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Sicurezza in condominio e negli ambienti di vita: le scale e gli ascensori

Sicurezza in condominio e negli ambienti di vita: le scale e gli ascensori

Indicazioni sulla sicurezza nei condominii e negli ambienti di vita. Gli incidenti e gli infortuni domestici e professionali con le scale portatili. Gli incidenti nell’utilizzo degli ascensori, il parco degli impianti in funzione e le verifiche periodiche

 

Milano, 8 Ott – Quando si parla di sicurezza in un condominio non sempre si può fare riferimento alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, specialmente se in assenza di dipendenti condominiali  o di lavorazioni in appalto. Spesso, in questo caso, abbiamo a che fare con ambienti di vita, con “non luoghi di lavoro”.


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Scale - utilizzo in sicurezza - 1 ora
Informazione ai lavoratori sui rischi specifici ai sensi dell'art. 36 del D.Lgs. 81/2008 - L'utilizzo delle scale in ufficio, in magazzino, nella grande distribuzione
 

Tuttavia è proprio in questi non luoghi di lavoro che avviene circa l’80% degli incidenti…

 

Infortuni negli ambienti di vita, al lavoro e in itinere

 

A fornire alcune informazioni sulla sicurezza di alcune attività che si svolgono nei condominii e negli ambienti di vita è un documento - proposto all’attenzione dei partecipanti al convegno “ Prevenzione in condominio e nella proprietà immobiliare” (Milano, 15 novembre 2017) - relativo ad un intervento di Nicola De Lussu (ATS Milano) al primo seminario intersocietario di studio dal titolo “La prevenzione e la promozione della salute in Lombardia: criticità e prospettive” (Milano, 27 ottobre 2017).

 

La sicurezza delle scale portatili negli ambienti di lavoro e di vita

Nell’intervento di Nicola De Lussu si indica che riguardo a questi “non luoghi di lavoro” è “necessaria una sensibilizzazione al rischio dell’utente ‘non lavoratore’”.

E sono presentate alcune “cartoline” relative ai principali rischi e pericoli, ad esempio con riferimento alle scale portatili, attrezzature di lavoro che vengono utilizzate sia in ambienti di vita che di lavoro.

 

Si ricorda che l’incidente domestico è “caratterizzato da tre fattori: si tratta di un evento accidentale improvviso determinato da una causa esterna involontaria che si verifica in una abitazione o nell’ambito domestico e che comporta conseguenze temporanee o permanenti sulle condizioni di salute di una persona a causa di lesioni di vario tipo”.

 

E i dati Istat pubblicati ad aprile 2016 “mostrano come quasi l’11% della popolazione italiana abbia dichiarato di essere stata coinvolta in un incidente domestico nei tre mesi antecedenti l’intervista. Le categorie più a rischio sono gli anziani, i bambini e le donne”.

Sul sito del Ministero della Salute vengono poi riportate le più frequenti tipologie di incidenti domestici:

  • Ferite da taglio (41%) causate da coltelli o altri oggetti taglienti, come bicchieri, lattine, bottiglie e scatolette metalliche.
  • Cadute (29%), che possono originarsi da scale removibili, sgabelli, tappeti e tappetini, scale fisse.
  • Ustioni provocate da pentole, forno, fornelli, ferro da stiro, olio bollente o acqua / vapore bollente. Un accesso al Pronto Soccorso su 10 riguarda proprio questo tipo di incidente domestico”.
  • Avvelenamenti che “riguardano soprattutto i bambini: avvelenamenti per ingestione di detersivi, insetticidi, prodotti per il giardinaggio, lasciati incustoditi o a portata di bambino o travasati in bottiglie anonime” anche con riferimento all’ingestione di pile.

 

Inoltre il sistema europeo di sorveglianza degli incidenti della Commissione europea “ha rilevato che nel periodo tra il 2002 e il 2007 su circa 41.200.000 incidenti approssimativamente 413.000 (circa l’1%) hanno coinvolto il prodotto ‘ scala portatile’”. In particolare, la casa (nel 66% dei casi) ‘risulta il luogo con maggiore frequenza di accadimento di incidente, confermando che laddove, come per il luogo di lavoro, esista una maggiore professionalità unita a una formazione e a un adeguato controllo, si ottengono buoni risultati’. E una gran parte degli incidenti “avviene durante le attività legate al tempo libero e al lavoro gratuito”.

 

Il relatore, che riporta poi molte tabelle e fotografie relative agli infortuni che avvengono con le scale, indica che “prendendo come riferimento i dati INAIL, di tutti gli infortuni riconosciuti in Italia dal 2000 al 2011 (6.784.559 infortuni), 254631 sono avvenuti con il coinvolgimento di scale portatili (pari quindi al 4% del totale degli infortuni). Considerando la gravità degli infortuni (esito mortale o con postumi permanenti o con prognosi temporanea ≥ 40 giorni), si osserva che degli infortuni avvenuti con il coinvolgimento di scale portatili ben il 30% sono gravi, contro il 20% degli infortuni gravi sul totale dei riconosciuti. Questo sta ad indicare che gli infortuni con scale portatili sono spesso gravi”.

 

Gli infortuni con le scale

 

I dati mostrano, dunque, come gli infortuni con le scale riguardino sia gli ambiti di lavoro che di vita e come sia necessario indurre anche i “non lavoratori” – come ricordato nel documento Inail “ I fattori di rischio e la normativa per la sicurezza delle scale portatili” – ‘a seguire certi criteri di utilizzo della scala e a non seguire criteri istintivi e/o improvvisazioni’. E il solo modo ‘che può portare a un buon risultato è quello di modificare l’approccio culturale del consumatore quando questi debba affrontare qualsiasi attività che comporti dei rischi’. Un discorso che va oltre l’utilizzo di una scala e investe più in generale la cultura della sicurezza che ‘deve essere sistematicamente affrontata in ogni scuola di ordine e grado, in quanto è da lì che si forma il futuro consumatore e/o il lavoratore’.

 

La sicurezza e gli incidenti con gli ascensori

L’intervento di De Lussu si sofferma poi sulla sicurezza e insicurezza degli ascensori.

 

Riguardo alle criticità collegate agli ascensori si segnala che il parco ascensoristico nazionale “è uno dei più ampi ma anche più datati d'Europa: circa il 40% degli impianti in funzione ha più di 30 anni e oltre il 60% non è dotato di tecnologie moderne capaci di garantire un livello assoluto di sicurezza agli utenti (sistemi di chiamata d'emergenza, di chiusura delle porte automatiche, il livellamento tra piano e cabina di ascensore)”.

 

Qual è la prima causa di incidente in ascensore?

 

Il relatore indica che, secondo i dati di Anacam (Associazione Nazionale Imprese di Costruzione e Manutenzione Ascensori), sarebbe “il dislivello che si crea tra il pavimento della cabina e il piano di sbarco del pianerottolo. Un problema che, secondo il presidente Anacam, potrebbe ‘essere eliminato con una corretta manutenzione, ma nella maggior parte dei casi c'è bisogno di un intervento di manutenzione straordinaria attraverso l'inserimento di un dispositivo che consenta di far livellare la cabina al piano’.

 

La seconda causa di incidente è invece “l'urto con le porte automatiche in chiusura: ‘la vecchia tecnologia prevedeva che le porte si dovessero ritirare quando incontravano un ostacolo, oggi è possibile evitare l'urto attraverso l'inserimento di una barriera di fotocellule che impediscono proprio l'urto e si ritraggono ancora prima di toccare la persona’. 

 

La relazione riprende alcuni stralci dell’Assemblea Nazionale ANACAM - 45a edizione in cui si indica che in Italia “gli impianti in servizio sono quasi 1 milione, suddivisi per epoche di costruzione. Gli ascensori installati prima del 1999, pari all’85% di quelli installati, non sono dotati delle moderne tecnologie che garantiscono un adeguato livello di sicurezza per gli utenti e per gli operatori. Ciò significa che 3 ascensori ogni 20 condomini (il rimanente 15%) possiedono un livello di sicurezza adeguato. Il 15% degli ascensori possono essere paragonati alla Balilla e alla Topolino, due automobili bellissime ma con una tecnologia abbastanza semplice. A Roma ci sono addirittura ascensori con le guide di legno, ascensori di due secoli fa, di metà dell’800”. “Poi abbiamo quelli realizzati dal 1963 al 1991, fino all’applicazione pratica della EN 81-1 (il DM 587 e del 1987 ma l’ISPESL ci mise 4 anni per applicarlo): questi ascensori possono essere paragonati a una due cavalli. Gli ascensori installati tra il 1991 e il 1999 sono paragonabili a una Panda. Andiamo sulla Punto, per gli impianti realizzati dal 1999 al 2007 più o meno. E infine abbiamo il Suv per gli ascensori di tecnologia odierna, pari al 5% del totale”.

 

Si ripropone anche uno stralcio, sempre con riferimento all’assemblea nazionale ANACAM, dell’intervento dell’Ing. Luigi Clementi (Coordinatore del Gruppo Specialistico Ascensori di ALPI Associazione), in cui si indica che ‘i requisiti minimi di sicurezza sono quelli previsti dalla famosa Raccomandazione della Commissione Europea dell’8 giugno 1995, la 95/216/CE sul miglioramento della sicurezza degli ascensori esistenti’. Inoltre i controlli periodici ‘sono effettuati dai manutentori ogni sei mesi e dagli ingegneri degli Organismi notificati ogni due anni. La verifica periodica biennale è effettuata dall’ingegnere ispettore incaricato in base al comma 3 dell’art. 13 del DPR 162/99: ‘Le operazioni di verifica periodica sono dirette ad accertare se le parti dalle quali dipende la sicurezza di esercizio dell’impianto sono in condizioni di efficienza, se i dispositivi di sicurezza funzionano regolarmente e se è stato ottemperato alle prescrizioni eventualmente impartite in precedenti verifiche’”.

 

Concludiamo l’articolo segnalando che l’intervento di Nicola De Lussu, che vi invitiamo a leggere integralmente, si sofferma anche sui rischi relativi alle attività in ambienti confinati nei condominii, sulla manutenzione del verde e sui problemi elettrici e impiantistici.

 

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica i documenti da cui è tratto l'articolo:

La prevenzione in Regione Lombardia e l’applicazione della Legge 23/2015: la situazione e le proposte. Territorio e salute: il contributo della sanità pubblica alla qualità ambientale e degli ambienti di vita: sviluppo urbano, qualità delle acque, qualità delle abitazioni e degli ambienti di vita”, a cura di Nicola De Lussu (ATS Milano), intervento al seminario interassociativo del 27 ottobre 2017 “La prevenzione e la promozione della salute in Lombardia: criticità e prospettive” (formato PDF, 8.47 MB).



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