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Agricoltura: il piano nazionale di prevenzione 2014-2018

Agricoltura: il piano nazionale di prevenzione 2014-2018
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Agricoltura

18/11/2015

Un intervento affronta il contesto, le prospettive e i punti rilevanti del Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura 2014-2018. La strategia europea, le novità normative e le semplificazioni in agricoltura.

 
Lodi, 18 Nov – Il comparto agricolo ha visto in questi ultimi 5 anni una marcata riduzione degli infortuni (circa -5% ogni anno), ma gli infortuni mortali stentano a diminuire e gli infortuni gravi calano meno. Inoltre il calo è molto più marcato tra i lavoratori dipendenti che tra gli autonomi. E non bisogna dimenticare che l’agricoltura italiana, che ha una prevalenza di lavoratori autonomi e una forte componente di lavoratori anziani, è caratterizzata da un grande frazionamento delle imprese e da carenze in materia di sorveglianza sanitaria.
Cosa fare per diminuire gli infortuni gravi e mortali e per ridurre le malattie professionali?
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Per rispondere anche a queste domande, nella prospettiva del Piano nazionale relativo ad agricoltura e selvicoltura, si è tenuto l’8 settembre 2015 a Lodi un convegno, dal titolo “Salute e sicurezza in agricoltura e selvicoltura. Le prospettive. Il piano 2014-2018”, organizzato dall’ ASL di Lodi con la collaborazione degli enti locali e del Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro.
Una giornata in cui si sono mescolate riflessioni, confronti e puntualizzazioni in ordine al piano nazionale con alcune esperienze e buone prassi sviluppate nelle realtà locali.
 
Per accennare brevemente al Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura (PNPAS) presentiamo l’intervento “PNPAS 2014-2018: priorità e prospettive”, a cura del Dr. Eugenio Ariano (Asl Lodi, Referente Gruppo Interregionale Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura).
 
Il relatore ha presentato innanzitutto il contesto e la Strategia Europea 2014 – 2020 che ha tra i suoi obiettivi strategici:
- “agevolazione adempimenti per micro-piccole imprese;
- migliore applicazione legislazione da stati membri;
- semplificazione della legislazione;
- invecchiamento, rischi emergenti, malattie professionali;
- migliorare la raccolta dei dati statistici;
- migliore coordinamento nell’UE e internazionale “.
 
E tra le iniziative del Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura 2014-2018 l’intervento segnala:
- emanazione dei decreti di semplificazione in materia di valutazione dei rischi, sorveglianza sanitaria e formazione nelle piccole aziende: “strumenti agili per applicare, con organismi paritetici, le norme della prevenzione; supporti tecnici e indicazioni per prevenire i rischi; base per vigilanza sistematica, programmata e coordinata”. Vengono ricordate anche le novità del Decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 , recante disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni: “… l'utilizzatore osserva nei confronti dei lavoratori somministrati gli obblighi di prevenzione e protezione cui è tenuto, per legge e contratto collettivo, nei confronti dei propri dipendenti”;
- promuovere con forza marchi di qualità etica: con riferimento al ‘minimo etico garantito’ (garanzia di produzione di qualità anche perché prodotta in sicurezza) e al coordinamento con “Rete del lavoro agricolo di qualità”, voluta dal Governo con il decreto 91/2014;
- premialità: “verificare rispetto di sicurezza e salute, e dei rapporti di lavoro, per accedere ai finanziamenti del PSR” (Piano di Sviluppo Rurale); inserire meccanismi analoghi nella condizionalità generale” (la condizionalità si può definire come l’insieme di regole per una gestione dell' azienda agricola rispettosa dell'ambiente e attenta alla salubrità dei prodotti e del benessere degli animali allevati).
 
L’intervento ricorda poi il D.Lgs.  150/2012, attuazione della direttiva 2009/128/CE, per un utilizzo sostenibile dei pesticidi e indica alcuni risultati del Piano Nazionale 2010-2012, un piano che ha permesso  a livello nazionale un “progressivo allineamento, a partire da situazioni
fortemente disomogenee”.
Altri risultati:
- “definiti i contenuti della vigilanza, standardizzati in scheda di controllo nazionale;
- sistema di registrazione per monitorare i risultati dei controlli e valutare nel tempo i trend di cambiamento nelle aziende”.
 
Le slide relative all’intervento, che vi invitiamo a visionare integralmente, riportano poi diverse indicazioni sui controlli, anche con riferimento al controllo del commercio delle macchine agricole nuove e usate, ricordando che tra le prospettive del 2014-2018 c’è la necessità di formare venditori e “riparatori” di macchine agricole e di portare a regime il controllo del mercato.
 
Dunque il Piano 2010-2013  ha permesso di:
- “mirare maggiormente i controlli in piccole imprese;
- accompagnare il cambiamento con formazione, comunicazione e politiche premiali; 
- intervenire sul mercato: commercio macchine”; marchi di qualità etica: il ‘minimo etico garantito’”.
 
La relazione si sofferma poi su alcunenovità normative:
- “obbligo formazione per la guida trattori (art 73, comma 5);
- obbligo di revisione periodica trattori (a partire da 2016);
- VdR semplificata in agricoltura (art 3 comma 13 ter);
- procedure semplificate per adozione Mod. Org. Gest. in PMI;
- D.Lgs. 150/12 e Piano Attuativo Nazionale (2014);
- Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020”. 
Ad esempio si ricorda la semplificazione contenuta nell’articolo 3, comma 13 ter, del D.Lgs. 81/2008 relativo a ‘informazione, formazione, valutazione rischi e sorveglianza sanitaria per le imprese agricole, con particolare riferimento a lavoratori a tempo determinato e stagionali, …’. La sorveglianza sanitaria non è invece “ancora a regime; deve essere proposta anche a lavoratori agricoli esclusi da obbligo”.
Il processo di semplificazione è “partito con il lavoro stagionale, ma riguarda di fatto tutta l’agricoltura. Parte, com’è ovvio, dalla VdR per arrivare a semplificare la sorveglianza sanitaria e la formazione, senza ridurre il livello di protezione dai rischi:
- modulistica: VdR standardizzata adattata al contesto;
- strumenti di supporto: costruiti per guidare la valutazione di chi vi si riconosce e per fornire soluzioni e indicazioni praticabili e condivise;
- portabilità della sorveglianza sanitaria: in base a omogeneità di rischio;
- formazione/informazione: attraverso gli strumenti di supporto, integrati da poche informazioni necessarie”. 
 
Si riportano alcuni punti rilevanti per il piano di attività 2014-2018:
- sistema informativo: monitoraggio dei risultati di attività, da confrontare con dati infortunistici;
- sorveglianza sanitaria in agricoltura. Questo il modello organizzativo: progressiva messa a punto e realizzazione di piani di sorveglianza sanitaria; proposte organizzative specifiche, centrate sulla collaborazione con associazioni; individuazione ‘contenitore generale’ per queste attività (rete epidemiologica, sistema di prevenzione integrato territoriale); flussi informativi bidirezionali”.
- formazione operatori ASL/AUSL, con particolare riferimento alle tematiche di nuova introduzione e formazione agricoltori e sistema aziendale, officine, venditori;
- buone pratiche e linee guida.
 
Concludiamo con alcune utili parole chiave per i futuri interventi in agricoltura:
- “semplificazione e creazione strumenti consensuali di autocontrollo-controllo;
- integrazione (dentro il sistema pubblico, con il partenariato, con la ricerca, in tema di premialità);
- formazione, di tutti i soggetti coinvolti nel processo;
- vigilanza mirata, programmata e coordinata;
- attenzione al rischio e alla qualità di prodotto e produzione;
- avvio confronto internazionale su obiettivi, metodologia, risultati”.
 
 
 
PNPAS 2014-2018: priorità e prospettive”, a cura del Dr. Eugenio Ariano (Referente Gruppo Interregionale Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura), intervento al convegno “Salute e sicurezza in agricoltura e selvicoltura. Le prospettive. Il piano 2014-2018” (formato PDF, 2.16 MB).
 
 
 
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