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L’insicurezza delle strade costa a ogni cittadino ogni anno 600 euro
L’Italia investe poco sulla sicurezza stradale e ne subisce le conseguenze.
La Consulta nazionale sulla sicurezza stradale, organismo creato dal Cnel e dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha valutato che i 6.700 morti e i 340.000 feriti sulle strade italiane, nel 2002, abbiano comportato un onere complessivo di 34 miliardi di euro per lo Stato, le imprese e le famiglie. Un costo per ogni cittadino italiano di 600 euro all’anno; tale cifra è superiore alla media dell’Unione europea, che si attesta sui 460 euro pro-capite.
Per ridurre il costo sociale delle stragi stradali di circa 200 euro pro-capite, secondo la Consulta, è necessario investire almeno 30 euro a persona, in linea con la media europea compresa tra 30 e 40 euro. Attualmente in Italia si “spendono” invece solo 8 euro a persona per la prevenzione degli incidenti stradali.
Sulla carenza di finanziamenti destinati alla sicurezza ha focalizzato l’attenzione la sessione plenaria della Consulta. “E’ giusto un allarme sui gravi incidenti - ha affermato Mario Sai, coordinatore della Consulta - che tornano a ripetersi in concomitanza con gli spostamenti estivi. Allarme non deve voler dire, però, regressione verso una logica di emergenza. Soprattutto, non si può accettare che per la sicurezza stradale ci siano grandi allarmi e pochi finanziamenti. E’ indispensabile, infatti, aumentare la spesa in sicurezza stradale, fino a raggiungere valori proporzionalmente analoghi a quelli dei maggiori Paesi europei”.
Secondo la Consulta dovrebbero essere destinati non meno di 1 miliardo di euro ogni anno per i prossimi tre programmi di attuazione del Piano nazionale di sicurezza stradale, destinati sia a cofinanziare misure e azioni a livello regionale, provinciale e comunale, sia a interventi nazionali.
Durante l’incontro, sono state presentate anche le migliori pratiche locali per la sicurezza stradale, tra cui i progetti pilota dei centri provinciali di monitoraggio (Milano, Bologna, Roma, Reggio Calabria) e gli interventi a livello comunale (Genova e Trento).
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La Consulta nazionale sulla sicurezza stradale, organismo creato dal Cnel e dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha valutato che i 6.700 morti e i 340.000 feriti sulle strade italiane, nel 2002, abbiano comportato un onere complessivo di 34 miliardi di euro per lo Stato, le imprese e le famiglie. Un costo per ogni cittadino italiano di 600 euro all’anno; tale cifra è superiore alla media dell’Unione europea, che si attesta sui 460 euro pro-capite.
Per ridurre il costo sociale delle stragi stradali di circa 200 euro pro-capite, secondo la Consulta, è necessario investire almeno 30 euro a persona, in linea con la media europea compresa tra 30 e 40 euro. Attualmente in Italia si “spendono” invece solo 8 euro a persona per la prevenzione degli incidenti stradali.
Sulla carenza di finanziamenti destinati alla sicurezza ha focalizzato l’attenzione la sessione plenaria della Consulta. “E’ giusto un allarme sui gravi incidenti - ha affermato Mario Sai, coordinatore della Consulta - che tornano a ripetersi in concomitanza con gli spostamenti estivi. Allarme non deve voler dire, però, regressione verso una logica di emergenza. Soprattutto, non si può accettare che per la sicurezza stradale ci siano grandi allarmi e pochi finanziamenti. E’ indispensabile, infatti, aumentare la spesa in sicurezza stradale, fino a raggiungere valori proporzionalmente analoghi a quelli dei maggiori Paesi europei”.
Secondo la Consulta dovrebbero essere destinati non meno di 1 miliardo di euro ogni anno per i prossimi tre programmi di attuazione del Piano nazionale di sicurezza stradale, destinati sia a cofinanziare misure e azioni a livello regionale, provinciale e comunale, sia a interventi nazionali.
Durante l’incontro, sono state presentate anche le migliori pratiche locali per la sicurezza stradale, tra cui i progetti pilota dei centri provinciali di monitoraggio (Milano, Bologna, Roma, Reggio Calabria) e gli interventi a livello comunale (Genova e Trento).
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