Il mercato delle opere d’arte presenta molti punti oscuri
Un miliardario russo ha avviato una causa contro una celebre casa d’asta, perché egli ha acquistato, fra il 2003 ed il 2015, un certo numero di opere d’arte, che gli sono state cedute da un commerciante svizzero, che le aveva acquistate proprio presso la casa d’aste. Da notare che questo commerciante d’opere d’arte attualmente è sotto indagine per frode sia in Francia, sia a Monaco, sia in Svizzera, proprio per le sue attività mirate ad accrescere in modo artificioso il valore delle opere d’arte da lui acquistate e successivamente rivendute.
Il miliardario russo ha dichiarato che la casa d’asta era comunque coinvolta, perché il fatto che essa avesse venduto queste opere d’arte al commerciante rappresentava una garanzia per tutti i futuri acquirenti, in quanto si era dichiarata disponibile a rimettere nuovamente all’asta queste stesse opere, a prezzi assai superiori a quelli per i quali le opere erano state acquistate dal commerciante sotto indagine.
Stiamo parlando di opere di eccezionale valore, come ad esempio una scultura di Amedeo Modigliani, un quadro di René Magritte ed un quadro di Gustav Klimt. Il quadro che aveva la maggior valutazione era l’ormai famoso “Salvator mundi” di Leonardo da Vinci.
Questa causa mette ancora una volta in evidenza il problema legato ad una corretta valutazione del valore di un’opera d’arte.
Come regola generale, il valore di un’opera d’arte è dato dall’importo che un acquirente è disposto a pagare, in quanto non esistono riferimenti oggettivi, soprattutto per opere uniche, come ad esempio quelle di Modigliani, che mai ha ripetuto una propria opera, sia scultura, sia quadro.
In questo contesto un’analisi di prezzi di opere similari, condotta in tutto il mondo e negli ultimi anni, può rappresentare un prezioso elemento di valutazione, ma non costituisce certamente un riferimento oggettivo.
Negli ultimi tempi sono state sempre più numerose le contestazioni afferenti alla assegnazione di un valore ad un’opera d’arte, a riprova della soggettività delle quotazioni.
Gli esperti di opere d’arte attendono con molto interesse i risultati di questa causa, in corso a New York, perché il giudice potrebbe dare indicazioni preziose, valide per il futuro, su come debba essere impostata la valutazione, quanto più oggettiva possibile, di un’opera d’arte, al fine di non aprire spazi per truffe, che oggi sembrano essere sempre più frequenti.
Appare evidente come questo tema sia di grande importanza anche per tutte le case d’asta, che offrono una base di partenza, spesso non chiaramente motivata, da confrontare poi con il prezzo di acquisto vero e proprio.
Adalberto Biasiotti
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