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Lavorazione del legno: la sicurezza nel taglio dei tronchi

Lavorazione del legno: la sicurezza nel taglio dei tronchi
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavorazione del legno

19/02/2019

Un documento dell’Inail riporta indicazioni e buone prassi per i lavoratori operanti nelle aziende di prima lavorazione del legno. Focus sulle attività di intestazione dei tronchi, sul taglio con segatronchi, sui dispositivi di sicurezza e sulle cabine.

 

 

Roma, 19 Feb – Sono tante le attività nelle aziende di prima lavorazione del legno che possono rilevarsi pericolose in mancanza di idonea formazione e di buone prassi, specialmente nell’utilizzo dei macchinari di taglio.

 

In “Segheria Sicura -  Opuscolo informativo per Lavoratori delle aziende di prima lavorazione del legno” si trovano tuttavia diverse indicazioni anche su altri specifici compiti che si svolgono nelle segherie: intestazione, taglio dei tronchi e delle tavole, scorniciatura, accatastamento, movimentazione, …

 

Ci soffermiamo brevemente sull’intestazione dei tronchi.

 

Riguardo all’intestatrice, una macchina per il taglio del legno, il documento segnala che mentre è in movimento, “la lama dell’intestatrice non deve essere raggiungibile da nessun lavoratore; per questo motivo, la macchina dovrà essere segregata delimitandola con una recinzione, all’interno della quale si può accedere solo attraverso un cancello collegato a microinterruttore, che interrompa immediatamente il funzionamento della macchina in caso di apertura del cancello”. E si ricorda che la lama è una “massa in rotazione a elevata velocità che, per inerzia, continua il suo movimento per un certo periodo, anche dopo il disinserimento della forza motrice che alimenta la macchina. Pertanto, la macchina intestatrice deve essere provvista di un freno motore che ne arresti i moti inerziali e blocchi la lama al momento dell’arresto della macchina stessa”. Tuttavia è “difficile che le macchine datate siano equipaggiate con un freno motore; inoltre, diventa molto difficile apportarvi modifiche elettromeccaniche”. Nel documento sono riportate alcune soluzioni alternative.  

 

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Si indica poi che per ridurre i rischi di contatto nell’area dell’intestatrice, la macchina “dovrà essere dotata di:

  • interruttore di arresto di emergenza a forma di fungo, di colore rosso, installato in posizione facilmente raggiungibile dall’operatore;
  • bobina di minima tensione, per lo sgancio automatico dell’interruttore generale della macchina (dispositivo contro il riavviamento automatico della macchina dopo l’interruzione e il ripristino dell’alimentazione);
  • recinzione all’interno della quale si può accedere solo attraverso un cancello, collegato a microinterruttore, che interrompa immediatamente il funzionamento della macchina, in caso di apertura del cancello stesso;
  • cuffia metallica di protezione della parte superiore dell’intestatrice, che intercetti le schegge e lasci libero solo il tratto di lama impegnato nella lavorazione”.

 

Rimandiamo alla lettura integrale del documento che si sofferma anche sulle idonee procedure nel caso di inceppamento del tronco, sulla proiezione di schegge durante le operazioni di taglio, sulla cabinatura e sull’uso di DPI.

 

Riguardo ai dispositivi di protezione individuale si indica, ad esempio, che nel caso in cui l’operatore, “uscendo dalla cabina di comando dell’intestatrice si avvicini alla zona di lavoro della macchina in movimento, dovrà indossare una visiera di protezione”. E qualora l’intestatrice, pur essendo recintata, “si trovi in prossimità di punti di passaggio obbligato di lavoratori, dovrà essere segnalato il rischio di schegge, oltre che l’obbligo di indossare visiera di protezione”.

 

Veniamo invece alla sicurezza nel taglio dei tronchi con segatronchi.

 

Il documento ricorda che “la movimentazione del tronco è effettuata da un carro portatronchi che scorre su apposite rotaie. La via di corsa del carro portatronchi - e quindi anche la macchina segatronchi - dovrà essere delimitata con una recinzione, all’interno della quale si può accedere solo attraverso un cancello collegato a microinterruttore, che interrompa immediatamente il funzionamento della macchina e del carro porta tronchi, in caso di apertura del cancello. Si dovrà arrestare anche il funzionamento della sega circolare che taglia a lunghezza le tavole. La recinzione dovrà essere conformata in maniera tale da non poter essere oltrepassata dall’operatore e dovrà essere posta a una distanza dalle macchine tale da impedire il raggiungimento delle stesse da parte dell’operatore. Il cancello di accesso alla recinzione dovrà essere sufficientemente largo da permettere l’agevole passaggio delle lame a nastro, trasportate dall’operatore nel locale di affilatura”.

 

Dopo aver riportato riassunto i vari dispositivi di sicurezza e comandi per la macchina segatronchi, anche in questo caso il documento si sofferma sulla cabinatura, con particolare riferimento al rischio rumore.

 

Infatti la segatronchi, come altre macchine per il legno, “è alquanto rumorosa; il rumore è un rischio subdolo, perché, giorno dopo giorno, danneggia l’apparato uditivo dell’operatore, se non si protegge”. E per “ridurre il rischio di esposizione a rumore, evitare l’insorgere di problematiche dovute al mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali da parte dell’operatore e migliorare le condizioni di salubrità dell’ambiente di lavoro, si dovrà realizzare la postazione di comando della macchina all’interno di una cabina” che ridurrà notevolmente l’esposizione al rischio.

 

In particolare la cabina dovrà essere realizzata con dei “pannelli a elevato potere di fonoassorbenza e, laddove l’operatore deve poter vedere la macchina, sarà realizzata con pannelli trasparenti, meglio se stratificati e con camera d’aria interna, al fine di costituire un buon isolamento contro il rumore”.

 

Concludiamo ricordando che la cabina, che “proteggerà l’operatore anche dal rischio di proiezione di schegge e dagli agenti atmosferici”, dovrà “essere dotata di:

  • adeguato ricambio d’aria;
  • riscaldamento per i mesi invernali;
  • postazione di comando dell’operatore dotata di comoda sedia ampiamente regolabile, sia in altezza del sedile sia in altezza e inclinazione dello schienale;
  • porta di accesso, avente possibilmente apertura verso l’esodo;
  • luce di emergenza che intervenga in caso di mancanza della corrente elettrica, nel caso in cui le lavorazioni possono protrarsi anche fino alle ore crepuscolari o notturne;
  • estintore opportunamente segnalato”.

 

 

 

Inail, Contarp, “ Segheria Sicura -  Opuscolo informativo per Lavoratori delle aziende di prima lavorazione del legno”, autore Federlegno Arredo, aggiornamento di Francesca Romana Mignacca (Contarp, Inail), edizione 2017 (formato PDF, 370 kB). 

 

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Segherie sicure - 2017”.

 

 

RTM


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