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Il rischio corre sulle strade italiane

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza stradale

06/05/2008

Una ricerca di Altroconsumo, che ha percorso oltre 2700 km di strade e autostrade italiane, conferma che lo stato di forma delle nostre strade è ancora insufficiente: poca visibilità e illuminazione, segnalazioni mancanti, scarsa manutenzione.

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Solo pochi mesi fa l'Istat aveva reso disponibili i dati degli incidenti stradali del 2006, raffrontati con gli anni 2000-2005. Sono dati che, per quanto con una lieve diminuzione del numero degli incidenti (-0,8%), dei morti (-2,6%) e dei feriti (-0,6%) rispetto al 2005, dimostrano la “dimensione” del rischio stradale in Italia.
Nel complesso, nell’anno 2006 sono stati rilevati 238.124 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.669 persone, mentre altre 332.955 hanno subito lesioni di diversa gravità: una media giornaliera di 652 incidenti stradali, che provocano la morte di 16 persone e il ferimento di altre 912.
 
Le cause degli incidenti, come sappiamo, sono molte: dalle condizioni dell’autovettura a quelle dell’autista. Ma non sempre ci si sofferma abbastanza sui rischi di strade e tunnel poco sicuri, con magari scarsa visibilità o una segnaletica ridotta, rischi a cui l’Italia è stata spesso chiamata a rispondere sia da documenti dell’Aci e dell’Istat che da costanti rilevazioni europee.
 
Di fronte a questi dati l'associazione Altroconsumo, "Associazione Indipendente di Consumatori",  ha deciso di monitorare oltre 2.700 chilometri di strade e autostrade per verificare il grado di rischio e segnalare lacune e malfunzionamenti.

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Quali le strade monitorate?
È un elenco lungo e “comprende il 50% delle strade indicate dal ministero dei Trasporti come quelle più pericolose d'Italia e il 50% di quelle segnalate come più a rischio dall'ultimo rapporto Aci”.
 
I risultati, come anticipato dal nostro titolo, non sono buoni, malgrado un lieve miglioramento di qualche tratta in rapporto al precedente monitoraggio della stessa rivista nel 2003.
 
I problemi riscontrati più frequentemente:
 
- problemi di continuità del tracciato: un tracciato imprevedibile è più rischioso. L’esempio di un punto pericoloso è il raccordo della A1 con il Grande Raccordo Anulare di Roma che dopo un lungo rettilineo prosegue con una “rampa curva che ha un raggio molto stretto non adeguatamente segnalato in precedenza”;
 
- presenza di barriere e ostacoli:  la “barriera di sicurezza è fondamentale per trattenere i veicoli sul tracciato e limitare i danni per gli occupanti”, ma perché sia efficace deve essere continua “così che si deformi gradualmente con l’impatto del veicolo e lo arresti senza sbalzarlo o bloccarlo di colpo”. Altroconsumo ha verificato che molti tratti stradali hanno barriere “mal raccordate, interrotte o con i punti terminali pericolosi”.
Segnalata anche la presenza di diversi ostacoli lungo i margini delle strade;
 
- geometria rischiosa di svincoli, intersezioni e curve: la sicurezza sarebbe più elevata se le strade di intersezione si immettessero nei controviali e non sulla carreggiata principale, ma anche questo non si verifica sempre (ad esempio sulla Ss148 Pontina);
 
- segnaletica confusa o poco visibile: la situazione è carente in molti tratti ma sta aumentando la diffusione dei PMV (pannelli a messaggio variabile);
 
- livello di visibilità e illuminazione: nella ricerca di Altroconsumo si evidenzia che molti tratti “non brillano per visibilità”. Un esempio è la “conformazione molto tortuosa della A7 Milano-Genova” che “si traduce in una visibilità a tratti difficile per gli automobilisti”.
 
- manutenzione:  qualche volta assente, qualche volta presente ma con cantieri non sempre ben segnalati.
 
L’inchiesta, che vi invitiamo a leggere arricchita di diverse foto esplicative, parla anche del buon lavoro dei tutor, dispositivi che rilevano la velocità media delle auto lungo alcune tratte autostradali, dei comportamenti scorretti alla guida (causa del 45% degli incidenti), della “massiccia presenza” dei camion sulla strade italiane e dei grandi pericoli per motociclisti e pedoni.
Questi ultimi rappresentano “oltre il 6% dei feriti per incidenti stradali e superano il 13% nel conteggio delle vittime”.
 
Speriamo che tutti questi dati, che riportiamo costantemente con i nostri articoli riguardo allo stato delle strade, possa spingere il governo, le amministrazioni locali e le società autostradali ad intervenire per migliorare la nostra sicurezza al volante.
 
Articolo di Altroconsumo “Giungla d’asfalto” (formato PDF, 506 kB) sul numero 214 di Aprile 2008, www.altroconsumo.it.
 
 

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