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Siti inquinati e rischi per la salute. Una vicenda.
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Non si evidenziano differenze di rilievo nei livelli plasmatici di diossine, furani e PCB tra residenti vicino al petrolchimico e residenti nella zona centrale della città di Mantova.
A questa conclusione è giunto lo “Studio delle concentrazioni ematiche di diossine, furani e PCB in due campioni della popolazione di Mantova”, condotto a seguito di una serie di segnalazioni, a partire dal 1998, di sospetti effetti dannosi sulla salute umana derivanti da inquinamento ambientale nell’area del Polo Chimico di Mantova. In particolare era stato segnalato un eccesso di sarcomi dei tessuti molli tra i soggetti residenti in prossimità del polo chimico.
Lo studio è stato realizzato dal professor Alberto Bertazzi della Clinica del Lavoro “Luigi Devoto” dell’Università di Milano su incarico della Asl della Provincia di Mantova che, a sua volta, seguiva indicazioni ministeriali al riguardo.
Un decreto del Ministero della Salute del 31 agosto 2000 aveva infatti istituito una “Commissione nazionale per lo studio igienico ambientale in relazione al polo chimico di Mantova e per la individuazione di proposte operative di intervento”.
I lavori della Commissione erano terminati nel marzo 2003 con un rapporto nel quale veniva suggerita l’esecuzione di ulteriori analisi di approfondimento da affidare alla Asl competente.
Di qui lo studio dell’Asl mantovana.
La vicenda dell’inquinamento provocato dal polo chimico di Mantova richiede tuttavia ulteriori accertamenti.
Un Gruppo di lavoro della Regione Lombardia infatti ha fatto proprie le risultanze dello studio dell’Asl mantovana, raccomandando di continuare l’indagine attraverso la valutazione della contaminazione di vegetali, latte e di altre matrici ambientali nelle aree del polo chimico di Mantova.
Il testo integrale dello studio.
Non si evidenziano differenze di rilievo nei livelli plasmatici di diossine, furani e PCB tra residenti vicino al petrolchimico e residenti nella zona centrale della città di Mantova.
A questa conclusione è giunto lo “Studio delle concentrazioni ematiche di diossine, furani e PCB in due campioni della popolazione di Mantova”, condotto a seguito di una serie di segnalazioni, a partire dal 1998, di sospetti effetti dannosi sulla salute umana derivanti da inquinamento ambientale nell’area del Polo Chimico di Mantova. In particolare era stato segnalato un eccesso di sarcomi dei tessuti molli tra i soggetti residenti in prossimità del polo chimico.
Lo studio è stato realizzato dal professor Alberto Bertazzi della Clinica del Lavoro “Luigi Devoto” dell’Università di Milano su incarico della Asl della Provincia di Mantova che, a sua volta, seguiva indicazioni ministeriali al riguardo.
Un decreto del Ministero della Salute del 31 agosto 2000 aveva infatti istituito una “Commissione nazionale per lo studio igienico ambientale in relazione al polo chimico di Mantova e per la individuazione di proposte operative di intervento”.
I lavori della Commissione erano terminati nel marzo 2003 con un rapporto nel quale veniva suggerita l’esecuzione di ulteriori analisi di approfondimento da affidare alla Asl competente.
Di qui lo studio dell’Asl mantovana.
La vicenda dell’inquinamento provocato dal polo chimico di Mantova richiede tuttavia ulteriori accertamenti.
Un Gruppo di lavoro della Regione Lombardia infatti ha fatto proprie le risultanze dello studio dell’Asl mantovana, raccomandando di continuare l’indagine attraverso la valutazione della contaminazione di vegetali, latte e di altre matrici ambientali nelle aree del polo chimico di Mantova.
Il testo integrale dello studio.
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