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Le donne piu’ protette dal rischio infarto

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza delle persone

28/01/2005

Oltre a fattori genetici, la maggiore attenzione verso le malattie vascolari aumenta la sopravvivenza delle donne. Un recente studio del CNR.

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La donna ha un rischio di infarto inferiore a quello dell’uomo, grazie agli ormoni femminili che la proteggono per tutta l’età fertile. Le donne tuttavia percepiscono il livello di infarto come elevato e sono, quindi, più attente alla prevenzione.

Lo sostiene lo studio Coronary Heart Disease Prevention Programme, curato dal Servizio Prevenzione e Protezione del Cnr di Roma, in collaborazione con il Servizio Medico della FAO (Food and Agricolture Organization), sulla prevalenza dei principali fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione multietnica lavorativa della FAO di Roma.

Campione dello studio sono stati un gruppo di dipendenti dell'organizzazione; 272 uomini dai 45 anni in su e 210 donne dai 50 anni in su o, se in menopausa, anche più giovani.

“Lo studio - spiega il responsabile, Roberto Volpe del CNR - ci ha permesso anche di valutare la percezione del rischio da parte dei soggetti in esame. Infatti, ai partecipanti veniva richiesto, prima di sottoporsi allo screening, di esprimere un giudizio sul proprio rischio utilizzando una scala semiquantitativa (basso, medio, elevato, molto elevato), valutazione che è stata successivamente confrontata con quella calcolata mediante il programma computerizzato di calcolo del rischio cardiovascolare basato sui dati dello studio di Framingham”.

Dalla ricerca è emerso che, mentre il 46% delle donne a fronte del 35% degli uomini non aveva nessuno dei principali fattori di rischio cardiovascolare, ben il 16% degli uomini contro solo il 9% delle donne presentava associati tre o più fattori di rischio cardiovascolare.

“In effetti - sottolinea Josef Pille, direttore del Servizio Medico della FAO - dal calcolo computerizzato del rischio di infarto, è emerso che, mentre le donne registravano un rischio medio di circa il 5% in 10 anni e che, quindi, possiamo considerare basso, negli uomini tale rischio saliva al 10-12%”.

Riguardo alla comparazione tra il rischio calcolato e il rischio percepito, lo studio ha evidenziato che mentre gli uomini valutavano abbastanza bene il proprio rischio, nelle donne è emersa una chiara tendenza alla sovrastima, le donne si ritengono, quindi, più a rischio di quanto effettivamente siano.

“Sembra che le donne - conclude Volpe - in differenti contesti geografici e socio-culturali, appaiano forse più ansiose, ma sicuramente più attente al proprio stato di salute. Questa particolare attenzione, oltre ad essere uno degli aspetti che potrebbe concorrere a spiegare perché le donne vivono più a lungo degli uomini in quasi tutti i paesi del mondo, enfatizza il ruolo della donna che, in famiglia tradizionalmente è custode della salute di tutti”.

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