Come migliorare le condizioni operative di una sala comando e controllo
I parametri che condizionano l’efficienza ed efficacia degli operatori in una sala di comando e controllo sono numerosissimi. Basti pensare al condizionamento, alla postura seduta, alla disposizione degli organi di visualizzazione, comando e controllo, e via dicendo, per rendersi conto che questi fattori rappresentano aspetti fondamentali del percorso progettuale della sala.
Ancora oggi purtroppo non sempre sufficientemente viene pesato il contributo che l’impianto di illuminazione può dare alla migliore operatività della sala controllo.
Chi scrive, ad esempio, ha installato un impianto di illuminazione circadiano in una sala comando e controllo di uno dei più prestigiosi edifici milanesi, ricevendo dagli operatori un elevatissimo livello di apprezzamento e gradimento.
Ecco perché può esser opportuno dedicare questo breve intervento alla illustrazione degli aspetti positivi che un buon impianto di illuminazione può avere sulla sala comando.
Quasi tutti comprendiamo l’importanza di una buona alimentazione, del conforto climatico ambientale soddisfacente e dei benefici dell’esercizio fisico.
Tutti questi parametri hanno un effetto positivo sul benessere di una persona.
Purtroppo, non tutti si rendono conto che una appropriata illuminazione rappresenta un parametro fondamentale per una vita serena ed un ambiente vitale confortevole.
Uno studioso di queste scienze ebbe una intuizione ammirevole, quando ha fatto presente che l’organismo umano ha un bisogno di una dose quotidiana di “vitamina L”, cioè la vitamina Luce!
Un elemento che aggrava la situazione, nel contesto di una sala operativa, è la funzionalità nell’arco delle ventiquattrore, che non permette al corpo umano di seguire i cicli circadiani, vale a dire i cicli di luce notturna e luce diurna, che rappresentano aspetti essenziali per il benessere umano.
I lettori hanno certamente avuto notizia di alcuni esperimenti, condotti in grotte sotterranee, con la collaborazione di volontari. Dopo che i volontari erano stati racchiusi in una grotta, per un periodo di cinque giorni, una volta ricondotti alla luce diurna essi avevano completamente perduto il senso del trascorrere del giorno e della notte e non erano in grado di indicare, neppure in modo approssimato, l’ora effettiva solare.
Il corpo umano ha bisogno di sollecitazioni luminose ed una regola, che i responsabili delle sale operative farebbero bene ad applicare è la seguente:
regola 20-20-2;
questa regola suggerisce che dopo 20 minuti di intensa e concentrata attività mentale, bisognerebbe avvicinarsi ad una finestra e guardare il cielo per una ventina di secondi. Inoltre, sarebbe oltremodo opportuno svolgere un’attività fisica per almeno un paio di ore al giorno, preferibilmente al mattino.
È evidente che queste regole possono essere difficilmente rispettate del contesto di operatori, che devono essere disponibili a operare su turni, estesi sulle ventiquattr’ore, ma ciò non toglie che sia quanto mai opportuno dare suggerimenti e indicazioni agli operatori, che potranno così trovarsi in condizione di minore stress e meno inclini a compiere, seppur involontariamente, operazioni errate.
Adalberto Biasiotti