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Spamming e...bugie
Qual è il grado di falsità delle informazioni contenute nelle e-mail indesiderate che giungono nelle caselle di posta elettronica degli utenti?
Un test è stato realizzato dalla Federal Trade Commission degli USA, che ha esaminato un campione di 1.000 messaggi di spam.
I risultati sono stati sintetizzati nella newsletter del Garante italiano per la privacy.
I dati utilizzati per effettuare l’indagine sono stati estrapolati dal data base che raccoglie le segnalazioni dei consumatori riguardo al fenomeno spamming. I messaggi inviati alla FTC dal luglio al dicembre 2002 sono stati oltre 11 milioni.
Il test ha preso a campione 450 messaggi selezionati in modo casuale, ai quali ne sono stati altri 450 provenienti da indirizzi e-mail disseminati dalla FTC in modo occulto in vari ambiti (siti Web, newsgroups, gruppi di discussione), ed ancora 100 ricevuti attraverso gli indirizzi e-mail “ufficiali” della FTC.
I risultati dello studio, che non ha carattere di esaustività, sono stati pubblicati in lingua inglese sul sito della FTC.
Sono stati presi in esame i diversi campi dell’e-mail: mittente, oggetto della comunicazione, testo.
Il 55% dei messaggi di spam aveva carattere pornografico, riguardava offerte finanziarie o di investimento.
Il 66% dei messaggi di spam esaminati risultavano presentare elementi di falsità, con un minimo del 42% per quelli relativi alla vendita di prodotti o servizi ed un massimo del 96% per le offerte di investimento o finanziarie.
Un terzo dei messaggi presentava elementi di falsità nel campo “Da” (“Mittente”); nella metà di tali casi, il mittente dichiarava essere un “amico” o “conoscente” del destinatario.
Il 22% dei messaggi presentava elementi di falsità nel campo “Oggetto”, consistenti nel 42% dei casi nell’affermazione che il mittente conosceva personalmente il destinatario.
I messaggi con il minore tasso di falsità nei campi “Mittente” e “Oggetto” erano quelli relativi ad attività o ausili didattici (36%), mentre i più falsi risultano essere quelli di argomento finanziario (53%).
Nel 90% dei messaggi relativi ad offerte di investimento o finanziarie, il testo conteneva informazioni chiaramente fasulle.
Un test è stato realizzato dalla Federal Trade Commission degli USA, che ha esaminato un campione di 1.000 messaggi di spam.
I risultati sono stati sintetizzati nella newsletter del Garante italiano per la privacy.
I dati utilizzati per effettuare l’indagine sono stati estrapolati dal data base che raccoglie le segnalazioni dei consumatori riguardo al fenomeno spamming. I messaggi inviati alla FTC dal luglio al dicembre 2002 sono stati oltre 11 milioni.
Il test ha preso a campione 450 messaggi selezionati in modo casuale, ai quali ne sono stati altri 450 provenienti da indirizzi e-mail disseminati dalla FTC in modo occulto in vari ambiti (siti Web, newsgroups, gruppi di discussione), ed ancora 100 ricevuti attraverso gli indirizzi e-mail “ufficiali” della FTC.
I risultati dello studio, che non ha carattere di esaustività, sono stati pubblicati in lingua inglese sul sito della FTC.
Sono stati presi in esame i diversi campi dell’e-mail: mittente, oggetto della comunicazione, testo.
Il 55% dei messaggi di spam aveva carattere pornografico, riguardava offerte finanziarie o di investimento.
Il 66% dei messaggi di spam esaminati risultavano presentare elementi di falsità, con un minimo del 42% per quelli relativi alla vendita di prodotti o servizi ed un massimo del 96% per le offerte di investimento o finanziarie.
Un terzo dei messaggi presentava elementi di falsità nel campo “Da” (“Mittente”); nella metà di tali casi, il mittente dichiarava essere un “amico” o “conoscente” del destinatario.
Il 22% dei messaggi presentava elementi di falsità nel campo “Oggetto”, consistenti nel 42% dei casi nell’affermazione che il mittente conosceva personalmente il destinatario.
I messaggi con il minore tasso di falsità nei campi “Mittente” e “Oggetto” erano quelli relativi ad attività o ausili didattici (36%), mentre i più falsi risultano essere quelli di argomento finanziario (53%).
Nel 90% dei messaggi relativi ad offerte di investimento o finanziarie, il testo conteneva informazioni chiaramente fasulle.
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