L’importanza dei piani di emergenza per la tutela dei beni culturali
Un esperto del broker londinese Sedgwick, Michael Onore, ha messo in evidenza l’importanza di disporre di piani di emergenza, a tutela dei beni culturali.
In pratica, più del 90% dei beni culturali che erano ospitati nella cattedrale di Notre Dame sono stati salvati dal drammatico incendio, grazie al fatto che i vigili del fuoco ed altro personale di emergenza erano stati precedentemente addestrati a fronteggiare situazioni, simili a quella che purtroppo si è verificata.
Un piano di emergenza per la salvaguardia dei beni culturali coinvolge diversi aspetti:
- il primo aspetto è quello di stabilire un elenco prioritario di oggetti da rimuovere, in modo da dare l’appropriata precedenza ad oggetti di particolare valore o di particolare delicatezza,
- il secondo aspetto riguarda la definizione di una catena di trasporto, che possa garantire un rapido spostamento dall’area di emergenza ad un’area sicura,
- il terzo aspetto riguarda la descrizione corretta del bene recuperato e la sua messa in sicurezza, non solo da un punto di vista di danni ambientali, ma anche da un punto di vista di possibili furti.
L’esperienza insegna che in questa situazione di emergenza talvolta le misure di sicurezza possono essere allentate, offrendo opportunità ai malviventi di impadronirsi degli oggetti recuperati.
Chi scrive, come esperto Unesco per la protezione dei patrimoni culturali, ha sviluppato questi piani di salvaguardia dei beni culturali, in condizioni di emergenza, in numerose città del mondo, prevalentemente nel bacino mediterraneo, nel sud est Europa nel Caucaso.
La preparazione del piano di emergenza si basa su un percorso formativo per tutto il personale coinvolto, che si conclude con una esercitazione pratica, che permette di verificare l’efficienza ed efficacia della formazione.
Ancora una volta, occorre ricordare che nessun piano di emergenza è credibile, se non è stato almeno messo in pratica, con una appropriata simulazione, una o più volte.
Al termine di ogni simulazione, è indispensabile riunire tutto personale che ha partecipato all’esercitazione stessa, per effettuare un debriefing, durante il quale vengono messi in evidenza gli aspetti positivi dell’esercitazione e gli aspetti migliorabili.
Un qualunque insediamento culturale, che non sia dotato di un piano di emergenza e non lo abbia simulato, almeno una volta, non può affermare di proteggere con soddisfacente efficienza ed efficacia i preziosi tesori, custoditi nell’insediamento stesso.
Segue fotografia dei vigili del fuoco che asportano una bene culturale durante l’incendio a Notre Dame, con una seconda fotografia che fa riferimento a una simulazione effettuata nel museo di Ohrid, in Macedonia, nell’ambito di un piano di supporto alla protezione dei beni culturali, sponsorizzato dall’Unesco.
Adalberto Biasiotti
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