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Festa della donna: una valutazione sensibile alla differenza di genere

Festa della donna: una valutazione sensibile alla differenza di genere

Nella giornata dedicata alla donna alcune indicazioni per favorire una prevenzione sensibile alla dimensione di genere. Come includere la differenza di genere nella valutazione dei rischi. L’importanza della specificità e soggettività dei lavoratori.


Roma, 08 Mar – Non importa che la giornata internazionale della donna non sia realmente correlata, almeno come data, all’incendio e alla morte di centinaia di operaie a New York (nella città un avvenimento simile sembra sia avvenuto in realtà il 25 marzo 1911). In questa fase di profonda crisi economica non è comunque possibile parlare di donne senza fare riferimento alla scarsa occupazione femminile o alla carente tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.  
Riguardo a quest’ultimo aspetto, che compete come tematica al nostro giornale, si può facilmente rilevare come la diminuzione degli infortuni sul lavoro di questi anni abbia interessato più la componente maschile che femminile. Nel 2011 i dati mostrano non solo una riduzione degli infortuni del 7,0 % per i lavoratori e solo del 5,6% per le lavoratrici, ma addirittura un sensibile aumento per le lavoratrici degli infortuni mortali (+15,4%).
 
In Italia, come mostrano anche i dati occupazionali, esiste un “problema di genere”, ed è compito del nostro giornale affrontare la mancanza di eguaglianza in termini di salute e sicurezza fornendo informazioni sulla possibilità di adottare un approccio preventivo sensibile alla dimensione di genere.
 
Nei due volumi Inail, già presentati da PuntoSicuro, dal titolo “ Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee guida e primi strumenti operativi” è presente ad esempio (primo volume) un capitolo dedicato alla gestione della sicurezza e alla valutazione dei rischi, curato da Gabriele Colaianni, Lorenzo Paciscopi e Chiara Parretti.
 
Se la base del successo di un sistema di gestione della salute e sicurezza è il processo di valutazione del rischio, la prevenzione in tema di salute e sicurezza sul lavoro (SSL) necessita di un approccio sensibile alle specificità di genere. Un approccio di questo tipo permette di “esaminare efficacemente i rischi e i problemi di salute meno visibili e che sono più comuni tra le lavoratrici e i lavoratori, in modo da porre in essere adeguati interventi preventivi”.
In questo senso anche la valutazione dei rischi, malgrado “la maggior parte della legislazione europea in materia di SSL sia neutrale rispetto al genere”, può essere rivista in una prospettiva che tenga conto delle differenze tra lavoratori maschi e femmine.
 
Suddividendo il processo di valutazione dei rischi in cinque fasi (individuazione dei rischi, valutazione dei rischi, definizione delle misure preventive, implementazione delle soluzioni, monitoraggio e revisione), possiamo riprendere alcuni suggerimenti dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro ( EU-OSHA) per includere gli aspetti di genere per ciascuna fase.
 
Passo 1. Individuazione dei rischi:
- “considerare i rischi più frequenti nelle mansioni prevalentemente maschili e in quelle prevalentemente femminili, ad esempio toccando gli ambiti evidenziati in questo documento;
- considerare tanto i rischi per la salute quanto quelli per la sicurezza;
- chiedere in forma strutturata sia alle donne che agli uomini quali problemi incontrano nel lavoro;
- evitare di considerare qualsiasi elemento come scontato o futile in partenza;
- considerare tutta la forza lavoro, ad esempio gli addetti alle pulizie e alla reception;
- non tralasciare i lavoratori part-time, a contratto temporaneo e interinali, né le persone in congedo per malattia nel periodo della valutazione;
- esortare le donne a riferire ogni cosa che, a loro giudizio, potrebbe incidere sulla loro salute e sicurezza sul lavoro, oltre ai problemi di salute che potrebbero collegarsi al lavoro”.
 
Passo 2. Valutazione dei rischi:
- “considerare le effettive mansioni svolte nel contesto lavorativo reale;
- astenersi dal fare ipotesi riguardo all'esposizione che siano aprioristicamente basate sulla descrizione delle mansioni o sulle qualifiche aziendali;
- esercitare accuratezza nel definire l'incidenza di genere, assegnando priorità ai rischi in termini di alto, medio e basso;
- coinvolgere le lavoratrici nella valutazione dei rischi. Considerare la possibilità di formare circoli della salute e impiegare metodi di mappatura dei rischi. Interventi di stimolo alla partecipazione basati su questioni di ergonomia e stress possono fornire una serie di validi approcci;
- accertarsi che le persone che conducono la valutazione siano sufficientemente informate e preparate sulle problematiche di genere nella SSL;
- accertarsi che gli strumenti impiegati nella valutazione comprendano elementi rilevanti sia per i lavoratori che per le lavoratrici, e in caso contrario procedere al loro adattamento;
- se si ricorre ad aiuti esterni per la conduzione della valutazione dei rischi, informare queste persone che sarà utilizzato un approccio sensibile alle specificità di genere e verificare che siano in grado di utilizzarlo;
- prestare attenzione ad ogni aspetto di genere ove siano in programma modifiche che interessano il posto di lavoro e vengano prese in esame le conseguenze ai fini della SSL”.
 
Il documento propone alcuni esempi in merito allo stress (la valutazione deve includere interfaccia casa-lavoro e orari di lavoro, sviluppo della carriera, molestie, fattori di stress emotivo, ...), alla salute della sfera riproduttiva e ai disturbi muscolo-scheletrici.
 

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Passo 3 e 4. Decisione e implementazione delle soluzioni:
- “puntare all'eliminazione dei rischi alla fonte, per offrire un ambiente di lavoro sano e sicuro a tutti i lavoratori. in questa azione sono compresi i rischi a carico della sfera riproduttiva;
 - prestare attenzione alle diverse popolazioni e adattare il lavoro e le misure preventive al lavoratore, ad esempio a livello di scelta dei dispositivi di protezione in base alle esigenze individuali, ossia adatti alle donne e a quegli uomini che non rientrano nella ‘media maschile’;
- coinvolgere le lavoratrici nelle decisioni relative alle soluzioni e nell'implementazione di queste ultime;
- accertarsi che tanto le lavoratrici quanto i loro colleghi uomini dispongano di informazioni e preparazione sugli aspetti della SSL relativamente ai lavori che svolgono, alle effettive condizioni di lavoro e agli effetti sulla salute. Garantire l'inclusione dei lavoratori part-time, temporanei e interinali”.
 
Passo 5. Monitoraggio e revisione:
- “accertarsi che le lavoratrici partecipino ai processi di monitoraggio e revisione;
- aggiornarsi rispetto alle nuove informazioni sulle questioni di SSL in relazione al genere”.
Si segnala che sia la valutazione del rischio che il monitoraggio possono rientrare nell'ambito della vigilanza sanitaria e che “l’archiviazione degli incidenti è un aspetto importante sia della valutazione del rischio che del monitoraggio”.
Rimandandovi alla lettura integrale del capitolo, anche in riferimento ad altre indicazioni offerte dall’EU-OSHA, sottolineiamo che “l’adozione di un approccio di tipo ‘neutro’ rispetto al genere contribuisce al perdurare di lacune sul piano delle conoscenze e ad avere un livello di prevenzione meno efficace”.
 
In un approccio sensibile alla dimensione di genere il cardine centrale è “sicuramente rappresentato dall’introduzione della ‘specificità e soggettività’ dei lavoratori” in un nuovo modello di valutazione del rischio.
Insomma l’elemento che distingue realmente un metodo tradizionale di fare la sicurezza “da un approccio realmente appropriato dal punto di vista metodologico, è costituito dall’abbandono di un modello di valutazione dei rischi generalista e generico, quand’anche orientato all’ottica di genere, in favore di una valutazione personalizzata, ritagliata per ogni gruppo omogeneo di lavoratori (pur tenendo conto del sesso di appartenenza), fino al singolo lavoratore/lavoratrice in caso di unicità dell’esposizione ad un particolare fattore di rischio”.
Con questo obiettivo - ricordano gli autori del capitolo - è stato elaborato “un nuovo modello di valutazione dei rischi che, partendo dalla letteratura e dall’esperienza consolidata in ambito nazionale, in particolare seguendo lo standard OHSAS 18001 e le Linee guida sui sistemi di gestione della sicurezza a cura di UNI-INAIL-ISPESL-Parti sociali, 2001, ed europeo con le OSHAS 18001, sia in grado di restituire una fotografia reale di ogni comparto produttivo considerato”.
 
Concludiamo indicando che in sintesi la sicurezza sui luoghi di lavoro “non si raggiunge prevedendo e prescrivendo tutte le conosciute forme di tutela e protezione, ma solamente quelle utili per ogni specifica mansione/attività, a seguito di un’attenta analisi dei rischi” che consideri anche le possibili specificità legate al genere.
  
 
 
Inail, “Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee guida e primi strumenti operativi”, a cura di Paola Conti e Antonella Ninci, quaderno tematico della "Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali", realizzazione di un progetto coordinato dal Comitato Pari opportunità dell'INAIL, unitamente alla Direzione regionale Toscana dell'INAIL e alla Regione Toscana:
- Volume II: “ Analisi dei dati in ottica di genere. Monografie normative” (formato PDF, 8.73 MB).
 
 
 
RTM



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