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Gli uomini ricoverati in ospedale piu' delle donne
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Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
In ospedale gli italiani hanno trascorso complessivamente in un anno 78 milioni e 750 mila giornate; sei giorni e mezzo a testa. Uomo con più di 65 anni e un problema cardiovascolare che porta molto spesso a un intervento di angioplastica, oppure mamma e con bambino appena nato di parto naturale: sono i ritratti dei ricoveri più comuni nel nostro Paese.
Il quadro emerge dal “Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero”, presentato ieri dal Ministero della Salute, che ha analizzato gli oltre 13 milioni di ricoveri avvenuti nel nostro Paese nel 2004.
Le informazioni sono state desunte dalla banca dati delle Schede di dimissione ospedaliera (SDO).
Rispetto alle rilevazioni dell’anno precedente, il numero dei ricoveri complessivi risulta in lieve incremento. Confermando il trend degli anni precedenti, a fronte di una significativa riduzione dei ricoveri in regime ordinario si osserva un contemporaneo e consistente aumento dei trattamenti in day hospital. Risultano aumentati in modo rilevante anche le dimissioni dalla riabilitazione e dalla lungodegenza.
“La priorità resta la battaglia per la sicurezza e la qualità delle cure, e su questo fronte Governo, Regioni, Asl e operatori sanitari sono impegnati da tempo per migliorare i servizi, ammodernare le strutture, promuovere la prevenzione degli errori e le buone pratiche cliniche e assistenziali. – ha affermato il Ministro, Livia Turco - Ognuno per le sue competenze secondo un programma condiviso di interventi e linee guida.”
Il parto, come evento naturale, e la gravidanza restano il primo motivo di ricovero.
Salvo il primo posto del parto naturale, le cause che portano al ricovero ordinario in ospedale sono riconducibili in gran parte a malattie cardiovascolari (aterosclerosi, insufficienza cardiaca, ictus, infarto miocardico acuto, aritmie), al trattamento dei tumori e delle malattie polmonari.
Il rapporto conferma “una prevalenza delle patologie cronico-degenerative che è determinata sia dal progressivo invecchiamento della popolazione sia dal ruolo ancora centrale dell’assistenza ospedaliera nella diagnosi e nella cura.”
Il rapporto mostra inoltre che oltre un ricovero su tre richiede un intervento in sala operatoria.
Rispetto alla popolazione, il ricorso al ricovero è proporzionalmente maggiore negli uomini, ad eccezione delle classi di età corrispondenti all’età fertile delle donne. In media i ricoveri ordinari degli uomini costano di più di quelle delle donne.
Il rapporto mostra differenze fra Nord e Sud riguardo alla frequenza con la quale si ricorre in ospedale. In generale, valori superiori a quello medio nazionale (141,5 ricoveri per mille abitanti) si osservano in quasi tutte le regioni centro-meridionali. La frequenza minore si registra in Piemonte (107,8 ricoveri per mille abitanti), la maggiore in Abruzzo (190 ricoveri per mille abitanti).
Il quadro emerge dal “Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero”, presentato ieri dal Ministero della Salute, che ha analizzato gli oltre 13 milioni di ricoveri avvenuti nel nostro Paese nel 2004.
Le informazioni sono state desunte dalla banca dati delle Schede di dimissione ospedaliera (SDO).
Rispetto alle rilevazioni dell’anno precedente, il numero dei ricoveri complessivi risulta in lieve incremento. Confermando il trend degli anni precedenti, a fronte di una significativa riduzione dei ricoveri in regime ordinario si osserva un contemporaneo e consistente aumento dei trattamenti in day hospital. Risultano aumentati in modo rilevante anche le dimissioni dalla riabilitazione e dalla lungodegenza.
“La priorità resta la battaglia per la sicurezza e la qualità delle cure, e su questo fronte Governo, Regioni, Asl e operatori sanitari sono impegnati da tempo per migliorare i servizi, ammodernare le strutture, promuovere la prevenzione degli errori e le buone pratiche cliniche e assistenziali. – ha affermato il Ministro, Livia Turco - Ognuno per le sue competenze secondo un programma condiviso di interventi e linee guida.”
Il parto, come evento naturale, e la gravidanza restano il primo motivo di ricovero.
Salvo il primo posto del parto naturale, le cause che portano al ricovero ordinario in ospedale sono riconducibili in gran parte a malattie cardiovascolari (aterosclerosi, insufficienza cardiaca, ictus, infarto miocardico acuto, aritmie), al trattamento dei tumori e delle malattie polmonari.
Il rapporto conferma “una prevalenza delle patologie cronico-degenerative che è determinata sia dal progressivo invecchiamento della popolazione sia dal ruolo ancora centrale dell’assistenza ospedaliera nella diagnosi e nella cura.”
Il rapporto mostra inoltre che oltre un ricovero su tre richiede un intervento in sala operatoria.
Rispetto alla popolazione, il ricorso al ricovero è proporzionalmente maggiore negli uomini, ad eccezione delle classi di età corrispondenti all’età fertile delle donne. In media i ricoveri ordinari degli uomini costano di più di quelle delle donne.
Il rapporto mostra differenze fra Nord e Sud riguardo alla frequenza con la quale si ricorre in ospedale. In generale, valori superiori a quello medio nazionale (141,5 ricoveri per mille abitanti) si osservano in quasi tutte le regioni centro-meridionali. La frequenza minore si registra in Piemonte (107,8 ricoveri per mille abitanti), la maggiore in Abruzzo (190 ricoveri per mille abitanti).
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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