I talebani hanno messo sotto attacco il patrimonio culturale dell’Afghanistan
L’assemblea dei difensori dei diritti umani ha pubblicato un allarme, che riguarda la distruzione del patrimonio culturale dell’Afghanistan, da parte dei talebani.
Al proposito, mi permetto di ricordare ai lettori che il patrimonio culturale, secondo l’Unesco, è diviso in due grandi categorie, a seconda che ci si trovi davanti ad:
- patrimonio culturale tangibile,
- patrimonio culturale intangibile.
A quest’ultima categoria, di esempio, appartengono le danze popolari, le musiche popolari ed altre attività artistiche, che non comportano necessariamente la produzione di oggetti tangibili.
L’assemblea dei difensori dei diritti umani ha chiamato in causa tutta la comunità internazionale perché ritiene che la situazione sia assolutamente disastrosa.
Approfondimento della normativa ISO 11064 e altre norme per la progettazione delle sale di controllo, a cura di di Adalberto Biasiotti. |
In una dichiarazione, rilasciata pochi giorni fa, l’assemblea ha sottolineato il fatto che lo scioglimento delle istituzioni culturali e le severe restrizioni imposte dai talebani hanno gravemente compromesso le condizioni mentali e psicologiche di esponenti del patrimonio culturale e di artisti afghani.
L’assemblea, nel suo comunicato, ha confermato che ci si trova davanti a una sistematica distruzione del patrimonio culturale tangibile ed intangibile ed alla pratica impossibilità, da parte di artisti afghani, di sviluppare la loro attività.
Ad esempio di questa situazione, la assemblea ha messo in evidenza come uno specifico locale, situato nel primo distretto di Kabul, che un tempo era un centro di diffusione di musica classica e di canti popolari, sia oggi praticamente deserto.
Questa distruzione si estende anche ad edifici teatrali, cinema, auditorium e gallerie artistiche. È stato chiuso l’istituto nazionale della musica e in molte università sono stati chiusi i dipartimenti dedicati alle arti.
Ecco perché l’assemblea richiede che l’Unesco, in particolare, intervenga con urgenza per mettere sotto controllo questa situazione catastrofica.
Occorre attivare un piano di diplomazia culturale, che possa indurre i talebani ad assumere un atteggiamento meno restrittivo. D’altro canto, la graduale introduzione di principi sempre più rigidi di rispetto della Sharia, che ad esempio non consente di attivare spettacoli musicali, ha fatto sì che migliaia di artisti e cantanti non abbiano oggi nessun mezzo di sopravvivenza e siano obbligati ad abbandonare il paese.
Negli ultimi tre anni, infatti, sono stati registrati numerosi casi di interventi della polizia culturale talebana su persone, che ascoltavano la musica, con interventi brutali sui cantanti e con la distruzione di strumenti musicali.
Il ministero talebano per la propaganda della virtù e la prevenzione del vizio ha pubblicato specifiche direttive, perfino ai conducenti di automobili o di auto pubbliche, circa la proibizione di ascoltare musica durante la guida.
Mi auguro che tutti coloro che leggono queste righe ed hanno la possibilità di influenzare, anche in minima misura, il contrasto a queste disposizioni, si attivino in modo appropriato e con la massima tempestività.
Adalberto Biasiotti
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Rispondi Autore: gilberto galeazzi - likes: 0 | 02/10/2024 (07:59:53) |
"Il sonno della ragione genera mostri " e credo che l'ignavia sia ben radicata nel modus vivendi del regime. |
Rispondi Autore: gabaglio venanzio - likes: 0 | 04/10/2024 (17:39:23) |
sembra impossibile. Ma sono esseri umani ? |