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Trovo un rapinatore in casa: che faccio?
Un tabaccaio si è trovato a fronteggiare due rapinatori, uno dei quali stava per gettargli addosso il registratore di cassa. Utilizzando la pistola regolarmente detenuta, ha colpito ed ucciso uno dei rapinatori. Il giudice del tribunale di Padova ha sentenziato che aveva agito con eccesso colposo di legittima difesa, condannando il tabaccaio a due anni e otto mesi di reclusione. Inoltre lo ha condannato a risarcire i familiari della vittima, un ventenne di nazionalità moldava, per un importo straordinario: 325.000 euro.
Purtroppo le notizie di questo genere sono sempre più frequenti sui quotidiani e creano sconcerto nell’opinione pubblica, in quanto queste sentenze sembrano non tenere in alcun conto il fatto che vi è una bella differenza fra una reazione a caldo, in condizioni di presunto estremo rischio, e valutazioni effettuate a tavolino da persone che probabilmente mai in vita loro hanno avuto occasione di trovarsi in situazioni analoghe.
Il problema non si pone solo in Italia, ma anche in altre parti del mondo, ed ecco perché uno specialista americano ha messo a punto, qualche tempo fa, una interessantissimo codice di colori di allerta, che ritengo possano essere utili per i miei lettori, che potrebbero trovarsi nella condizione di dare indicazioni di comportamento a dipendenti e colleghi.
Questo specialista americano, Jeff Cooper, ha messo a punto un codice di colori che descrive ciò che egli chiama “atteggiamento combattivo”.
Ecco il significato dei vari codici.
- Il codice bianco fa riferimento alla situazione nel quale voi siete completamente impreparati a reagire in modo letale, in caso di attacco. Se venite attaccati, e siete in codice bianco, probabilmente potreste morire, a meno che il vostro attaccante sia del tutto incapace di colpirvi.
- Il codice giallo corrisponde a un atteggiamento mentale, nella quale voi vi rendete conto che la vostra vita può essere in pericolo e che dovete assolutamente fare qualcosa per salvarvi. Potrebbe essere questa la situazione mentale nella quale si è trovato il tabaccaio di cui sopra.
- Nel codice arancio avete identificato chi è il vostro nemico e siete pronti ad attivare misure di contrasto, che possono anche portare alla sua morte, ma non avete ancora assunto una posizione estrema.
- Nel codice rosso siete in condizione estrema e non avrete esitazioni a sparare, se le circostanze lo consentono.
Appare evidente che il codice giallo dovrebbe essere quello che ognuno di noi assume normalmente, ma vi è una bella differenza tra questa affermazione e il pesante carico psicologico che questo atteggiamento comporta. Il nostro cervello non può rimanere in stato di allerta in continuazione e ha bisogno di tempi di rilassamento; questo è motivo per cui, ad esempio, installiamo delle difese fisiche attorno alla nostra abitazione, in modo da assumere un atteggiamento rilassato, quando ci troviamo all’interno di una zona protetta, portandoci in codice bianco.
Ad esempio, un gioielliere può passare dalla condizione bianca alla condizione gialla, quando vede due soggetti, che lui ritiene sospetti, che chiedono di entrare nel negozio.
Solo dopo che essi sono entrati ed hanno avviato una attività di negoziazione apparentemente normale, il gioielliere può ritornare in condizione bianca.
In altri casi, come ad esempio nel caso di un gestore di distributori di carburante, che opera solo di notte, l’atteggiamento giallo è praticamente indispensabile, dato l’elevato rischio del contesto.
Un problema di fondo nasce dal fatto che, come ha rilevato il direttore della Department of homeland security negli Stati Uniti, la gran parte dei cittadini è completamente impreparata a valutare una situazione ambientale in termini di codice giallo o codice bianco ed è possibile che un atteggiamento troppo timoroso possa portare ad un sovraccarico di falsi allarmi.
D’altro canto, come ha dimostrato la recente situazione, nella quale è stata ordinata l’evacuazione della Stazione Termini a Roma, perché un individuo la stava traversando, tenendo in mano un’arma, un eccesso di prudenza può portare a conseguenze assai gravi sulla operatività della Stazione ferroviaria e sulla condizione psicologica dei passeggeri evacuati.
Forse in questa circostanza v’è stata una reazione eccessiva, ma, ancora una volta, è facile essere bravi a posteriori!
Adalberto Biasiotti
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Claudio Nini - likes: 0 | 11/02/2016 (09:40:04) |
La vita di un individuo è sacra e comunque vadano le cose deve essere tutelata, perciò è, a parer mio leggera la condanna penale. Viceversa appare scandaloso il risarcimento richiesto al tabaccaio. A questo punto chi avrebbe risarcito il tabaccaio in caso di lesioni che avesse dovuto subire o del danno materiale? Spero che il comportamento del giudice sia valutato attentamente dai suoi superiori i quali dovranno prendere opportuni provvedimenti nei suoi confronti. |
Rispondi Autore: FEDERICO BERNARDI - likes: 0 | 11/02/2016 (10:22:33) |
Consiglierete i provvedimenti opportuni da assumere da parte dell'aggredito per ciascuno dei casi di cui sopra? Cordialità, buon lavoro, Federico Bernardi |
Rispondi Autore: Sergio Curcio - likes: 0 | 11/02/2016 (10:32:40) |
Considerato che, vi sono sono sentenze contrastanti sul l'esercizio della legittima difesa , dovute probabilmente ad una diversa e contrastane lettura del contesto in cui si sono verificati gli eventi, sarebbe auspicabile dotare di telecamera ogni esercizio pubblico e/o privato, in particolare la zona cassa, per verificare le contrastanti versioni dei protagonisti, aggressore ed aggredito. Nello specifico caso, trovo la sentenza del giudice eccessiva nei confronti del tabaccaio, in particolare l'importo del risarcimento del danno. |
Rispondi Autore: mauro tripiciano - likes: 0 | 11/02/2016 (11:03:06) |
la sentenza si giustifica solo se il giudice ha appurato che il tabaccaio avrebbe potuto sventare la minaccia in altro modo, senza sparare. Se si accetta che doveva sparare, la conseguenza letale è accidentale, tra le n possibili .... |
Rispondi Autore: Renato Gatti - likes: 0 | 13/02/2016 (06:49:39) |
Ma chi consente a questo signor Biasiotti di scrivere ancora sciocchezze su questo sito senza conoscere il nostro codice penale? ..E soprattutto non avendo alcuna competenza in materia certificata da anni di specifica attività nel campo della polizia giudiziaria o di sicurezza. Per cortesia.. Avv.Renato Gatti Generale dei Carabinieri, in congedo. |
Rispondi Autore: Fausto Zuccato - likes: 0 | 13/02/2016 (09:34:45) |
Sig. Generale Avv. Gatti. Sono certo che la maggior parte dei lettori di Punto Sicuro Le sarebbe estremamente grata se volesse, sulla base della Sua sicuramente alta competenza in materia, illustrarci il corretto comportamento da tenere nel caso di "Trovo un rapinatore in casa: che faccio?", in modo da potersi, nel caso malaugurato, difendere dall'aggressore,tutelando la propria sicurezza fisica e senza incorrere nei rigori punitivi della Giustizia Italiana. |
Rispondi Autore: Renato Gatti - likes: 0 | 14/02/2016 (00:05:19) |
Gentile signore faccia rileggere a chi ha scritto l'articolo l'art 52 del nostro Codice Penale visto che siamo in Italia. Legittima difesa. L'istituto è contemplato infatti dall'art. 52 del codice penale italiano: « Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa. » Con la legge 13 febbraio 2006 n. 59 ("Modifica all'articolo 52 del codice penale in materia di diritto all'autotutela in un privato domicilio.")[1] è stato aggiunto un comma recante le disposizioni che seguono: « Nei casi previsti dall'articolo 614, primo e secondo comma, sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere: a) la propria o altrui incolumità; b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d'aggressione. La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all'interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale.» La riforma del 2006 ha introdotto dunque una presunzione assoluta (iuris et de iure) di proporzione fra difesa e offesa, nei casi di reazione avvenuta durante la commissione di delitti di violazione del domicilio ed in presenza di un pericolo di aggressione fisica. Inoltre al domicilio sono equiparati i luoghi di esercizio di attività economiche. Cordiali saluti. RG |
Rispondi Autore: adalberto biasiotti - likes: 0 | 15/02/2016 (10:44:15) |
La notizia che ho diffuso fa riferimento puramente e semplicemente ad una codice dei colori, proposto da uno specialista americano. In nessuna parte della mia notizia si fa riferimento al fatto che questa classificazione sia applicabile in un contesto legale. Il codice di colori descrive una situazione soggettiva, nella quale si trova il soggetto aggredito, e nulla ha a che fare con il fatto che tale situazione oggettiva posso giustificare o meno la reazione del soggetto coinvolto. |
Rispondi Autore: Francesco Zantini - likes: 0 | 15/02/2016 (18:22:39) |
Che che il Generale Avv. Gatti abbia un po' esagerato... |
Rispondi Autore: Francesco Zantini - likes: 0 | 15/02/2016 (18:22:51) |
Credo che il Generale Avv. Gatti abbia un po' esagerato... |
Rispondi Autore: Nicola Angelini - likes: 0 | 16/02/2016 (09:13:10) |
Orbene se l'uso di un'arma o di altro è considerato "legittimo" e "proporzionato" per difendere l'incolumità e i beni come mai tutte queste condanne a carico dei nostri concittadini che (più che giustamente ritengo IO personalmente ed al di là di ogni considerazione etica o legale) hanno sparato in una situazione così difficile come quella di una rapina o di un furto nottetempo in casa? La Magistratura Italiana ci ha insegnato che la legge vale... forse, ma non sempre e sicuramente non per tutti allo stesso modo ... trovo veramente inqualificabili alcune condanne. In televisione in questi giorni il dibattito è accesissimo sul tema e questo penso sia un male poichè la materia va trattata in modo professionale e certo e non alla chi urla meglio. |
Rispondi Autore: Massimo Carpene - likes: 0 | 08/05/2016 (11:31:27) |
Il problema dell’eccesso di legittima difesa si ripresenta periodicamente e visto l’aumento esponenziale di delinquenti e di cittadini esasperati lo sarà sempre di più. Un chiarimento sulla frase “la reazione della vittima deve essere proporzionata all’azione del delinquente”. Tralasciati i principi teorici entriamo nel concreto: - La vittima pesa 50 kg, l’aggressore 100 kg. - La vittima è sola, gli aggressori sono 2 / 3 / 4 ecc. - La vittima ha 70 anni, l’aggressore 30 anni. - La vittima è una donna, l’aggressore un uomo. - La vittima è un incensurato con casa e famiglia, l’aggressore un pluripregiudicato violento e senza scrupoli. - La vittima è in un primo momento disarmata, l’aggressore ha un bastone / un cacciavite / un martello. Con la soluzione legislativa attuale la vittima, nel caso poco probabile visto l’effetto sorpresa, non deve sparare ma dovrebbe per avere un minimo di probabilità di sopravvivenza e per rispettare il principio della proporzionalità: - Aumentare di peso e massa muscolare. - Chiamare il time break e richiedere l’arrivo di amici per l’uno contro uno. - Chiedere il rinvio dell’aggressione per una cura di ringiovanimento. - Sottoporsi a cura ormonale per cambiare di sesso. - Richiedere all’aggressore certificato medico psichiatrico ed il test alcol e droga. - Chiedere all’aggressore di fornire almeno un bastone di pari peso e dimensione (con un bastone si può uccidere una persona) oppure un’arma di pari pericolosità. Ora se 2.000 anni di storia giuridica ci portano a fare questi discorsi forse è meglio cancellare tutto e ripartire da zero. I cimiteri e gli ospedali sono pieni di gente inerme massacrata anche psicologicamente da pluri pregiudicati trentenni non evasi, semplicemente a piede libero. Non è giusto subire danni fisici ed economici in attesa che arrivino le forze dell'ordine quando poi il risultato finale è sotto agli occhi di tutti. La vita umana è sacra ma la mia è al primo posto. |