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Un regolamento per limitare la diffusione di contenuti terroristici online

Un regolamento per limitare la diffusione di contenuti terroristici online
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Sicurezza informatica

03/05/2021

E’ finalmente stata approvata la proposta di regolamento europeo sul controllo della diffusione di contenuti terroristici on-line.

Quanto i social media possano essere pericolosi per la diffusione di notizie false o addirittura tali da incitare ad attività terroristiche, è ben noto a tutti. Questo è il motivo per cui il Parlamento europeo, di concerto con la commissione ed il consiglio, ha completato l’elaborazione di un Regolamento, vincolante per tutti paesi europei, per mettere sotto controllo questo drammatico fenomeno.

 

La definizione ufficiale di questo regolamento è la seguente:

PROGETTO DI RISOLUZIONE LEGISLATIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO sulla posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al contrasto della diffusione di contenuti terroristici online (14308/1/2020 – C9-0113/2021 – 2018/0331(COD)).

Ecco la storia di questo regolamento.

 

Il 12 settembre 2018 la Commissione ha presentato al Consiglio e al Parlamento europeo la proposta di regolamento relativo alla prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online. Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione in prima lettura il 17 aprile 2019. I negoziati interistituzionali sono stati avviati con il Parlamento neoeletto nell'ottobre 2019 al fine di raggiungere un accordo rapido in seconda lettura. I negoziati si sono conclusi positivamente il 16 dicembre 2020. Il testo concordato in via provvisoria è stato confermato dal COREPER il 16 dicembre 2020 e approvato dalla commissione LIBE l'11 gennaio 2021. Poiché la posizione in prima lettura del Consiglio, adottata il 16 marzo 2021, riflette pienamente l'accordo raggiunto in sede di negoziati interistituzionali delle prime fasi della seconda lettura, il relatore ritiene che dovrebbe essere approvata dal Parlamento europeo senza modifiche, in modo che il regolamento possa essere adottato celermente ed entrare in vigore quanto prima possibile.

 

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Quando per la prima volta, nel 2018, venne avanzata la proposta di elaborazione di questo regolamento, molte associazioni espressero dei dubbi su questa iniziativa. Oggi l’evoluzione della situazione mondiale ha messo in evidenza quanto invece sia importante tenere sotto controllo la diffusione on-line di contenuti terroristici.

 

Il primo problema che occorre risolvere è evidentemente quello legato a chi decide se un determinato contenuto è o meno riconducibile a un messaggio terroristico. La bozza del documento fa riferimento a “autorità competenti”, ma si sta cercando di definire quali enti siano compresi in questa definizione, come ad esempio la magistratura o le autorità amministrative.

 

Inoltre, vi sono state molte discussioni afferenti alla definizione di “terrorista”. La soluzione trovata stabilisce una definizione armonizzata a livello europeo.

 

Un altro problema affrontato dalla bozza di regolamento è legato al coinvolgimento degli Internet service provider, che devono eliminare contenuti terroristici con estrema rapidità, certe volte in meno di un’ora, o devono fronteggiare severe sanzioni.

 

Il regolamento prende anche in esame la possibilità di introdurre dei filtri, che permettano di bloccare l’inserimento del materiale terroristico, prima che vengano inserito in rete. Purtroppo, questi applicativi di intelligenza artificiale hanno più volte dimostrato di non essere particolarmente intelligenti.

 

Ricordo ai lettori che un grande social media ha bloccato un sito, attivato dalla città americana Bitchie, perché ha confuso il nome di questa città con la parola inglese bitch, che significa prostituta.

 

Le perplessità avanzate da questi applicativi nascono anche dal fatto che gli internet service provider in un certo senso dovrebbero comportarsi come giudici, assumendosi responsabilità che in realtà toccano solo alla magistratura o alle già menzionati autorità competenti.

 

Ciò non toglie che, pur a fronte di tutte queste difficoltà, ormai il testo abbia raggiunto la versione finale, che finalmente permetterà di offrire un determinante contributo alla tutela della società civile  dal pericoloso contatto con sorgenti di informazione terroristica.

 

In allegato a questa notizia offro solo la copertina di un bollettino terroristico, che viene diffuso on-line e che è pieno di informazioni su come perpetrare attacchi terroristici, allestire ordigni esplosivi improvvisati e via dicendo.

 

 

Vedi allegato(pdf)

 

 

Adalberto Biasiotti

  




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