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Il punto della sicurezza: cultura, consapevolezza e fattore umano

Il punto della sicurezza: cultura, consapevolezza e fattore umano
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Interviste e inchieste

12/11/2019

Come migliorare la prevenzione in Italia? Quanto è importante l’attenzione al fattore umano e alla cultura della sicurezza? Ne parliamo con Massimo Servadio, psicoterapeuta e psicologo del lavoro, che ha partecipato al ventennale di PuntoSicuro.

 

Bologna, 12 Nov – Ricordo un recente convegno in materia di salute e sicurezza in cui uno dei relatori ha manifestato giustamente la sua intolleranza verso alcuni termini, concetti ed espressioni usati spesso senza conoscerne il senso, magari per indicare genericamente la necessità di aumentare la prevenzione nei luoghi di lavoro. E una di queste espressioni è sicuramente “cultura della sicurezza”, una espressione importante che nei nostri articoli abbiamo cercato di riempire di contenuto, ma che spesso rimane, in molti discorsi, vaga e vuota.

 

Ed è proprio dalla “ cultura della sicurezza” e dai “ fattori umani” che parto oggi per una breve intervista al Dott. Massimo Servadio che su questi temi è intervenuto più volte su PuntoSicuro con approfondimenti e articoli mirati.

 

Questi gli argomenti trattati nell’articolo:


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Massimo Servadio al ventennale di PuntoSicuro

Il Dott. Massimo Servadio, psicoterapeuta e psicologo del lavoro e delle organizzazioni, ha partecipato, insieme a tanti altri ospiti e lettori del giornale, all’incontro “ 20 anni di PuntoSicuro”, che si è tenuto il 16 ottobre a Bologna - con il patrocinio, tra gli altri, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - e che non solo ha celebrato i venti anni del giornale (1999-2019) ma ha anche raccolto utili riflessioni sulla situazione attuale e sul futuro della prevenzione in Italia.

 

A questo proposito si è tenuto un apposito spazio, denominato “Facciamo il ‘Punto della Sicurezza’: proposte su come migliorare la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in Italia”, che ha permesso a diversi collaboratori e amici del giornale di fornire, attraverso gli stimoli della mia opera di moderatore, utili indicazioni e suggerimenti in materia di salute e sicurezza.

 

Durante il “Punto della Sicurezza” è intervenuto anche Massimo Servadio e ne ho raccolto, in realtà attraverso una intervista realizzata durante la manifestazione “ Ambiente Lavoro” qualche ora prima dell’evento, alcune opinioni e suggerimenti.

 

La cultura della sicurezza, il fattore umano e la normativa

Ho approfittato della presenza al ventennale di Massimo Servadio e di Andrea Cirincione per ringraziarli della loro collaborazione che ci ha permesso di mantenere la barra della nostra attenzione - di giornalisti, di lettori, di professionisti - non solo sugli aspetti oggettivi, ma anche su quelli soggettivi della sicurezza, non solo sui rischi fisici, ma anche su quelli psicologici, sui comportamenti, sui fattori umani, …

 

Successivamente con Massimo Servadio, come si vedrà anche nell’intervista, ho cercato di dare un senso a quella espressione, che spesso rischia di rimanere vaga, che è “ cultura della sicurezza”.

Come la cultura della sicurezza e l’attenzione per i fattori umani all’interno dei luoghi di lavoro possono diventare strumenti di prevenzione?

 

Quali aspetti Servadio ritiene rilevanti per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro? Sono necessarie modifiche a livello normativo?

 

L’intervista di PuntoSicuro a Massimo Servadio

 

 

Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di visualizzare integralmente l’intervista e/o di leggere un breve resoconto delle tematiche trattate.

 

Massimo Servadio ricorda come il tema della “ cultura della sicurezza” è collegato al tema del “fattore umano”. E che il fattore umano deve essere al centro non solo delle organizzazioni, ma anche della società. Nelle organizzazioni, riguardo alla sicurezza, “sull’oggettività si è fatto tanto”, e ora sul tema della consapevolezza e dei comportamenti si deve fare necessariamente qualcosa.

 

Si sofferma poi sulla necessità di una maggiore cultura e consapevolezza del sistema datoriale.

Ad esempio sarebbe bene che ci siano dei corsi dedicati al datore di lavoro anche con riferimento ai costi della non sicurezza e con l’obiettivo di evitare “l'illusione della delega”. Perché lo strumento della delega è importante ma “l'imprenditore comunque rimane e rimarrà coinvolto” ed è importante riflettere sul tema della “reputazione sociale”.

 

Si ricorda poi che la sicurezza deve essere di tutta l'azienda, di tutti i lavoratori dell'azienda, quindi non centrata solo su ruoli come l’RSPP, il medico competente o l’RLS. Ci deve essere un'azione di coinvolgimento e partecipazione di tutti i lavoratori…

 

Riguardo, infine, a eventuali future modifiche o perfezionamenti del Decreto legislativo 81/2008, Servadio indica di voler uscire dalla logica normativa perché tale logica impone l'obbligo. Mentre c'è innanzitutto da porre una “questione di responsabilità”.

 

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto



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