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Conoscere per prevenire: come migliorare e utilizzare i sistemi informativi?

Conoscere per prevenire: come migliorare e utilizzare i sistemi informativi?
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Sorveglianza sanitaria, malattie professionali

27/09/2019

Tre interventi si soffermano sui flussi informativi e sull’utilizzo del sistema informativo per la prevenzione. L’importanza delle informazioni per le politiche di prevenzione, le criticità del SINP e le proposte per migliorarlo.

Conoscere per prevenire: come migliorare e utilizzare i sistemi informativi?

Tre interventi si soffermano sui flussi informativi e sull’utilizzo del sistema informativo per la prevenzione. L’importanza delle informazioni per le politiche di prevenzione, le criticità del SINP e le proposte per migliorarlo.

 

Milano, 27 set – Più volte si è detto, nei convegni e seminari in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che i sistemi informativi e i flussi di informazioni sulla prevenzione nei luoghi di lavoro sono molto importanti per orientare, per progettare interventi e per misurarli. Tuttavia per essere efficaci e utilizzati, “devono però anche essere istituzionalizzati, un po’ come lo è l’ISTAT per le misure di inflazione, per il costo della vita e il PIL. Altrimenti, come è successo per i Flussi Informativi, lo strumento viene utilizzato solo da pochi virtuosi, per attività che vengono poi scarsamente riconosciute”.

 

A ricordarlo è un intervento ad un incontro organizzato dal Coordinamento tecnico interregionale salute e sicurezza sul lavoro dal titolo “ In-ter-vi-stà-ti In-ter-vì-sta-ti” (Milano, 20 novembre 2018). Un contributo che cerca di rilevare, assieme ad altri interventi , non solo l’utilità di questi flussi informativi (che dovrebbero comprendere vari dati  raccolti da enti diversi: lavorazioni, vigilanza, infortuni e malattie professionali, attività di prevenzione, incidenti, …), ma anche la situazione attuale e le criticità del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP).

 

Nell’articolo ci soffermiamo su:

  • Le informazioni e il piano nazionale di prevenzione
  • Come rendere utili i flussi informativi
  • Le criticità e le proposte per il sistema informativo

 



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Le informazioni e il piano nazionale di prevenzione

Nell’intervento “Utilizzo dei sistemi informativi per il PNP”, a cura di Giovanni Falasca (professore a contratto Università di Padova e consulente Inail per i Flussi Informativi), si sottolinea che il SINP, quando sarà finalmente attivo, o i Flussi Informativi possono anche essere utilizzati dal Piano Nazionale di Prevenzione (PNP) 2014-2018/19 “per assegnare e per controllare l’andamento e il raggiungimento o meno degli obiettivi”.

Infatti già con il PNP 2014-2018 (ora esteso al 2019) attraverso i flussi informativi si ha a disposizione uno strumento “per monitorare, ad ogni aggiornamento, gli obiettivi del -10% del tasso degli infortuni gravi, del -10% del numero di infortuni in agricoltura e del +10% del numero di denunce di MP, tenendo anche conto delle variazioni a livello di PRP”.

 

E la proposta è quella di utilizzare i Flussi Informativi, “non solo per il monitoraggio, ma anche per la progettazione degli obiettivi del prossimo PNP. In questo modo si potrebbero usare indicatori ben più raffinati e aderenti alle diverse realtà italiane”.

Questi alcuni obiettivi di processo, in un elenco non esaustivo, “raggiungibili progettando gli interventi su Flussi mediante le schede di programmazione delle attività di prevenzione disponibili oppure le maschere di filtro dei dati”:

  • “Individuazione di comparti produttivi in ordine di tasso infortunistico sui quali intervenire prioritariamente.
  • Individuazione di comparti produttivi sui quali intervenire prioritariamente mediante il tasso di incidenza delle malattie a breve latenza.
  • Individuazione di cluster di popolazione lavorativa a maggior rischio di infortunio o malattia (a breve latenza): per esempio stranieri, precari, fasce d’età.
  • Programmare la vigilanza in base a liste di aziende, estratte, rispettando le priorità di comparto, in base a tassi di incidenza, eventi sentinella, o random.
  • Programmare la vigilanza in base a liste di aziende che non denunciano Infortuni o MP a breve latenza
  • Elaborare liste di aziende mediante ricerche personalizzate da includere in piani mirati personalizzati: cluster di popolazioni di particolari attività produttive o rischio (es. utilizzo di veicoli)”.

 

Come rendere utili i flussi informativi

Un altro intervento si sofferma sui flussi di informazioni e sulla loro utilità.

 

In “In merito al sistema informativo”, a cura di Battista Magna (ATS CM Milano), si ricorda che da sempre nei Servizi PSAL “si affronta il tema dei sistemi informativi quale strumento necessario per conoscere le condizioni di lavoro e per programmare le attività di prevenzione”. E se in passato questi sistemi “erano concepiti come sistemi locali o regionali”, nei primi anni 2000 “si è passati dalla concezione locale a quella nazionale, ritenendo che le informazioni potessero essere trattate, analizzate, elaborate con le stesse modalità in tutte le Regioni e le ASL italiane”. Si è creato riguardo ai flussi informativi disponibili un primo nucleo, “intorno al quale costruire il SINP che purtroppo stenta a nascere”.

 

Attualmente si indica che sono disponibili “diverse informazioni per conoscere le condizioni di lavoro, programmare e valutare l’attività di prevenzione, comunicare ai portatori di interesse. Sono informazioni riferite agli infortuni e alle malattie professionali (Flussi Informativi, INFORMO, MALPROF, Registri mesoteliomi TUNS tumori a bassa frazione eziologica, certificati di infortunio), ai rischi professionali (articolo 40, notifiche cantieri, piani di lavoro amianto, articolo 9 legge 257), alle attività svolte (sistemi locali e regionali di raccolta dei controlli effettuati e delle prescrizioni impartite)”.

 

Tuttavia questi dati perché abbiano una loro utilità “è necessario:

  • inserirli in un sistema che permetta di collegarli: l’analisi contemporanea di informazioni provenienti da più fonti permette di mirare le attività preventive verso situazioni a maggior rischio. Diverse sono le esperienze negli ultimi anni, dalla scelta dei cantieri a quella di settori o aziende
  • poter estrarre elenchi di aziende in cui intervenire: un esempio sono le schede di programmazione contenute nei Flussi Informativi
  • facilitare l’analisi da parte degli operatori”.

Mancano però all’appello – continua l’intervento - altre informazioni: “i dati INPS (utili ad esempio per l’emersione delle malattie professionali) e i registri di esposizione (utili per un approfondimento di alcuni rischi)”.

 

Le criticità e le proposte per il sistema informativo

Veniamo infine ad un contributo – “Sistemi di conoscenza: da molti a uno. Il valore della conoscenza dei quadri produttivi e occupazionali, dei rischi, dei danni…”, a cura di di A. Baldasseroni (Regione Toscana) – che ci permette di approfondire il tema del SINP, della sua funzione e delle sue criticità.

 

L’autore dopo aver ricordato il valore dei flussi Informativi segnala che l’art. 8 del D.Lgs. 81/2008 istituisce il Sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP) nei luoghi di lavoro al fine di fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l’efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, relativamente ai lavoratori iscritti e non iscritti agli enti assicurativi pubblici, e per indirizzare le attività di vigilanza, attraverso l’utilizzo integrato delle informazioni disponibili negli attuali sistemi informativi, anche tramite l’integrazione di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate.

 

Riportiamo dalle slide dell’intervento un’immagine relativa alla composizione del SINP, sempre con riferimento a quanto indicato dal Testo Unico:

 

 

E si ricorda che la partecipazione delle parti sociali al Sistema informativo “avviene attraverso la periodica consultazione in ordine ai flussi informativi”.

 

Se con l’approvazione del Decreto 25 maggio 2016, n. 183 - Regolamento recante regole tecniche per la realizzazione e il funzionamento del SINP, nonché le regole per il trattamento dei dati, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 - “dovrebbero esserci finalmente i principali tasselli per l’inizio dello sviluppo del SINP, l’intervento rileva varie criticità.

 

Riprendiamo alcune delle criticità indicate:

  • Privacy: Il “ decreto SINP” prevede “che i dati personali, sensibili e giudiziari non siano fruibili, anche da coloro che hanno diritto ad accedervi” (Art. 7 c. 4. Al fine di non consentire l’identificabilità diretta delle persone fisiche interessate, viene assegnato a ciascun soggetto, subito dopo l'acquisizione dei dati e attraverso una struttura organizzativa distinta da quella che operativamente gestisce il SINP, un codice univoco diverso dal codice fiscale. I dati inviati dagli enti, privi degli elementi identificativi diretti, sono archiviati previa separazione dei dati sensibili e giudiziari dagli altri dati. I dati sensibili e giudiziari sono trattati mediante l'utilizzazione del codice univoco).
  • Rigidità del sistema: “Vi è una rigidità degli allegati tecnici: ai sensi dell’art. 3 c. 5 del decreto SINP, ogni aggiunta o variazione delle 1210 variabili indicate nell’allegato A necessita di un nuovo Decreto Interministeriale”;
  • Mancata possibilità di integrazione con altre banche dati divenute essenziali: “le informazioni sui danni da lavoro non bastano più”. Dopo 16 anni di utilizzo dei dati dei danni da lavoro con i Flussi se ne vedono ormai i limiti: la sotto notifica nasconde le aziende a rischio; L'uso di lavoro atipico e dei sub appalti distorce i rischi aziendali; il 30% dei lavoratori è sconosciuto a INAIL; non si conoscono i lavoratori e le loro mansioni”: Nell’intervento vengono fornite informazioni sulle difficoltà e possibilità dell’utilizzo di ulteriori dati previdenziali (Inps) e sanitari
  • Mancanza di attenzione alla comunicazione: spesso c’è un “taglio scandalistico, mirato soprattutto ad eventi negativi e raramente ad evidenziare e stimolare iniziative efficaci, privilegiando spesso, tra l’altro, fonti prive di specifiche competenze”
  • Sistema non partecipato

 

Concludiamo con alcune proposte presentate nel contributo:

  • “Non è vero che il SINP debba essere ‘anonimo’: bisogna solo riscrivere il decreto (che è vecchio di dieci anni) alla luce delle più recenti e meno restrittive pronunce del garante, che dispone di ottime ‘teste’.
  • Se il SINP permette collegamenti e integrazioni, allora deve contenere almeno tutte le funzionalità di Flussi e partire da lì per andare oltre.
  • Le schede di programmazione di Flussi, ridiscusse e inserite nel SINP, possono non essere più strumenti solo per virtuosi, ma la base per i LEA, il PNP e i PRP: questa volta istituzionalizzati, obbligatori per tutti e alla base della valutazione dei risultati raggiunti 
  • Essenziale è sviluppare l’integrazione dei dati in possesso dei vari Enti. Il SINP deve essere ricerca continua di nuove informazioni da mettere a sistema: INPS, SDO, Pronto Soccorso, Cantieri, AGEA (finanziamenti agricoltura) e ancora altre fonti informative ancora da individuare per monitorare la frammentazione del lavoro in miriadi di sub appalti, partite Iva e cooperative.
  • Quale esperienza di utilizzo e incrocio di dati fra Enti per le finalità già espresse, si propone il progetto WHIP Salute (Work History Italian Panel), sistema informativo per il monitoraggio della salute dei lavoratori italiani, basato sul record linkage a livello individuale di flussi correnti di dati provenienti dagli archivi amministrativi di INPS, INAIL, Ministero della Salute e ISTA, coordinato dal Ministero della Salute e inserito nel programma statistico nazionale 2017-2019”.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica i documenti da cui è tratto l'articolo:

“ Utilizzo dei sistemi informativi per il PNP”, a cura di di Giovanni Falasca (professore a contratto Università di Padova e consulente Inail per i Flussi Informativi), intervento all’incontro “In-ter-vi-stà-ti In-ter-vì-sta-ti” (formato PDF, 241 kB).

 

“ In merito al sistema informativo”, a cura di Battista Magna (ATS CM Milano), intervento all’incontro “In-ter-vi-stà-ti In-ter-vì-sta-ti” (formato PDF, 123 kB).

 

“ Sistemi di conoscenza: da molti a uno. Il valore della conoscenza dei quadri produttivi e occupazionali, dei rischi, dei danni…”, a cura di di A. Baldasseroni (Regione Toscana), intervento all’incontro “In-ter-vi-stà-ti In-ter-vì-sta-ti” (formato PDF, 904 kB).

 

Scarica la normativa di riferimento:

Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - Decreto ministeriale n. 14 del 6 febbraio 2018 - Tavolo Tecnico per lo sviluppo e il coordinamento del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione (SINP)

 

Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Ministero della Salute, Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione - Decreto 25 maggio 2016, n. 183 - Regolamento recante regole tecniche per la realizzazione e il funzionamento del SINP, nonché le regole per il trattamento dei dati, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

 



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Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini immagine like - likes: 0
27/09/2019 (17:49:09)
La via crucis del SINP è un esempio macroscopico del "non saper fare" all'italiana. I dati su tutti gli infortuni andati a processo con pubblica udienza sono dati pubblici, pubblicati dai giornalisti sui media. L'anonimato insensato va evitato. Speriamo che questo benedetto SINP sia operativo prima del 2030.

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