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La Cina e la componentistica di sicurezza

La Cina e la componentistica di sicurezza
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

10/10/2016

Ad Essen era presente una nutrita rappresentanza di aziende cinesi, che occupavano più di metà di un grande padiglione. Vediamo quali novità erano presenti. Di Adalberto Biasiotti.


Ormai già da tempo la Cina ha imparato a presentarsi sui mercati internazionali, affrontando il problema con tecniche che sono già utilizzate da tempo in Italia dall’Istituto per il commercio estero. Viene affittata una grande superficie in un padiglione e lo spazio viene poi suddiviso fra un gran numero di piccole aziende, che così possono risparmiare sui costi.

 

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L’area riservata alle aziende cinesi è facilmente riconoscibile per la presenza di un logo specifico su tutti i vari stand.

 

 

Esamino sempre con grande attenzione queste aree, perché sono presenti dozzine di aziende, che presentano una grande quantità di prodotti, alcuni tra i quali potrebbero essere particolarmente interessanti.

 

La grande maggioranza degli espositori offriva componentistica per sistemi antintrusione e componentistica per  video sorveglianza: a questo proposito, è inutile che ricordi ai lettori come siano numerose le prestigiose aziende europee ed americane che fanno realizzare i propri prodotti in Cina, avvantaggiandosi per il prezzo più basso della manodopera e dei semilavorati. Quando l’azienda europea ha un buon laboratorio, dà indicazioni ai produttori cinesi su come realizzare il prodotto, ma in altri casi si prende pari pari il prodotto cinese e si applica la propria etichetta.

 

Solo poche aziende, che ho incontrato personalmente in Cina, inviano sul posto un proprio collaudatore in camice bianco, che effettua i controlli su tutti i prodotti che porteranno poi il marchio dell’azienda committente europea.

Quest’anno, per la verità, non ho visto prodotti particolarmente innovativi, ma non v’è dubbio che l’attrattiva del prezzo è straordinaria.

 

Ormai abbiamo visto tutti che è possibile acquistare un piccolo impianto di video registrazione, completo di un monitore, quattro telecamere a cupola, con illuminazione a LED incorporata, hard disk di registrazione, per poche centinaia di euro. Se poi si presentano occasionalmente dei problemi di intervento di manutenzione, spesso costa meno sostituire l’intera telecamera, che costa una sessantina di euro, piuttosto che andare a fare interventi di riparazione.

I professionisti della sicurezza più raffinati evidentemente sanno che questi prodotti, a prezzo così attraente,  hanno anche delle limitazioni d’uso, ma è anche vero che molto spesso il cliente non ha bisogno di prestazioni eccezionali, ma di prestazioni ordinarie.

 

Sappiamo tutti che spesso la sola installazione dell’impianto di videosorveglianza, con adeguata informativa ai visitatori ed ai malviventi, può rappresentare un efficace strumento deterrente.

 

Un fattore che mi ha colpito è la vastità della gamma dei prodotti offerti, che è in pratica in grado di soddisfare qualunque esigenza di un progettista, che desidera installare apparecchiature di livello medio e, eccezionalmente, anche alto.

 

È questa una situazione che desta molte preoccupazioni, anche perché, se il bando di gara della amministrazione pubblica o privata non è scritto bene, è purtroppo possibile che prodotti cinesi possano dichiarare di rispondere perfettamente alle specifiche di capitolato.

Ecco perché è bene, laddove possibile, fare ricorso a prodotti certificati, che offrono una garanzia in più e che, almeno ad oggi, rappresentano una eccezione sui mercati cinesi.

 

Ma si faccia comunque attenzione al fatto che questa eccezione non è destinata a durare a lungo. Grandi enti di certificazione europei, come TUV, VDE, BSI, Rina, hanno già da tempo aperto degli uffici in Cina e sono in grado di rilasciare certificazioni di prodotto per molti apparati di interesse per il progettista della security.

 

Non parlo più di certificazioni del sistema di qualità, perché ormai oggi questa certificazione è pressoché scontata, almeno per fornitori cinesi di un certo livello.

Un’area che ha destato particolare interesse è legata alle nuova famiglia di telecamere, che vengono installate sui droni.

Come i lettori ben sanno, queste telecamere devono avere una elevata risoluzione, devono essere capaci di operare nella gamma del visibile o, in alternativa, nella gamma dell’infrarosso ed infine devono essere dotate di sistemi di stabilizzazione dell’immagine, per sfruttare al meglio le capacità di ripresa delle telecamere.

 

Oggi telecamere da drone con risoluzioni estremamente elevate, dell’ordine di 10.000.000 di pixel, disponibili sia in versione operativa in luce ambiente, sia in versione operativa all’infrarosso, hanno un peso di una cinquantina di grammi ed hanno prestazioni che bisogna vedere per credere.

 

Poiché il mercato dei droni è in pieno sviluppo in tutto il mondo, si è aperto un nuovo mercato per i prodotti cinesi, che sembrano per ora essere gli unici in grado di soddisfare queste nuove esigenze, estremamente onerose per un fabbricante europeo.

 

D’altro canto, ho intervistato numerosi e importanti enti, che vendono sistemi antintrusione e di videosorveglianza in Europa, e tutti mi hanno detto che un paio di visite all’anno nell’estremo oriente sono ormai obbligatorie, per evitare che un prodotto attraente possa essere catturato dalla concorrenza, intervenuta tempestivamente.

 

Questo è motivo per cui raccomando anche ai grossi distributori o produttori italiani di tenere sotto stretto controllo il mercato cinese, che può offrire notevoli sorprese non solo sull’evidente piano economico, ma anche sul meno evidente piano tecnico.

 

 

Adalberto Biasiotti




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