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Come utilizzare i dati per migliorare la prevenzione nei luoghi di lavoro?

Come utilizzare i dati per migliorare la prevenzione nei luoghi di lavoro?

Alcuni interventi si soffermano sull’importanza e sul modo corretto di utilizzare i dati in materia di infortuni e malattie professionali per migliorare la prevenzione. I dati disponibili e il nuovo rapporto CIIP basato sugli open data Inail.

 

Milano, 24 Feb  – I dati sono “la base per conoscere il tessuto produttivo e i problemi di sicurezza e salute dei lavoratori”. Se i molti dati già disponibili “offrono tanti spunti di conoscenza e riflessione”: questi dati “devono essere usati per la prevenzione, per programmare interventi e non solo utilizzati per fotografare le situazioni, spesso in modo approssimativo e superficiale”.

 

A ricordarci con queste parole l’importanza della conoscenza e utilizzo dei dati in materia di salute e sicurezza, con particolare riferimento alla ricchezza informativa degli OPEN DATA di Inail, è un intervento, da parte di Susanna Cantoni (Presidente della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione – CIIP) al seminario “Presentazione del primo rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali. La lettura degli Open Data INAIL 2010-2018” che si è tenuto il 27 novembre 2019 a Milano. Un seminario che non solo presenta, come indicato nel titolo, il nuovo rapporto CIIP sui dati INAIL su infortuni e malattie professionali  2010-2018, ma fornisce diverse informazioni sulla rilevanza e l’uso corretto dei dati disponibili in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

 

Nell’articolo ci soffermiamo su vari interventi e sui seguenti argomenti:

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Il nuovo rapporto CIIP sui dati relativi a infortuni e malattie professionali

L’intervento “Introduzione al Primo Rapporto CIIP su infortuni e malattie professionali basato sugli Open Data INAIL”, a cura di Susanna Cantoni, si sofferma sia sull’importanza del sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP) sia sulla ricchezza informativa degli OPEN DATA di INAIL che si vogliono valorizzare con i “tanti angoli di visuale possibile, non solo da parte delle istituzioni, che dispongono di informazioni dettagliate da varie fonti”, ma soprattutto “delle forze sociali, associazioni scientifiche, professionisti della prevenzione, scuole di formazione”. 

E il rapporto CIIP presenta ai diversi attori della prevenzione, non solo le istituzioni pubbliche, uno “strumento di lettura dei dati messi a disposizione da INAIL con gli OPEN DATA perché ciascuno possa pensare a come utilizzarli alla luce delle proprie altre conoscenze, per le proprie finalità di prevenzione, per i propri target”. Un rapporto che propone analisi critiche dei dati forniti e “non intende presentare fotografie statiche e soluzioni, bensì evidenziare problemi, suscitare riflessioni, proporre approfondimenti, spunti di lavoro futuro”. 

Anche perché “l’analisi dei dati non è sufficiente soprattutto per capire le cause degli eventi e per decidere le azioni da mettere in campo. Occorrono altri sistemi e chiavi di lettura derivanti da esperienze dei diversi attori della prevenzione, da analisi sociologiche, sindacali, politiche, da sperimentazioni, ecc”.

 

Il nuovo rapporto apre, dunque, un confronto “per una migliore comprensione dei problemi e una riflessione incisiva sul cosa fare per diminuire infortuni e fare emergere le malattie professionali”. 

 

L’importanza degli open data per migliorare la prevenzione

Nell’intervento “La lettura degli Open Data Inail 2010-2018 per migliorare l’attività delle Società Scientifiche e delle Forze Sociali”, a cura di Giovanni Falasca (Università di Padova, Consulente CIIP per i data analytics), si ricorda che, riguardo ai dati Inail, Banca Dati Statistica (Dati aggregati anonimi) e Open Dati Inail (Dati analitici anonimi) “sono un sotto insieme delle informazioni presenti nei Flussi Informativi”. E i Flussi Informativi “sono l’unico sistema informativo per la prevenzione generale in Italia riservato solo alle Asl e a Inail”. 

 

Il problema è che le conoscenze utili per la prevenzione “oggi non sono disponibili per le aziende, i lavoratori e per tutte le figure preposte alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, RSPP, RLS e Medici competenti” cioè i protagonisti del D. Lgs. 81/2008. I sistemi informativi attuali “sono stati pensati più di venti anni fa soprattutto ai fini della programmazione e della vigilanza da parte di Regioni e Asl. Lo stesso SINP, peraltro non ancora nato a dieci anni dalla sua istituzione, risente di questa impostazione”. E dunque il nuovo rapporto CIIP “si pone in ottica di crescita culturale”. 

 

L’intervento riporta poi varie informazioni sia sul decreto SINP - Decreto 25 maggio 2016, n. 183 – sia sul contenuto dei dati OPEN DATA e del Rapporto CIIP con riferimento agli infortuni e alle malattie professionali.

 

Rimandando alla lettura integrale dell’intervento riprendiamo uno dei tanti grafici presentati nelle slide relative all’intervento. Riprendiamo a questo proposito un grafico relativo al quadro generale degli infortuni:

 

 

Segnaliamo che le slide presentano diversi grafici, dati e analisi interessanti. Ne segnaliamo alcuni:

  • “Percentuali di riconoscimento degli infortuni 
  • Tipologie di esito evento 
  • Livelli di gravità 
  • Infortuni mortali 
  • Tassi grezzi per gruppo ATECO
  • Tassi grezzi infortuni gravi T40 per gruppo ATECO
  • Il quadro generale delle malattie professionali
  • MSK + STC (raggruppamenti di codici ICD-10)
  • Tumori (Settore II ICD-10)”.

 

Nell’intervento si forniscono poi indicazioni sulle criticità dei dati e suggerimenti su come avere dati ancora più significativi. Ad esempio fornendo più informazioni su:

  • natura e sede delle lesioni: “la conoscenza dei danni come criterio di gravità degli infortuni”;
  • professioni: “ormai il comparto produttivo non basta più per individuare i rischi”;   
  • modalità di accadimento: “le analisi più utili per le aziende e i lavoratori applicabili anche ai near miss”.

 

L’intervento si conclude sottolineando che i Data Analytics “servono per il miglioramento continuo della sicurezza nei luoghi di lavoro e anche delle informazioni”.

 

Conoscere per prevenire non significa soltanto contare

Riprendiamo, in conclusione, anche qualche passaggio sul contributo di Roberto Agnesi (ATS Brianza) “Conoscere per prevenire… non solo contare”.

 

Si indica, a proposito dell’importanza dei dati, che gli OPEN DATA “sono uno strumento per la trasparenza nella Pubblica Amministrazione in generale, quindi non può non essere accolta favorevolmente la possibilità di una facilitazione per l’accesso ai dati relativi alla salute e sicurezza sul lavoro”.

Tuttavia, occorre evidenziare “la complessità della materia e il rischio di conclusioni affrettate, autoreferenziali e talvolta ‘interessate’”. In particolare gli strumenti informativi a disposizione “devono spostare l’attenzione degli ‘addetti ai lavori’ dal semplice numero dei casi denunciati, che possono suscitare l’interesse momentaneo del pubblico ma non sono sufficienti per una pianificazione efficace delle attività di prevenzione, verso l’analisi approfondita del contesto di danno e rischio’. 

 

In definitiva conoscere per prevenire “non significa soltanto contare “ma è necessario:

  • Distinguere’ gli eventi per individuare le priorità e TRATTARE ogni situazione (itinere, studenti, occasione di lavoro) nel proprio contesto e in funzione di fattori di rischio specifici
  • Approfondire’ con tutte le fonti informative disponibili (SINP !?) per analizzare le ‘cause’ ed adottare interventi di prevenzione ‘efficaci’”.

Si sottolinea che “non si può soltanto contare il totale dei casi totali denunciati e proporre semplicisticamente un aumento dei controlli perché si rischia di avere un effetto contrario”. E si segnala che “l’efficacia dei metodi usati nell’attività di prevenzione dalle ASL/ATS è dimostrata sul piano scientifico con studi (purtroppo pochi) di efficacia. Oggi, semmai, il problema è quello delle risorse”.

 

Concludiamo riportando un interessante frase di chiusura del contributo al seminario: è necessario “fare le cose che ‘contano’ e non quelle che ‘vengono contate’”.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica i documenti da cui è tratto l'articolo:

Introduzione al Primo Rapporto CIIP su infortuni e malattie professionali basato sugli Open Data INAIL”, a cura di Susanna Cantoni (Presidente della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione – CIIP), intervento al seminario “Presentazione del primo rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali. La lettura degli Open Data INAIL 2010-2018” (formato PDF, 0,99 MB).

 

La lettura degli Open Data Inail 2010-2018 per migliorare l’attività delle Società Scientifiche e delle Forze Sociali”, a cura di Giovanni Falasca (Università di Padova, Consulente CIIP per i data analytics), intervento al seminario “Presentazione del primo rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali. La lettura degli Open Data INAIL 2010-2018” (formato PDF, 2.06 MB).

 

Conoscere per prevenire… non solo contare”, a cura di Roberto Agnesi (ATS Brianza), contributo al seminario “Presentazione del primo rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali. La lettura degli Open Data INAIL 2010-2018” (formato PDF, 847 kB).

 

 

Scarica il documento citato nell'articolo:

Primo Rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali in Italia. Analisi degli Open Data Inail anni 2010 - 2018”, progetto a cura di Giovanni Falasca a cui hanno collaborato Susanna Cantoni, Laura Bodini, Norberto Canciani, Natale Battevi e Carolina Mensi, versione novembre 2019 (formato PDF, 3.34 MB).

 



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