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Il problema delle malattie professionali

Rocco Vitale

Autore: Rocco Vitale

Categoria: Sorveglianza sanitaria, malattie professionali

13/01/2010

Un fenomeno, oggi scarsamente preso in considerazione, ma i cui effetti potranno essere molto gravi nel prossimi decenni. A cura di Rocco Vitale, Presidente dell’Aifos.

Il problema delle malattie professionali

Un fenomeno, oggi scarsamente preso in considerazione, ma i cui effetti potranno essere molto gravi nel prossimi decenni. A cura di Rocco Vitale, Presidente dell’Aifos.

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Presentiamo il commento di Rocco Vitale, sociologo del lavoro, Presidente dell’Aifos, al  documento ufficiale presentato della C.G.I.L. il 24 novembre 2009 in occasione della convocazione straordinaria della Commissione Consultiva che aveva all'Odg: “Sinp (Sistema informativo nazionale della prevenzione) e Campagna di comunicazione (20 mln/euro) per la diffusione della cultura della salute e sicurezza sul lavoro con particolare riferimento al tema delle malattie professionali”.

Il documento è già stato presentato da PuntoSicuro in un articolo dell’Avv. Dubini: Il mancato riconoscimento delle malattie professionali.
     

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La prevenzione delle malattie professionali di Rocco Vitale
La prima osservazione sta nel metodo. La presentazione di un documento, complesso ed articolato come quello elaborato dalla CGIL, rappresenta un momento di chiarezza e di assunzione di responsabilità. La conoscenza delle posizioni e della proposta consente di avviare un processo e svolgere un confronto concreto.
In questo senso:
a)       Siamo ovviamente disponibili ad ospitare e far conoscere sul sito dell’Aifos altre relazioni o comunicazioni dei componenti la Commissione Consultiva.
b)       Al fine di favorire trasparenza e conoscenza tutte le relazioni, verbali e documenti presentati in Commissione, nonché le deliberazioni finali, potrebbero essere utilmente rese pubbliche dalla stessa Commissione, ad esempio sul sito del Ministero del Lavoro.

Veniamo a qualche considerazione di merito e di analisi della proposta della CGIL che,  nell’aver ripreso i dati emersi dalla Commissione di Indagine sulle morti bianche del Senato, sottolinea l’aspetto delle malattie professionali nella sua tragica evidenza.
A fronte di qualche punto di percentuale in meno di morti sul lavoro si sta assistendo ad un silenzioso aumento delle malattie professionali. Aver posto il problema delle malattie professionali significa voler dirigere l’attenzione e gli strumenti della prevenzione in modo serio e mirato. Un fenomeno, oggi scarsamente preso in considerazione, ma i cui effetti potranno essere molto gravi nel prossimi decenni.
Si tratta quindi di attuare una politica di programmazione della prevenzione che non può essere ridotta a spot o iniziative temporali che non hanno la consapevolezza del processo temporale del lavoro privilegiando fattori quotidiani ed estemporanei.

Il Sistema Informativo Nazionale della Prevenzione (SINP) potrà essere un utile ed unico strumento dei dati che però deve essere accompagnato dall’adozione della “carta dei diritti dei lavoratori e dei RLS”.
La proposta della CGIL non vuole essere una modifica dell’art. 20 sugli obblighi dei lavoratori ma piuttosto l’avvio di una campagna straordinaria e permanente, non in termini giuridici ma, di conoscenza e di ruolo dei lavoratori. La “Carta” non deve essere letta come un elenco delle cose da fare ma come uno strumento per lo sviluppo della consapevolezza della prevenzione e  soprattutto, dei rapporti tra i lavoratori e la sorveglianza sanitaria.

Nel documento vi sono altre indicazioni interessanti. Dalla campagna fabbriche aperte all’adozione dei codici etici, dalla diffusione di materiali multimediali a specifici progetti delle Regioni. Queste ed altre proposte hanno un filo conduttore che si basa sull’informazione e la comunicazione.
Viene di fatto dato un giudizio negativo di quanto siano inutili e costose le cosiddette “campagne” sulla sicurezza sul lavoro che si basano su manifesti, opuscoli, spot di carattere generale e generici in quanto non affrontano i problemi alla radice ma si limitano a proclami da tutti condivisi che, alla prova dei fatti, non incidono realmente per una maggiore sicurezza sul lavoro.
La proposta della CGIL valuta l’importanza dell’informazione attraverso azioni di comunicazione mirate alla diffusione ed alla conoscenza di specifici strumenti che si basano essenzialmente sull’importanza della prevenzione per combattere le malattie professionali.
In questo contesto assume particolare rilevanza l’informazione ai lavoratori sulle sostanze ed i preparati pericolosi con una campagna di informazione e formazione in tutti i luoghi di lavoro interessati per una conoscenza delle prescrizioni relative alle schede sui dati di sicurezza.
La CGIL avanza, inoltre, una proposta semplice che incide sui costi della sicurezza a carico dei lavoratori. Si tratta dei ticket sanitari.
La legge prevede che le lavoratrici/lavoratori che subiscono un infortunio o contraggono una malattia professionale non debbano pagare alcun onere per terapie, esami strumentali, riabilitazione. Molti ignorano questa esenzione dal ticket per la quale va attuata una specifica procedura. Si rende quindi utile una puntuale campagna di informazione affinché i lavoratori ne siano a conoscenza, e spesso anche i datori di lavoro nonché i medici stessi.
 
Altra azione prevista consiste nelle proposta di una campagna di diffusione delle buone prassi. Con la denominazione “Malattie professionali perdute” si vuole diffondere l’esperienza di eccellenza già assunta in alcuni territori che hanno raggiunto risultati significativi.
        
Una attenta analisi del documento proposto dalla CGIL ha il merito di riportare in primo piano la sorveglianza sanitaria ed il ruolo ed i compiti dei medici del lavoro. Alla prassi attuale, laddove non mancano modelli di grande serietà e professionalità di molti medici competenti, si assiste – però – ad una diffusa burocratizzazione dei compiti del medico competente. La firma sul Documento della Valutazione dei Rischi viene, spesso, apposta a Documento concluso e scritto da altri che non quale risultato di una comune analisi sui fattori di rischio.
Allo stesso tempo la sorveglianza sanitaria viene esercitata con semplici e frettolose visite mediche i cui dati, globalmente e periodicamente, non sono poste alla base del programma di miglioramento.

Gli aspetti tecnicistici della sicurezza sul lavoro fanno passare in secondo piano il ruolo e la funzione del medico competente che dovrebbe essere colui che, in base ai dati emersi dalle visite mediche periodiche, è in grado di fornire alla riunione periodica gli orientamenti e le necessità formative atte alla prevenzione della salute e delle malattie professionali.
In questo senso la “Carta” dei diritti dei lavoratori e degli RLS vuole essere un esplicito e chiaro richiamo alla sorveglianza sanitaria ed al nuovo modello e sistema di rapporto tra le ASL, medicina generale, il medico di base nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale di cui anche la sicurezza e la salute sul lavoro ne sono parte.


CGIL - La prevenzione delle malattie professionali. Proposte della Cgil per una azione di sistema (formato .doc, 158 kB).
 



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