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La promozione della salute come strategia complementare

La promozione della salute come strategia complementare
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Sorveglianza sanitaria, malattie professionali

14/05/2018

Nei luoghi di lavoro la promozione della salute deve essere vista come strategia complementare a quella della tutela della salute. Le linee di progettazione in Emilia-Romagna e il ruolo del medico competente.

La promozione della salute come strategia complementare

Nei luoghi di lavoro la promozione della salute deve essere vista come strategia complementare a quella della tutela della salute. Le linee di progettazione in Emilia-Romagna e il ruolo del medico competente.

Modena, 14 Mag – Sicuramente uno dei temi emergenti più affrontati in questi anni in incontri, workshop e convegni è quello della promozione della salute nei luoghi di lavoro, promozione che deve essere considerata con un’ottica più ampia rispetto al mero adempimento degli obblighi di prevenzione richiesti dalla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

 

Promozione che può avere l’obiettivo di “promuovere nei luoghi di lavoro, attraverso tutti i soggetti aziendali della prevenzione, interventi di miglioramento globale del contesto lavorativo, coniugando l’ottica tradizionale di rispetto della normativa specifica di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori con l’ottica di promozione della salute”. Con la possibilità di “favorire un ruolo attivo del medico competente nell’orientare i lavoratori verso scelte e comportamenti favorevoli alla salute e nel contrastare stili di vita dannosi (quali l'abitudine al fumo, l'abuso di alcol e di altre sostanze, l'alimentazione non corretta, la sedentarietà, la mancata adesione ai programmi di screening attivati dal Servizio Sanitario Regionale, ecc..)”.


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Videocorsi in USB - Percorso di promozione di sani stili di vita al lavoro e fuori
Percorso formativo composto da 8 macro aree all'interno delle quali sono presenti 64 brevi video animati della durata circa 2’.30’’ ciascuno.
 

In particolare questi sono alcuni obiettivi generali, con particolare riferimento ad alcuni temi (fumo, alcol, alimentazione, attività fisica), di un progetto di promozione della salute nella Regione Emilia-Romagna presentato in un intervento durante i workshop “Piano regionale della prevenzione - Mini Workshop sui progetti del Setting Ambienti di Lavoro” che si sono tenuti a Modena, il 14 settembre 2017, durante la Convention Ambiente Lavoro.

 

L’ambiente di lavoro per la promozione della salute

Nell’intervento “ Linee di progettazione della regione Emilia-Romagna, indicazioni operative e percorso sperimentale. Il progetto di promozione della salute nei luoghi di lavoro” - a cura di Mara Bernardini (Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Cura della persona, salute e welfare, Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica, Azienda USL di Modena) – si sottolinea che l’ambiente di lavoro è il contesto favorevole per la promozione della salute:

  • “Possibilità di raggiungere soggetti su cui pesano maggiormente alcuni determinanti di rischio;
  • Possibilità di raggiungere lavoratori a più alto rischio professionale che spesso sono anche quelli che presentano le abitudini di vita meno salutari;
  • Possibilità di raggiungere persone difficilmente raggiungibili per altri canali;
  • Possibilità di iniziative di educazione alla salute su un elevato numero di persone e di ripeterle nel tempo;
  • Presenza di programmi di formazione periodica;
  • Possibilità di trasferire alle famiglie e quindi alla comunità esperienze positive e risultati (il lavoratore diventa soggetto attivo e può trasferire quanto appreso anche al di fuori del contesto aziendale)”.

E la promozione può avvenire attraverso:

  • “Aziende USL impegnate a costruire azioni che favoriscano la diffusione della Promozione della salute nei luoghi di lavoro;
  • Ambienti di lavoro, contesto già orientato alla prevenzione, setting privilegiato per programmi di promozione della salute rivolti ai lavoratori e finalizzati all’equità sociale e di salute, considerata l’alta concentrazione di persone di varia identità socio demografica, su cui pesano maggiormente molte disuguaglianze di salute e spesso non facilmente raggiungibili con altri canali”.

 

Ricordando poi quanto indicato riguardo al ruolo del medico competente nell’art. 25 del D. Lgs, 81/2008, la promozione della salute deve essere vista come strategia complementare a quella della ‘tutela’ della salute.

 

Articolo 25 - Obblighi del medico competente

1. Il medico competente:

a) (…) Collabora inoltre alla attuazione e valorizzazione di programmi volontari di “promozione della salute”, secondo i principi della responsabilità sociale;

(…)

 

Le attività principali di promozione della salute

Per cercare di comprendere come si declina poi praticamente un progetto di promozione della salute ricordiamo le attività principali del progetto presentato nell’intervento:

  • “Corso regionale sull’approccio motivazionale al cambiamento per operatori SPSAL/AUSL;
  • Definizione delle azioni positive nel campo della promozione della salute da proporre alle aziende, con particolare riferimento ai temi del programma Guadagnare Salute (fumo, alcol, alimentazione e attività fisica) e definizione delle modalità di adesione al progetto (scheda aziendale con indicazione delle azioni positive che saranno realizzate);
  • Predisposizione degli strumenti a supporto dei medici competenti (schede individuale per la promozione della salute);
  • Presentazione e condivisione del progetto, in tutte le province, con le parti sociali e con i medici competenti;
  • Corso sull’approccio motivazionale al cambiamento rivolto ai medici competenti della Regione Emilia-Romagna;
  • Corsi per RSPP e RLS sui temi della promozione della salute nei luoghi di lavoro e sui contenuti del progetto;
  • Sperimentazione del progetto in aziende pilota;
  • Attuazione del progetto nella sua forma definitiva e del modello di intervento nelle aziende che aderiscono”.

 

Gli obiettivi specifici e gli effetti sinergici

Questi gli obiettivi specifici del progetto:

  • “Prevenire o modificare quei comportamenti nocivi che costituiscono i principali fattori di rischio per le malattie croniche non trasmissibili più frequenti (malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie, diabete);
  • La PSL (promozione della salute nei luoghi di lavoro) ha un valore strategico nei luoghi di lavoro soprattutto se collegata alla riduzione degli effetti additivi o sinergici sulla salute dei rischi professionali e di quelli legati agli stili di vita”.

Questi alcuni esempi di effetti sinergici, come già ricordato in precedenti articoli del nostro giornale:

  • il fumo di tabacco: “contiene tossici presenti anche in ambito lavorativo (IPA, benzene)”, “può agire sinergicamente con agenti cancerogeni di uso professionale, ad es. l'asbesto)”;
  • “l'alcol potenzia l'effetto tossico di alcune sostanze con cui il lavoratore può entrare in contatto sul luogo di lavoro, ad es. solventi, pesticidi, metalli”;
  • “I lavoratori a più alto rischio professionale (per es. edili e autotrasportatori) spesso sono anche quelli che presentano le abitudini di vita meno salutari;           
  • i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico (ampiamente diffusi nella popolazione e tra i lavoratori) sono dovuti non solo a posture scorrette, movimentazione carichi e movimenti ripetitivi nell’ambiente di lavoro, ma anche alle altrettanto diffuse abitudini di vita sedentarie, che relegano l’esercizio corporeo a poche azioni ormai pressoché residuali nella quotidianità”.

 

Caratteristiche e linee di intervento del progetto

Nell’intervento vengono presentate le linee di intervento, che sono “realizzabili sia nella grande impresa sia nella media e piccola”:

  • interventi di promozione di primo livello:
    • “Realizzazione di una bacheca ‘della salute’ aziendale, con poster, manifesti e altri materiali illustrativi;
    • Messa a disposizione dei lavoratori di materiali informativi in tema di promozione della salute (sani stili di vita, vaccinazioni, ecc..) prodotti da AUSL, servizi sanitari regionale e nazionale, altre istituzioni pubbliche ed associazioni qualificate;
    • Incontro di presentazione del progetto con le figure aziendali della prevenzione;
  • interventi di promozione di secondo livello:
    • Individuazione di strategie aziendali quali modifiche ai menù dei pasti della mensa aziendale o forniti all'azienda e/o distributori automatici contenenti alimenti salutari tipo frutta e verdura, specifica regolamentazione aziendale per il rispetto del divieto di fumo;
    • Realizzazione di programmi di informazione/formazione dei lavoratori che prevedano al loro interno anche i temi prescelti;
    • Realizzazione di programmi di informazione/formazione dei dirigenti, preposti, RLS con riferimento al ruolo di promotori;
    • Convenzioni con palestre, piscine, etc., per favorire l'attività fisica”.

L’intervento si sofferma anche sulle azioni di tipo individuale (primo e secondo livello):

  • Interventi del Medico Competente nel corso delle visite mediche previste dal protocollo di sorveglianza sanitaria: il MC ha un rapporto diretto con i lavoratori (buona opportunità per sviluppare iniziative di promozione della salute individuale, rapporto fiduciale che si instaura tra lavoratori e MC che spesso è l'unico medico a cui si rivolgono per problemi organizzativi personali). Nel corso delle visite mediche (preventive, periodiche, etc.) il MC viene a conoscenza di fattori di rischio extra professionali (abitudine al fumo, abuso di alcol, alimentazione non corretta, sedentarietà, ipertensione, esecuzione di vaccinazioni raccomandate e screening, etc.) che riporterà nella cartella sanitaria e di rischio (in apposita scheda di promozione della salute)”;
  • Interventi nel corso delle visite mediche previste dal protocollo di sorveglianza sanitaria. Sulla base degli elementi raccolti nella scheda di rilevazione individuale il MC potrà:
    • individuare le problematiche individuali prevalenti;  
    • attivare gli interventi di promozione più opportuni nel caso specifico” (interventi informativi, counselling individuale breve, proposta di programmi specifici di promozione della salute);
    • “verificare nel tempo l'efficacia delle iniziative adottate”.

 

Il ruolo del medico competente

Concludiamo la presentazione dell’intervento soffermandoci sul ruolo del medico competente che all’interno dell’azienda “va inteso oggi in modo ampio, principalmente come supporto al datore di lavoro e a tutto il sistema destinato alla valutazione dei rischi e alla messa a punto della strategia preventiva più adeguata all’interno dell’azienda”.  

In particolare – continua la relatrice – il medico competente “svolge un ruolo propositivo nei confronti della salute dei lavoratori e delle organizzazioni aziendali:

  • promuovendo iniziative;
  • collaborando alla loro realizzazione;
  • evidenziando i risultati attesi e le ricadute anche di carattere economico a medio e lungo termine”.  

E si indica che con il D. Lgs. 81/2008 si superano i “precedenti limiti posti ai programmi di PSL, considerati in passato come indebita ingerenza nella sfera privata dei dipendenti o addirittura come una modalità per ‘selezionare’ i lavoratori sani”. In ogni caso tutti i programmi di promozione della salute proposti dal medico competente “devono essere opportunamente concordati tra il datore di lavoro, le funzioni aziendali coinvolte ed i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), dovendo ottenere il necessario consenso da parte di ogni dipendente che intende aderire al programma”. 

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica i documenti da cui è tratto l'articolo:

“ Linee di progettazione della regione Emilia-Romagna, indicazioni operative e percorso sperimentale. Il progetto di promozione della salute nei luoghi di lavoro”, a cura di Mara Bernardini (Regione Emilia-Romagna, Direzione Generale Cura della persona, salute e welfare, Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica, Azienda USL di Modena), intervento ai workshop “Piano regionale della prevenzione - Mini Workshop sui progetti del Setting Ambienti di Lavoro” (formato PDF, 1.44 MB).



Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

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