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Buone prassi per la manutenzione delle strutture contenenti amianto

Buone prassi per la manutenzione delle strutture contenenti amianto
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Linee guida e buone prassi

26/06/2013

Una buona prassi validata dalla Commissione Consultiva presenta alcune soluzioni per un’efficace attività di manutenzione e controllo delle strutture contenenti amianto. Le criticità, gli obblighi normativi e l’utilizzo di rappresentazioni grafiche.

Roma, 26 Giu – Spesso le attività di manutenzione e controllo delle strutture contenenti amianto (m.c.a.) non sono di facile attuazione, anche quando si disponga di sufficienti risorse umane ed economiche. In particolare quando si opera su strutture complesse, ad esempio su edifici dislocati in più sedi o strutture estese su grandi superfici, uno degli obiettivi è la “necessità di dover disporre, alla fine delle attività di censimento e/o di bonifica, di una mole di dati completa, ma anche sufficientemente sintetica e di facile lettura”.
 
A raccontare queste necessità e a presentare delle soluzioni valide è un documento dal titolo “La pianificazione della manutenzione dei materiali contenenti amianto e l’informazione ai lavoratori - Uno strumento operativo per il controllo e il coordinamento delle attività manutentive dei materiali contenenti amianto”, elaborato nel 2011 da M. Laura Palmas e Sabrina Romano – ENEA – UCFS - Sicurezza e Organizzazione Logistica.
Il documento è correlato alla buona prassi validata dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro nella seduta del 30 maggio 2012.

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La buona prassi “La mappatura figurata” affronta infatti il tema della pianificazione della manutenzione dei materiali contenenti amianto e mostra  alcune soluzioni applicate al Centro Ricerche Casaccia dell’ ENEA. Centro Ricerche che si sviluppa su un territorio di circa 98 ettari comprendente 150 edifici: alcuni di essi realizzati con componenti strutturali contenenti amianto (m.c.a.).
 
La scheda sottolinea che la presenza di m.c.a. “costituisce un pericolo in quanto un’eventuale aerodispersione di fibre di amianto può comportare un rischio cancerogeno” e la dispersione di fibre in aria “può verificarsi in caso di degrado e/o in caso di disturbo dei m.c.a.”.
Pertanto, “il Responsabile per il controllo e la manutenzione dei m.c.a. deve:
- monitorare lo stato di conservazione dei m.c.a.: per raggiungere questo obiettivo si possono prevedere analisi di campioni di massa, analisi di campioni d’aria ambiente, esami visivi, che possono riguardare più componenti strutturali di uno stesso edificio;
- autorizzare espressamente eventuali interventi sui m.c.a. onde evitare i rischi derivanti dal disturbo dei materiali suddetti: per raggiungere il secondo obiettivo, ovvero efficaci misure di sicurezza, gli esiti delle indagini sopra indicate “devono essere trasmessi agli occupanti degli edifici interessati al problema, agli addetti alle manutenzioni, ad eventuali appaltatori esterni, e devono essere definiti specifici permessi di lavoro”.
Risulta dunque essenziale “che il trattamento ed il trasferimento delle informazioni avvenga secondo modalità che non inducano in errori involontari o in errate interpretazioni dei dati da parte di persone prive di esperienza specifica in materia; quindi è necessario individuare modalità di comunicazione semplici ed efficaci”.
 
La soluzione prospettata presuppone l’ausilio di strumenti informatici.
 
Si è progettato in particolare uno schema figurativo (presentato negli allegati della scheda),
di semplice lettura, da associare alle planimetrie degli edifici nella mappa generale “in modo che si possa individuare con immediatezza quale è lo stato di attuazione complessivo del Piano delle manutenzioni dei m.c.a.”: “dove è presente il rischio, dove è necessario programmare interventi a breve, medio, lungo termine; che tipo di interventi effettuare, le quantità di materiali da bonificare”.
Inoltre:
- “la rappresentazione grafica semplificata consente al lettore inesperto in materia di comprendere immediatamente l’informazione”;
- è stato “definito uno schema di permesso di lavoro che serve al Responsabile per il controllo dei m.c.a. per autorizzare preventivamente gli interventi sui m.c.a.”.
 
Dunque “con un colpo d’occhio” è possibile disporre delle seguenti informazioni:
- “edifici con presenza-assenza-sospetto di presenza di materiale contenente amianto;
- localizzazione dei componenti strutturali con presenza di amianto (coperture, pavimenti etc);
- stato di conservazione dei componenti strutturali contenenti materiali con amianto;
- esito delle analisi di campioni di massa, se effettuate;
- esito delle analisi d’aria ambiente, se effettuate;
- esito degli esami visivi, se effettuati”.
E lo schema cosi strutturato, associato alle mappature generali, può:
- “facilitare il controllo dello stato di attuazione e dell’aggiornamento (basta cambiare i colori) del piano delle manutenzioni;
- fornire informazioni complessive a chi deve investire per gli eventuali interventi di manutenzione;
- trasformarsi in un cartello segnaletico” (riportato nella scheda) per i luoghi di lavoro ad informazione degli occupanti gli edifici e degli eventuali addetti alle manutenzioni per prevenire interventi inappropriati sui materiali contenenti amianto.
 
La rappresentazione grafica così strutturata ha significato specialmente “nel caso di mappature che comprendano diversi stabili perché offre il vantaggio di fornire un quadro complessivo utile sia al Responsabile per il controllo dei m.c.a. sia al Datore di Lavoro”.
 
Riportiamo, dal documento presente nella scheda, alcune indicazioni sugli obblighi normativi in tema di protezione della salute in presenza di amianto.
 
Il documento ricorda che quando si interviene su edifici costruiti prima del 1992, è frequente la possibilità di trovare m.c.a., poiché l’amianto é stato utilizzato quale elemento costitutivo di numerosi materiali da costruzione.
E per individuare i manufatti che contengono amianto “occorre procedere in modo razionale, seguendo un programma di ispezione capillare che preveda la ricerca della documentazione aziendale, l’ispezione diretta dei siti per verificare lo stato di conservazione, la valutazione del rischio potenziale di rilascio di fibre”.
Nel caso che sia accertata la presenza di amianto, il proprietario dell'immobile e/o il responsabile dell'attività dovrà:
- “designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive che possono interessare i m.c.a.;
- tenere un'idonea documentazione da cui risulti l'ubicazione e lo stato di conservazione dei materiali contenenti amianto;
- porre idonei segnali di avvertenza sulle installazioni soggette a frequenti interventi manutentivi (caldaie, tubazioni, tramezzi) allo scopo di evitare che l’amianto venga inavvertitamente disturbato e quindi disperso in aria;
- garantire il rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi manutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare un disturbo dei materiali di amianto;
- predisporre una specifica procedura di autorizzazione per le attività di manutenzione, tutti gli interventi effettuati dovrà essere tenuta una documentazione verificabile;
- fornire una corretta informazione agli occupanti dell'edificio sulla presenza di amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare;
- provvedere, nel caso siano in opera materiali friabili, a far ispezionare l'edificio almeno una volta all'anno (da personale esperto in grado di valutare le condizioni dei materiali), redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica. Copia del rapporto dovrà essere trasmessa alla ASL competente la quale può prescrivere di effettuare un monitoraggio ambientale periodico delle fibre aerodisperse all'interno dell'edificio”.
 
Il documento si conclude sottolineando che la soluzione prospettata, che permette di leggere e interpretare correttamente e con immediatezza i dati relativi alle manutenzioni dei m.c.a., si “inserisce in una logica di semplificazione delle procedure e della documentazione aziendale”.
Infatti il documento cartaceo “si presta spesso ad essere trasmesso e aggiornato in modo poco chiaro o impreciso; occorre invece mettere a punto strumenti operativi di facile lettura anche per i non addetti ai lavori, che, con l’ausilio di rappresentazioni grafiche, permettano la visualizzazione immediata dello stato di attuazione dei programmi di intervento, il loro rapido aggiornamento ed eventualmente l’informazione dei lavoratori e di appaltatori esterni”.
 
 
 
 
RTM
 
 

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