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Vaccinazione anti-COVID-19 nei luoghi di lavoro: il contributo del Medico Competente

Vaccinazione anti-COVID-19 nei luoghi di lavoro: il contributo del Medico Competente
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Coronavirus-Covid19

16/03/2021

E' possibile e auspicabile il coinvolgimento dei MC nelle attività vaccinali anti-COVID-19? Il commento della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML).

Nel nostro Paese, trascorsi due mesi dall’avvio della campagna vaccinale anti-COVID-19, sono attualmente in discussione diverse strategie e ipotesi organizzative per l’implementazione dell’offerta, strategie che riguardano anche luoghi di lavoro diversi da quelli sanitari, in modo da consentire la più rapida somministrazione dei vaccini disponibili, con le priorità indicate dal Ministero della Salute, al fine di contrastare la diffusione del virus e, auspicabilmente, porre fine all’attuale fase di emergenza sanitaria quanto prima.
 
In questo contesto, tra i principali attori individuabili come partecipanti attivi al processo di informazione, programmazione e controllo dell’effettuazione dei piani di vaccinazione rientrano, a pieno titolo, i Medici Competenti (MC), come peraltro esplicitamente previsto nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (pag. 67 “Il medico competente dell’azienda dalla quale l’operatore è dipendente è, pertanto, responsabile dell’identificazione dei lavoratori a rischio, delle informazioni sul controllo sanitario e sui vantaggi e inconvenienti della vaccinazione e della non vaccinazione, dell’esecuzione delle vaccinazioni stesse” ). Ad oggi tale ruolo è applicabile nelle aziende sanitarie e ove il rischio biologico rappresenta un rischio specifico e la vaccinazione è parte integrante delle misure di prevenzione riportate nel dvr.
 
Nello specifico delle misure emanate per far fronte all’attuale pandemia SARS-CoV-2 , nel Piano strategico Vaccinazione anti-SARS-CoV-2 COVID-19, coordinato dal Ministero della Salute, del 12 dicembre 2020, si precisa che “Con l’aumentare della disponibilità dei vaccini, a livello territoriale potranno essere realizzate campagne su larga scala (walk-in) per la popolazione presso centri vaccinali organizzati ad hoc e, in fase avanzata, accanto all’utilizzo delle unità mobili……., il modello organizzativo vedrà via via una maggiore articolazione sul territorio, seguendo sempre più la normale filiera tradizionale, incluso il coinvolgimento degli ambulatori vaccinali territoriali, dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, della sanità militare, e dei Medici Competenti delle aziende.”
 

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Inoltre, nel documento di Confindustria “Fabbriche luogo di comunità per la vaccinazionepubblica Covid 19”, del 18 febbraio 2021, si ipotizzava che “Le aziende che riterranno di partecipare, su richiesta delle Autorità sanitarie e per il tramite del medico competente, potranno collaborare comunicando – nel rispetto della privacy - i nominativi delle persone – dipendenti e loro familiari – che chiederanno di ricevere il vaccino. Per quanto riguarda la somministrazione del vaccino, compete alle Autorità sanitarie stabilire se tale adempimento possa essere svolto anche dai medici competenti delle aziende che riterranno di partecipare ovvero attraverso il ricorso a servizi offerti sul mercato.”
 
Durante la pandemia, per evidenti e riconosciuti motivi di competenza e di mandato istituzionale, i MC sono stati e continuano ad essere punti di riferimento per le attività di tutela collettiva ed individuale dei lavoratori nella pandemia in atto nei luoghi di lavoro. I MC, consci della gravità del momento e dell’indispensabile spirito collaborativo necessario a sconfiggere il virus, manifestano la piena disponibilità al diretto coinvolgimento che viene loro da più parti richiesto. I MC sono consapevoli dell’importanza di offrire i loro expertise e contributo professionale anche nell’ambito della campagna vaccinale a livello nazionale, rientrando tali prestazioni a pieno diritto negli obiettivi di tutela della salute occupazionale, componente fondamentale della Sanità Pubblica.
 
Proprio nell’ottica di rendere operativo il contributo nell’ambito della programmazione della campagna di vaccinazione della popolazione lavorativa, premessa l’imprescindibile definizione della scelta e disponibilità di un tipo di vaccino che sia utilizzabile nelle diverse situazioni che sotto verranno sintetizzate, la SIML individua tre macro-scenari che presentano opportunità e peculiarità specifiche:
 
- lo scenario sanitario costituito dalle aziende e strutture sanitarie ospedaliere e non, pubbliche e private, dove i MC hanno spesso già coordinato l’organizzazione e la gestione operativa della campagna vaccinale anti-COVID-19, anche se con compiti diversi a seconda della programmazione decisa nelle varie Regioni, nelle singole direzioni sanitarie, nonché dal differente rapporto di lavoro e posizione contrattuale.
 
- lo scenario che riguarda le grandi realtà lavorative dotate di adeguati servizi e personale sanitari interni (es., aziende manifatturiere e di servizi pubbliche o private, grandi realtà pubbliche di natura amministrativa eccetera) ove l’opera dei MC può essere prevista sia in ambito d’informazione, programmazione, coordinamento e controllo, sia nell’effettuazione diretta del programma vaccinale negli ambienti e luoghi di lavoro. Oltre alla già richiamata necessità riguardante il tipo di vaccino da utilizzare, va ribadita come imprescindibile la messa in atto e l’adeguato mantenimento di condizioni logistiche, igienico-sanitarie e organizzative, da definire preliminarmente come requisito necessario e da sviluppare in stretta collaborazione con i servizi di Igiene e Sanità Pubblica territorialmente competenti. L’implementazione di tale modello organizzativo appare non solo fattibile ma anche caratterizzata da prospettive di successo.
 
- lo scenario riguardante le piccole e medie imprese (ivi comprese le cosiddette “microimprese”); a questo proposito deve essere chiarito a monte che la somministrazione delle vaccinazioni in loco, ove fosse stato prospettato, non risulta praticabile, particolarmente per la verosimile mancanza dei necessari requisiti minimi di carattere igienico-sanitario e logistico-organizzativo di questi setting lavorativi. Sarebbe però possibile ipotizzare per questi contesti, in sinergia con i servizi di Igiene e Sanità Pubblica territorialmente competenti, l’organizzazione di punti comuni di vaccinazione, in locali idonei messi a disposizione dalle aziende sanitarie o anche in sedi territoriali dell’INAIL, come recentemente proposto a livello istituzionale. Restano anche in questo caso da stabilire condizioni, procedure e figure professionali sanitarie e amministrative pubbliche da impiegare a supporto del medico competente vaccinatore.
 
In tutti gli scenari sopra rappresentati, i MC possono proficuamente essere coinvolti nell’individuazione e definizione delle priorità vaccinali (“soggetti fragili” o comunque affetti da co-morbosità o in particolari condizione di salute o ad alto rischio) e nei processi d’informazione e formazione funzionali anche a ottimizzare il reclutamento di vaccinandi. Tali processi sono da considerare di massima importanza per la Sanità Pubblica, non solo per le attività d’immunizzazione dirette ai lavoratori, ma anche per le prevedibili positive ricadute indirette sui familiari dei lavoratori.
 
Ciò detto, per tutti gli scenari sopra descritti, restano da chiarire al più presto, da parte delle istituzioni competenti, alcuni aspetti, in primis relativi alla dotazione di strumenti informatici e software dedicati per la gestione del programma vaccinale, auspicabilmente nell’ambito di un unico database nazionale, non dimenticando che molte delle attività illustrate in precedenza non possono essere immediatamente e in ogni realtà incardinate nel dettato legislativo disposto dal D.Lgs. 81/08 e devono, quindi, essere adeguatamente considerate a parte, in relazione ai contratti stipulati e al rapporto di lavoro di ogni singolo medico competente (es., aspetti di responsabilità professionale e di tutela assicurativa). Naturalmente, l’esistenza delle difficoltà citate non pregiudica la possibilità di affrontarle e superarle tramite un percorso condiviso e collaborativo la cui celere attuazione è auspicata da SIML per favorire il pronto avviamento della fase operativa in un contesto socio-sanitario di gravità assoluta.
 
In conclusione, il possibile e auspicabile coinvolgimento dei MC nelle attività vaccinali anti- COVID-19, negli scenari sopra richiamati, dovrà essere formalmente riconosciuto e previsto all’interno di un Protocollo nazionale che affronti i contesti e le peculiarità sopra riportate, da considerare quale conditio sine qua non per l’appropriata realizzazione di programmi vaccinali anti-COVID-19, da implementare in modo omogeneo sull’intero territorio nazionale e da richiamare negli accordi aziendali territoriali o di categoria nei quali tale coinvolgimento sarà previsto. La mancanza di queste regole, certe e approvate, potrebbe facilitare l’insorgenza di problematiche medico-legali che sarebbero di ostacolo alla indispensabile celerità delle operazioni.
 
Come già anticipato, SIML fin d’ora si dichiara disponibile a garantire il proprio contributo tecnicoscientifico ai diversi livelli a cui tale tematica sarà affrontata.
 
 
Fonte: SIML
 
 
 
 

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Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini - likes: 0
26/03/2021 (12:13:46)
Una presa di posizione importante e razionale.
Rispondi Autore: GIANNI SITA - likes: 0
07/04/2021 (18:58:17)
CHIDDO QUALE COMPENSO ILMEDICO COMPETENTE PUO' RICHIEDERE ALLE >AZIENDE PER SINGOLO VACCINATO
GRATO
SITA

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