Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Prese difettose in commercio
Alcune prese multiple in commercio presentano un grave errore di progettazione che le rende pericolose. Lo sostiene l’esperto incaricato della perizia sul tragico incendio divampato nel marzo scorso nei locali del ristorante ‘’Bufalo Vichingo’’ di Trezzano sul Naviglio (MI). Nell’incidente persero la vita due bambini e una donna.
Secondo il perito, docente di impianti elettrici alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia, il rogo sarebbe stato causato dal surriscaldamento di una presa multipla; surriscaldamento attribuibile ad un errore di progettazione.
A quanto riportato sul ‘’Corriere della sera’’, nella progettazione della presa non sarebbero state considerati adeguati accorgimenti per eliminare il rischio di surriscaldamento conseguente all’allargamento permanente dei rebbi degli alveoli attivi, a seguito dell’inserimento forzato di una spina di tipo tedesco (4,75 mm di diametro) negli alveoli della spina di tipo italiano (4 mm di diametro), oppure anche solo a causa del ripetuto inserimento della spina di tipo italiano.
Il perito chiama in causa anche l’IMQ (Istituto del marchio di qualità), che ha posto il marchio di qualità sulla presa, e il CEI (Comitato elettrotecnico italiano). ‘’Il costruttore doveva provvedere a una costruzione che escludesse questo pericolo, il CEI doveva prescrivere una serie di prove che garantissero da questo pericolo, e l’Imq doveva rilevare il pericolo e non concedere il marchio di qualità.’’ E aggiunge: ‘’ anche se l’Imq nel dare la sua garanzia avesse effettivamente rispettato alla lettera i criteri indicati dal Cei, ciò significa solamente che la norma Cei è errata.’’
Il perito pone all’attenzione del giudice il difetto, riscontrato anche in altri tipi di perse, e auspica il loro ritiro dal commercio.
Secondo il perito, docente di impianti elettrici alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia, il rogo sarebbe stato causato dal surriscaldamento di una presa multipla; surriscaldamento attribuibile ad un errore di progettazione.
A quanto riportato sul ‘’Corriere della sera’’, nella progettazione della presa non sarebbero state considerati adeguati accorgimenti per eliminare il rischio di surriscaldamento conseguente all’allargamento permanente dei rebbi degli alveoli attivi, a seguito dell’inserimento forzato di una spina di tipo tedesco (4,75 mm di diametro) negli alveoli della spina di tipo italiano (4 mm di diametro), oppure anche solo a causa del ripetuto inserimento della spina di tipo italiano.
Il perito chiama in causa anche l’IMQ (Istituto del marchio di qualità), che ha posto il marchio di qualità sulla presa, e il CEI (Comitato elettrotecnico italiano). ‘’Il costruttore doveva provvedere a una costruzione che escludesse questo pericolo, il CEI doveva prescrivere una serie di prove che garantissero da questo pericolo, e l’Imq doveva rilevare il pericolo e non concedere il marchio di qualità.’’ E aggiunge: ‘’ anche se l’Imq nel dare la sua garanzia avesse effettivamente rispettato alla lettera i criteri indicati dal Cei, ciò significa solamente che la norma Cei è errata.’’
Il perito pone all’attenzione del giudice il difetto, riscontrato anche in altri tipi di perse, e auspica il loro ritiro dal commercio.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.