Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Logo PuntoSicuro
  • Iscriviti
  • Abbonati ora
  • Accedi
Il quotidiano sulla sicurezza
  • Home
  • Articoli
    • Sicurezza sul lavoro
    • Incendio, emergenza e primo soccorso
    • Security
    • Ambiente
    • Sicurezza
    • Tutti gli articoli
  • Documenti
  • Banca Dati
    • Banca Dati PuntoSicuro
    • Servizio di attestazione
    • Servizio I tuoi preferiti
  • Approfondimenti
    • Normativa sicurezza sul lavoro: D. Lgs. 81/2008
    • Normativa antincendio: D.M. 10 marzo 1998
    • Normativa primo soccorso: D.M. 388/2003
    • Protezione Dati Personali: GDPR 2016/679
    • Normativa Accordi Stato Regioni
    • Normativa Coronavirus
  • FORUM
  • PUBBLICITÀ

Area riservata:

Password dimenticata?
Username dimenticato?

Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'.

Accetta i cookie


Crea PDF

Stress: il ruolo dello psicologo del lavoro nel processo di valutazione

Stress: il ruolo dello psicologo del lavoro nel processo di valutazione
Massimo Servadio

Autore: Massimo Servadio

Categoria: Rischio psicosociale e stress

16/01/2015

Nella valutazione dello stress lavoro-correlato un coinvolgimento dello Psicologo del Lavoro potrebbe rappresentare un valore aggiunto. Perché utilizzare uno Psicologo del Lavoro? Riflessioni a cura di Massimo Servadio.

Stress: il ruolo dello psicologo del lavoro nel processo di valutazione

Nella valutazione dello stress lavoro-correlato un coinvolgimento dello Psicologo del Lavoro potrebbe rappresentare un valore aggiunto. Perché utilizzare uno Psicologo del Lavoro? Riflessioni a cura di Massimo Servadio.

È sufficiente dare uno sguardo ai dati relativi all’incidenza e alla diffusione dello  stress da lavoro nel nostro continente per comprendere come la portata negativa del fenomeno sia particolarmente gravosa. Un recente sondaggio d’opinione paneuropeo condotto dall’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro ha rivelato che il 51% dei lavoratori europei ritiene lo stress lavoro-correlato un problema comune nel proprio luogo di lavoro e che all’incirca quattro lavoratori su dieci pensano che lo stress non sia adeguatamente gestito nel loro luogo di lavoro. Dai dati emerge inoltre che il 66% dei lavoratori attribuisce lo stress alle “ore lavorate o al carico di lavoro”. Gli studi suggeriscono infine che il 50-60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuto allo stress lavoro-correlato e ai  rischi psicosociali e come nell’arco di nove anni, quasi il 28% dei lavoratori europei siano esposti a tale tipologia di rischio in grado di compromettere il benessere mentale. Infine nelle organizzazioni molto piccole, con un organico non superiore alle nove unità, il 45% dei lavoratori considera lo stress lavoro-correlato un problema comune, e nelle organizzazioni di maggiore dimensione questa percentuale sale al 54-58%. Sono dati e percentuali, quindi, che sottolineano la gravità del fenomeno e che impongono un’attenzione marcata e crescente a tutti gli aspetti ad esso connessi.

Pubblicità
MegaItaliaMedia

Nel corso degli ultimi anni, di conseguenza, è cresciuta la consapevolezza di come lo stress lavoro-correlato determini un impatto enorme sia sulla salute psicofisica degli individui che sull’efficacia ed efficienza produttiva. Partendo dall’assunto che le persone che lavorano in azienda costituiscono la risorsa essenziale e imprescindibile per la qualità ed il successo dell’azienda stessa, diventa fondamentale che le organizzazioni si impegnino con forza per assicurare le migliori condizioni di lavoro possibili, prevenendo quindi le diverse forme dello stress lavorativo e i suoi differenti esiti.
 
In quest’ottica, il processo di valutazione di tutti i rischi psicosociali, ed in particolare quello inerente allo stress lavoro-correlato, si inserisce nell’ambito della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro con l’obiettivo di sensibilizzare il Datore di Lavoro, il Management Aziendale e il Servizio di Prevenzione e Protezione verso un più ampio orizzonte di pericoli per il benessere personale e organizzativo. Una valutazione del rischio stress lavoro-correlato, di conseguenza, dovrebbe rappresentare una grande opportunità di crescita e di sviluppo aziendale, opportunità finalizzata all’incremento del benessere organizzativo e quindi, in maniera correlata, al miglioramento delle performance aziendali. Per cogliere questa opportunità occorre però gestire il processo di valutazione e i suoi esiti/effetti (azioni preventive e/o di miglioramento) in modo competente tramite l’ausilio di metodologie ad hoc e ancor di più di figure professionali specificamente formate e addestrate all’utilizzo dei diversi strumenti di indagine, di carattere oggettivo e soggettivo. Come sottolineato in un precedente articolo, poi, considerato che le professionalità in gioco sono verosimilmente diverse, è altrettanto fondamentale che il “gruppo di valutazione” interagisca e si integri nel migliore dei modi con l’obiettivo di raggiungere un risultato efficace in riferimento al processo stesso di valutazione.
 
La scelta di eventuali consulenti esterni che vadano ad integrare l'attività del SPP aziendale è sempre demandata al Datore di Lavoro ma, nel “mare magnum” delle professionalità che si cimentano (e, a volte, si improvvisano) nella valutazione dello stress lavoro-correlato, è importante porre in evidenza le principali motivazioni per le quali un coinvolgimento dello Psicologo del Lavoro potrebbe rappresentare un “valore aggiunto” per un’efficace realizzazione di tali attività, sia nella fase di valutazione preliminare, sia, soprattutto, nell’eventuale fase di approfondimento.
 
La domanda è quindi la seguente: perché lo Psicologo del Lavoro?
In primis perché lo stress lavoro-correlato si configura come un rischio particolare rispetto alle altre tipologie conosciute e rilevate, un rischio nel quale è intrinseca una forte componente soggettiva. Se per categorie quali, per esempio, il rischio chimico o il rischio biologico è possibile individuare una soglia di pericolosità, risulta difficile (se non impossibile), nonostante gli strumenti a disposizione, fare altrettanto per lo stress lavorativo, in prima battuta perché quest’ultimo dipende fortemente dalla percezione della singola persona; in seconda battuta perché i fattori di rischio psicosociale dipendono sia da aspetti di carattere strutturale/ organizzativo, sia da una componente relazionale legata al contesto. Una lettura “psicologica” di tali fattori, fornita da un esterno all’organizzazione, potrebbe aiutare i rappresentanti aziendali nell’impostare nel modo corretto il percorso di valutazione, a non interpretare rigidamente i dati raccolti e a dare supporto per eventuali interventi correttivi/migliorativi.
Come evidenziato poi dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, le competenze dello Psicologo del Lavoro dovrebbero risultare, in linea generale, coerenti e funzionali con gran parte dei compiti previsti dal D.Lgs. 81/08, sia per ciò che concerne l’individuazione e la valutazione dei rischi psicosociali legati allo stress, sia per le attività di prevenzione degli esiti di strain, quali ad esempio la formazione del personale, l’informazione e le comunicazioni riguardanti la salute e i rischi lavorativi e la consulenza alla gestione del sistema organizzativo.
 
Altrettanto importante, lo Psicologo dovrebbe disporre poi delle competenze necessarie al coinvolgimento e all’attivazione dei membri dell'organizzazione, lavoratori compresi, attivando così un cambiamento di mentalità dall’interno, nell’ottica che coloro che vivono quotidianamente la realtà aziendale possano fornire un contributo determinante alla prevenzione dei rischi di natura psicosociale.
 
In definitiva, per lo svolgimento delle attività di identificazione e valutazione dei fattori stressanti sul posto di lavoro risultano necessarie conoscenze teoriche e competenze appropriate che contraddistinguono la formazione e l’attività professionale di uno Psicologo preparato negli ambiti del lavoro, delle organizzazioni e delle risorse umane. È auspicabile quindi che questa figura professionale diventi un punto di riferimento nel “team” di valutazione, contribuendo a rendere la valutazione un’effettiva occasione per l’organizzazione di ripensare ai propri processi, alle proprie dinamiche interne e mettere in atto dei processi di reale miglioramento e sviluppo.
 
  
 
Massimo Servadio
Psicologo del Lavoro e delle Organizzazioni
 
 

Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
 

I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'


Pubblica un commento

Rispondi Autore: M.MARIO immagine like - likes: 0
16/01/2015 (08:19:54)
Non mi sembra che nel D.Lgs. 81/08 si parli di uno psicologo. Non a caso l'RSPP fa un corso anche per la materia in questione.
Il Servizio Prevenzione al massimo qualora si senta carente in materia può farsi assistere.
Saluti
Rispondi Autore: Paolo Vaccarino immagine like - likes: 0
19/01/2015 (00:55:56)
Concordo!!

E' soprattutto una questione di mentalità da infondere, se fatta bene la valutazione non vuole solo rispondere ad un obbligo di legge ma essere una fotografia per aiutare l'azienda a migliorare la sua organizzazione per migliorare i prodotti e i servizi offerti e il suo valore.

Per il Sig. Mario: è vero che nel decreto non si parla di psicologo ma non pensa che sarebbe meglio puntare al massimo, avendo una professionalità dedicata per questi aspetti? Quando deve farsi curare cerca un medico o si affida a qualcuno che ha fatto, scusi il gioco di parole, un corso di primo soccorso?!?

Pubblica un commento

Banca Dati di PuntoSicuro

Banca dati, normativa sulla sicurezza

Altri articoli sullo stesso argomento:

Malattia professionale, lavoro agile e necessità di una revisione normativa

Napo in… tecnostress

Lavoro da remoto e tecnologia: carico di lavoro e conflitti casa/lavoro

Nuove tecnologie e rischi professionali derivanti da iperproduttività


Forum di PuntoSicuro Entra

FORUM di PuntoSicuro

Quesiti o discussioni? Proponili nel FORUM!

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Notizie FLASH

09LUG

Lavoro: no alle impronte digitali per la rilevazione presenze

07LUG

Regione Lombardia firma un protocollo per la salute e la sicurezza

03LUG

Patente a crediti nei cantieri

Consulta gli ultimi documenti della Banca Dati

Banca dati, normativa sulla sicurezza
11/07/2025: MASE – Interpello nr 0177797 del 01.10.2024 - Indicazioni in merito a interpello ex art. 3-septies del D. Lgs 152/2006 in ordine all’applicazione della disciplina REACH ai materiali End of Waste.
11/07/2025: Regione Emilia-Romagna - Ordinanza n. 150 del 30 giugno 2025 - Ordinanza contingibile e urgente per motivi di igiene e sanità pubblica - Misure di prevenzione per attività lavorativa in condizioni di esposizione prolungata al sole.
10/07/2025: Regione Liguria - Ordinanza 26 giugno 2025, n. 1 – emergenza caldo
10/07/2025: Suva - Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni - Lavorare in sicurezza con scale portatili e sgabelli a gradini - 2023
ACCEDIABBONATI ORA

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Articoli per categorie


SICUREZZA STRADALE

2 preziosi manuali per accrescere la sicurezza stradale


RISCHI DA AGENTI BIOLOGICI

La gestione sicura dei medicinali pericolosi sul posto di lavoro


LAVORATORI AUTONOMI, IMPRESE FAMILIARI

Radiazioni ionizzanti: quali sono le novità per i lavoratori autonomi?


RADIAZIONI OTTICHE

Nuovi fogli di calcolo per valutare l’esposizione a ROA sul lavoro


TUTTE LE CATEGORIE

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

PuntoSicuro Media Partner

PuntoSicuro Media Partner Healthy Workplaces

REDAZIONE DI PUNTOSICURO

  • Direttore: Luigi Meroni

  • Redazione: Federica Gozzini e Tiziano Menduto

CONTATTI

  • redazione@puntosicuro.it

  • (+39) 030.5531825

CHI SIAMO

  • Cos'è PuntoSicuro
  • Newsletter
  • FAQ Newsletter
  • Forum
  • Video PuntoSicuro
  • Fai pubblicità su PuntoSicuro

PUNTOSICURO È UN SERVIZIO

Logo Mega Italia Media

SEGUICI SUI SOCIAL

FacebookTwitterLinkedInInstagramYouTubeFeed RSS

PuntoSicuro è la testata giornalistica di Mega Italia Media. Registrazione presso il Tribunale di Brescia, n. 56/2000 del 14.11.2000 - Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n. 16562. ISSN 2612-2804. È sito segnalato dal servizio di documentazione INAIL come fonte di informazioni di particolare interesse/attualità, è media partner della Agenzia Europea per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro EU-OSHA per le campagne di sensibilizzazione su salute e sicurezza.
I contenuti degli articoli possono contenere pareri personali degli autori. Non si risponde per interpretazioni che dovessero risultare inesatte o erronee.
I documenti della Banca dati di PuntoSicuro non possono essere considerati testi ufficiali: una norma con valore di legge può essere ricavata solo da fonti ufficiali (es. Gazzetta Ufficiale). Per informazioni su copyright e modalità di consultazione: Condizioni di abbonamento.
I prodotti e i servizi pubblicitari sono commercializzati da Punto Sicuro con queste Condizioni di vendita.

Mega Italia Media S.p.A. | Via Roncadelle, 70A - 25030 Castel Mella (BS) - Italia
Tel. (+39) 030.2650661 | E-Mail: info@megaitaliamedia.it | PEC: megaitaliamedia@legalmail.it
C.F./P.Iva 03556360174 | Numero REA BS-418630 | Capitale Sociale € 500.000 | Codice destinatario SUBM70N | Codice PEPPOL 0211:IT03556360174

Privacy Policy | Cookie Policy | Dichiarazione di accessibilità