.

La procedura di autorizzazione “mira a garantire che le sostanze SVHC siano sostituite progressivamente da sostanze o tecnologie meno pericolose, qualora siano disponibili alternative possibili dal punto di vista tecnico ed economico”. 

 

La relazione riporta poi alcune informazioni sull’evoluzione dell’attenzione verso gli interferenti endocrini:

  • “2013 Il comitato scientifico dell'EFSA ha pubblicato un parere scientifico sulla valutazione della pericolosità degli interferenti endocrini.
  • 2014 la Commissione europea ha avviato una consultazione on-line per aiutare a definire i criteri per gli ‘interferenti endocrini’ come richiesto dai regolamenti dell'UE sui biocidi e i prodotti fitosanitari
  • 2016 L'EFSA e l'ECHA pubblicano una descrizione delle linee guida che stanno sviluppando su come identificare le sostanze con proprietà di interferenza endocrina nei pesticidi e nei biocidi.
  • 2017 L'EFSA e l'ECHA avviano una consultazione pubblica sulla loro bozza di orientamento.
  • 2018 L'EFSA e ECHA pubblicano linee guida su come identificare le sostanze con proprietà di interferenza endocrina nei pesticidi e nei biocidi”.

 

Si indica che l'approccio strategico dell'UE agli interferenti endocrini “continuerà a basarsi fermamente sulla scienza e sull'applicazione del principio di precauzione”.

I suoi obiettivi “sono:

  • ridurre al minimo la nostra esposizione complessiva con particolare attenzione a gravidanza e pubertà;
  • accelerare lo sviluppo di una solida base di ricerca al servizio di processi decisionali efficaci e lungimiranti
  • promuovere un dialogo attivo che permetta a tutti i portatori di interessi di essere ascoltati e di lavorare insieme
  • un esame complessivo della legislazione applicabile agli interferenti endocrini, mediante un controllo dell'adeguatezza che utilizzerà i dati già raccolti e analizzati. Il controllo dell'adeguatezza comprenderà anche una consultazione pubblica”.  

 

I rischi e le restrizioni per l’utilizzo di alcuni ftalati

L’intervento si sofferma in particolare sui ftalati che sono esteri dell'acido ftalico e “rappresentano un gruppo di molecole strutturalmente simili, ampiamente utilizzate per la produzione di numerosi prodotti commerciali e principalmente per impartire maggiore flessibilità in polimeri plastici”.

 

Il problema è che gli ftalati nelle plastiche “non si legano covalentemente al polimero. Questo comporta una certa facilità di rilascio da parte del materiale, che rappresenta una potenzialità di contaminazione di cibo, bevande o matrici che si trovano in contatto con il materiale plastico”. E alcuni studi di biomonitoraggio sia negli Stati Uniti che in Europa “hanno evidenziato effetti di:

  • Tossicità per il fegato.
  • Tossicità per i reni.
  • Tossicità per l’apparato riproduttivo. 

Gli ftalati “agiscono come interferenti endocrini, mimando gli ormoni sessuali, antagonizzando i loro effetti oppure interagendo attraverso meccanismi indiretti sulla loro omeostasi”.

 

Si segnala poi che la Commissione Europea “ha emanato restrizioni per l’utilizzo di alcuni ftalati in prodotti per bambini sotto i tre anni o per la produzione di manufatti destinati al contatto con alimenti: la concentrazione di ftalati non deve essere superiore allo 0,1% (79/769/EEC)”.

 

Rimandiamo in conclusione alla lettura integrale dell’intervento che riporta ulteriori informazioni sugli ftalati, sugli alchifenoli (in particolare il bisfenolo A) e sul monitoraggio biologico, lo “strumento di elezione per effettuare una valutazione del rischio espositivo a ftalati, occupazionale e non”.  

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Aggiornamenti in materia di interferenti endocrini”, a cura di Giovanna Tranfo (Inail DiMEILA), intervento al seminario “Rischi chimici in ambiente di lavoro: evidenze consolidate, prospettive di ricerca, aggiornamenti normativi e ricadute pratiche” (formato PDF, 1.06 MB).

 

 

Leggi gli altri articoli di PuntoSicuro sul rischio chimico   



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