La sicurezza dei ponti stradali: è un problema europeo
Come purtroppo talvolta accade, una tragedia rappresenta un catalizzatore per l'avvio di indagini sulla possibilità che tragedie similari possano presentarsi altrove.
Non è solo in Italia che stanno crescendo i timori sullo stato delle infrastrutture dei trasporti, a livello nazionale, ma i risultati di ispezioni svolte in alcuni paesi europei stanno dando risultati preoccupanti.
In Francia, il ministro dei trasporti ha messo in guardia la popolazione sul fatto che la rete stradale e autostradale francese è in uno stato critico. Un recente studio sostenuto dal governo francese ha trovato che 1/3 dei ponti stradali francesi richiedono interventi significativi di manutenzione e ben 841 presentano un rischio potenziale.
Questo documento è stato pubblicato alla fine di luglio e gli autori hanno sottolineato il crescente stato di degrado delle strade, in generale, e di ponti e viadotti in particolare.
Su 12.000 punti esaminati, almeno 1/3 ha bisogno di riparazioni, talvolta modeste, per prevenire guai maggiori ma, nel 7% dei casi, il danno è più serio e potrebbe portare ad un rischio di crollo. Diventa pertanto non più una ipotesi ma una elevata probabilità il fatto che sia necessario chiudere alcuni viadotti per ragioni di sicurezza.
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A settembre il ministro francese dei trasporti ha proposto un piano di intervento del valore di 1 miliardo di euro, per effettuare urgenti riparazioni.
In Germania la situazione è altrettanto preoccupante. Un rapporto, pubblicato l'altr'anno dall'Istituto federale per le ricerche sulle autostrade, ha riscontrato che il 12% dei viadotti della Germania sono in cattive condizioni e che solo il 12% è considerato in condizioni soddisfacenti; molti di questi ponti sono stati costruiti negli anni 60 e 70 e non sono stati progettati per sostenere il pesante traffico, che oggi li attraversa.
La situazione nella ex Germania dell'est è generalmente migliore, ma solo per il fatto che, dopo l'unione, il governo federale investì grandi somme nel miglioramento delle strutture dei ponti, che presentavano problemi, perché costruiti decenni fa e assoggettati a crescente traffico di merci. Non per nulla, già oggi alcuni ponti autostradali tedeschi, compreso il famoso ponte di Leverkusen sul Reno, a nord di Colonia, non consentono il transito del traffico pesante.
La tragedia che ha colpito l'Italia non è certo l'unica, perché, ad esempio in India, il crollo di un ponte a Mjerhat ha portato a morti e feriti. Nel marzo 2016 un altro ponte è crollato in India con 26 morti e 90 feriti.
Intervenire e prevenire
i vigili del fuoco e la protezione civile, che vengono chiamati sul posto in queste emergenze, devono fronteggiare problemi non trascurabili, innanzitutto per la presenza di dense nuvole di polvere, che impediscono la respirazione ed obbligano tutti i soccorritori ad indossare dispositivi di protezione personale. In secondo luogo, è indispensabile illuminare bene la scena, per effettuare interventi di salvataggio. Fortunatamente oggi sono disponibili corpi illuminanti di grande potenza, che possono essere attivati sul posto in tempi assai brevi.
Per quanto riguarda la prevenzione, i lettori hanno già avuto notizia del progetto di installazione di sensori sismici sulle strutture del ponte. È questa la soluzione che più spesso viene utilizzata, in varie parti del mondo, perché tali sensori possono dare segni premonitori di possibili problemi, non solo legati al ponte in quanto tale, ma anche a possibili scosse sismiche.
Ad esempio, il progetto del nuovo ponte sul porto di Long Beach, negli Stati Uniti, incorpora 75 sensori sismici, i cui segnali vengono continuamente monitorati da strutture specializzate, permettendo, in caso di allarme, di chiudere al traffico il ponte.
Ricordo anche ai lettori che gli argomenti legati a un evento drammatico, come il crollo del ponte, vengono presi in considerazione dal comitato tecnico ISO, che ha presentato una bozza di norma dal titolo:
ISO/CD 22392 -Security and resilience - Community resilience -Conducting peer reviews for disaster risk reduction.
È evidente che queste considerazioni nulla possono fare per consolare le famiglie delle vittime, ma purtroppo, già gli antichi latini solevano affermare "oportet ut scandala eveniant".
Adalberto Biasiotti
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