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Sigilli inviolabili… oppure no?

Sigilli inviolabili… oppure no?
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

15/07/2016

Nel mondo dello sport sta affiorando uno scandalo di dimensioni mondiali: sembra che le provette dove vengono conservati i liquidi organici degli atleti, sottoposte a testa antidroga, non siano così inviolabili come si pensava. Di Adalberto Biasiotti.


Sin dai giochi di Sydney del 2000, le provette, nelle quali vengono conservati i liquidi organici degli atleti, sottoposti a test antidoping, sono state fornite da un’azienda specializzata svizzera. Queste provette  vengono utilizzate  per conservare urina, sangue ed altri liquidi. Una caratteristica assolutamente essenziale di queste provette è proprio il fatto che siano dotate di una chiusura, che renda improponibile una possibile riapertura, per sostituzione del liquido organico presente, e successiva richiusura, senza lasciare una traccia evidente.

 

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La inviolabilità della chiusura di queste provette è stata certificata da un laboratorio indipendente svizzero che ha dichiarato quanto segue:

le bottiglie di conservazione dei liquidi organici, utilizzate nei controlli antidoping, modello BEREG, sono dotate di una chiusura che offre una ragionevole certezza che si possa mettere in evidenza un tentativo di violazione, con accesso non autorizzato al contenuto della bottiglia.

È bene notare la formulazione prudente del laboratorio di prova, che non parla assolutamente di inviolabilità, ma solo di ragionevole certezza. Apparentemente questa ragionevole certezza è stata demolita dal fatto che recenti scoperte hanno messo in evidenza come le provette, che contenevano liquidi organici prelevati agli atleti russi durante le Olimpiadi di Sochi, siano state manomesse. Esperti dei servizi segreti russi, così almeno si vocifera, sono stati in grado di prelevare le provette, aprirle senza lasciare alcuna traccia, sostituire il liquido contenuto all’interno e successivamente richiuderle.

Se questo tipo di sostituzione venisse confermato dai fatti, l’intero mondo dei controlli antidoping verrebbe scosso alle fondamenta, perché la inviolabilità del sigillo di queste provette era ritenuta, da tutti gli esperti, un fatto acclarato.

Il fatto che questa notizia sia stata data da un prestigioso quotidiano, come il New York Times, fa sì che in molti abbiano preso davvero sul serio questa segnalazione si siano attivati.

Tanto per cominciare, è stato intervistato l’amministratore delegato dell’azienda che fornisce queste provette sin dal 1990 e egli non è stato in grado di far altro che confermare quanto il laboratorio indipendente aveva già affermato tempo addietro.

Ricordo ai lettori che quando viene prelevato un campione liquido organico per controlli antidoping, vengono riempite due provette. La prima provetta viene utilizzata per le prove immediate, mentre la seconda viene conservata separatamente per essere utilizzata ove vi siano delle contestazioni sul risultato della prova effettuata sulla prima provetta.

Il sistema di chiusura del tappo della provetta è basato, come i lettori possono chiaramente vedere dalla fotografia, da una serie di piccole linguette che permettono la rotazione del tappo a chiudere, ma bloccano la rotazione del tappo ad aprire. Occorrerebbe quindi in qualche maniera riuscire ad abbassare tutte le linguette contemporaneamente, per consentire lo svitamento  del tappo.

Se si cerca di aprire, in condizioni normali, il tappo sigillato, esso si rompe, lasciando una prova dell’avvenuta violazione.

Tra l’altro, per aprire le provette la azienda che le fornisce mette a disposizione una macchina, che costa circa 2000 dollari, e che appunto effettua questa operazione.

Per la verità, già in passato alcuni esperti avevano avanzato delle perplessità sulla efficacia della sigillatura offerta da questa provetta, ma, in mancanza di prove pratiche e dimostrazioni concrete, l’argomento era stato abbandonato.

Al momento, è stata attivata una commissione di indagine composta di scienziati ed osservatori indipendenti, tra i quali mi auguro proprio che ci sia qualcheduno che abbia una specifica esperienza in termini di sfragistica, vale a dire della scienza della sigillatura.

Ricordo infine a tutti i lettori che esiste una normativa europea che fa specifico riferimento ai sigilli e offre  indicazioni sulle modalità con le quali debbono essere effettuate le verifiche di inviolabilità, o meglio, violabilità che lascia tracce visibili.

 

Adalberto Biasiotti

 



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Rispondi Autore: Eugenio Roncelli - likes: 0
15/07/2016 (09:12:08)
Ma basta avere provette "vergini" e spostare le etichette (o ristamparle uguali).
Roba da ragazzini delle medie, altro che KGB.
Rispondi Autore: Maria Cristina Motta - likes: 0
18/07/2016 (08:53:15)
Forse qualche membro della commissione controfirma le provette ed è per questo che si danno tanta pena ad aprirle e richiuderle

bisogna anche dire che bisogna essere alquanto bravi a cancellare ogni traccia biologica di un precedente liquido contenuto in una provetta, sostituendolo con uno, probabilmente, appartenente ad un' altra persona

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