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Radiazioni solari: attività di formazione e informazione dei lavoratori

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sanità e servizi sociali

03/08/2012

Prevenire il rischio relativo all’esposizione dei lavoratori outdoor alle radiazioni ottiche naturali: indicazioni per la formazione e informazione dei lavoratori. I contenuti della formazione, i tumori e il controllo periodico della pelle.

 
Siena, 3 Ago – In relazione al calore estivo, ai rischi della radiazione solare UV e all’attività dei lavoratori outdoor (lavoratori impegnati in luoghi di lavoro all’aperto) riprendiamo a parlare deirischi relativi alle radiazioni ottiche naturali con riferimento a quanto contenuto nel portale web “ PAF – Portale Agenti Fisici”, realizzato dal Laboratorio Agenti Fisici del Dipartimento di Prevenzione dell' Azienda Sanitaria USL 7 Siena.
 
Dopo aver già affrontato il tema della valutazione del rischio, degli effetti sulla salute, dei soggetti a rischio, delle misure di prevenzione e dei dispositivi e indumenti di protezione, non rimane che fare qualche breve cenno alle attività di formazione e informazione dei lavoratori.
 
Infatti nel processo di gestione della sicurezza e protezione della salute dei lavoratori il Decreto legislativo 81/2008 “pone particolare attenzione alla formazione ed informazione del lavoratore in merito ai rischi specifici presenti negli ambienti di lavoro in cui opera ed alle misure di prevenzione e protezione applicabili”.
La formazione deve essere effettuata “all’atto di assunzione del lavoratore e costantemente aggiornata in caso di cambio mansione o nel caso di variazioni nel ciclo lavorativo che comportino l’introduzione di nuovi rischi per la salute quali l’introduzione di nuove sostanze o nuove attrezzature”. Il lavoratore deve avere “piena consapevolezza dei rischi e degli interventi necessari per prevenirli e tale processo di formazione dovrà essere strutturato in maniera tale che il lavoratore non sia soltanto il destinatario di norme da osservare, ma divenga l’artefice della propria e della altrui sicurezza nell’ambiente di lavoro”.
 
 

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Il Portale Agenti Fisici indica che per i lavoratoti outdoor, ad esempio nel caso di lavoratori che operano a bordo dei pescherecci, l’informazione in merito al rischio di esposizione UV dovrà vertere in particolar modo sui seguenti punti:
- “il rischio da esposizione a UV: in particolare come varia l’esposizione nelle differenti condizioni meteorologiche e ore del giorno;
- gli effetti sulla salute (neoplastici e non);
- i fattori individuali di ipersuscettibilità (fototipo, familiarità, assunzione di farmaci);
- le metodiche di prevenzione da adottare”.
 
Mentre i contenuti della formazione potranno essere principalmente incentrati sui “seguenti aspetti:
- comportamenti specifici da adottare in relazione all’ esposizione al sole sia lavorativa che extralavorativa;
- uso adeguato dei mezzi di protezione individuale (indumenti anti UV, occhiali, prodotti antisolari);
- l’uso adeguato dei mezzi di protezione collettiva: tendoni oscuranti e aree di lavoro ombreggiate;
- il controllo periodico della propria pelle”.
 
Riguardo al controllo della pelle i lavoratori devono inoltre assimilare i seguenti concetti:
- “l'autoesame della pelle, eseguito regolarmente, può permettere di scoprire i tumori della pelle precocemente, quando sono più facili da curare e le probabilità di guarigione sono enormemente maggiori;
- il momento migliore per fare un autoesame della pelle è dopo il bagno o la doccia. Per meglio esaminare la pelle è bene porsi completamente nudi, in un ambiente ben illuminato, davanti ad un grande specchio per esaminare la superficie anteriore del corpo. Con un piccolo specchio in mano dare le spalle allo specchio grande per vedere le zone meno accessibili (dorso, collo, orecchi, ecc.). Può essere utile farsi aiutare da un familiare;
- vanno controllate tutte le zone del corpo, compreso il cuoio capelluto (per far questo possiamo aiutarci con un phon o con un pettine per spostare i capelli);
- i tumori della pelle non melanocitari (epiteliomi spinocellulari e basocellulari) compaiono di solito nelle zone esposte al sole”.
 
In particolare il lavoratore dovrà essere formato “a controllare e prestare attenzione alla presenza di lesioni arrossate e squamose o piccole ferite che non guariscono sul volto, testa, orecchie, collo, braccia e mani. Particolare attenzione a crosticine, apparentemente banali, che tolte tendono a riformarsi continuamente senza guarire”.
Inoltre è importante “controllare i propri nei, prestando attenzione ad eventuali cambiamenti di nei già presenti o all'insorgenza di nuovi nei. Il melanoma può insorgere su un neo presente da tempo o su una zona di pelle senza nei”.
 
Se in un neo si notano le seguenti caratteristiche, è bene rivolgersi subito al dermatologo:
- “forma irregolare, con una metà della lesione di grandezza diversa dall'altra;
- bordi irregolari, smerlati, con aspetto a carta geografica;
- colore non uniforme, presenza di più colori (nero, bruno, rosso, rosa), variazioni nel colore;
- diametro superiore a 6 millimetri o aumento delle dimensioni negli ultimi mesi;
- modifiche del suo aspetto, delle dimensioni (ingrandimento) e sanguinamento spontaneo”.
 
Infine riportiamo ulteriori elementi di cui tener conto nella formazione dei lavoratori outdoor:
- “non esiste una precisa relazione dose-risposta tra esposizione a radiazione UV e patologie fotoindotte, in particolare patologie neoplastiche, per cui non è possibile fissare un valore soglia al di sotto del quale non vi sia la comparsa di tali patologie;
- la comparsa delle patologie fotoindotte è influenzata anche da fattori costituzionali del soggetto (fototipo, familiarità);
- anche  l’esposizione extraprofessionale a radiazione solare è fonte di rischio;
- vi possono essere altri fattori professionali che possono causare patologie cutanee simili alle fotoindotte (ad esempio l’epitelioma spinocellulare causato dall’esposizione a idrocarburi aromatici policiclici)”.
 
 
 
 
 
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