Come difendere le opere d’arte dai furti
Circa trent’anni fa il capolavoro “ L’urlo” è stato rubato dalla galleria nazionale di Oslo. Il colpo è stato perpetrato in 50 secondi, documentati dalle telecamere. Oggi l’opera è stata ritrovata e la storia completa del furto e del ritrovamento merita di essere raccontata.
Ogni esperto di sicurezza sa che, per garantire la protezione di un bene da furto o rapina, deve essere applicata correttamente l’equazione delle difese. Questa equazione, in due parole, afferma che il tempo necessario per perpetrare il furto o la rapina deve essere maggiore del tempo necessario per inviare un allarme e consentire alle forze di pronto intervento di arrivare sul posto e bloccare i malviventi.
E questo è motivo per cui un segnalatore di allarme di attacco ad una cassaforte non deve essere un contatto posto sullo sportello, ma deve essere un sensore di vibrazione posto sulla struttura della cassaforte. Il sensore potrà così rilevare un’intrusione in corso, allarmare le forze dell’ordine e consentire loro di intervenire, prima che la cassaforte sia stata aperta. Se invece viene installato un contatto di apertura sullo sportello, esso invierà un allarme quando ormai la cassaforte è stata aperta ed i malviventi possono allontanarsi rapidamente con il bottino. Ricordiamo ai lettori la storia di questo ormai celebre furto.
Siamo nelle prime ore della notte del 12 febbraio del 1994.
Approfondimento della normativa ISO 11064 e altre norme per la progettazione delle sale di controllo, a cura di di Adalberto Biasiotti. |
Due uomini si fermano vicino alla parete esterna della galleria nazionale, lasciando acceso il motore dell’auto. Essi appoggiano una scala alla facciata, salgono fino al secondo piano, spaccano il vetro della finestra, entrano all’interno della galleria, staccano il quadro dal muro, lo fanno scivolare lungo la scala, lo mettono nell’autovettura e si allontanano. Al posto del quadro, i malviventi hanno lasciato un cartello con la scritta: “grazie per la scarsa sicurezza”. Il tutto è durato 50 secondi!
A posteriori, vediamo come avrebbe potuto essere migliorato il livello di sicurezza dell’insediamento, secondo i dettami dell’equazione delle difese.
Tanto per cominciare, un allarme avrebbe dovuto essere posto sulla finestra, in modo che la rottura dei vetri potesse lanciare un allarme.
All’interno della finestra, sarebbe stato opportuno installare un’inferriata, in modo da allungare in modo significativo il tempo di penetrazione dei malviventi. Il quadro non avrebbe dovuto essere semplicemente appeso ad un gancio a muro, ma avrebbe dovuto essere fissato con le speciali viti, che possono essere svitate solo utilizzando speciali cacciaviti, onde rallentare ulteriormente l’attacco dei malviventi.
Infine, un vetro antisfondamento, posto davanti al quadro, avrebbe indubbiamente rallentato in modo significativo i tempi dell’attacco.
Questa breve illustrazione mette in evidenza ai lettori quanto sia importante l’applicazione pratica dell’equazione delle difese, che permette di raggiungere, con appropriata pianificazione, un soddisfacente livello di protezione, nella fattispecie, di un’opera d’arte.
Può essere certamente interessante, per i lettori, sapere come il quadro venne successivamente recuperato.
Le forze dell’ordine avevano già dei sospetti sui possibili perpetratori del furto e due ufficiali di polizia, presentatisi come rappresentanti del museo Getty negli Stati Uniti, cercarono stabilire un contatto con i ladri, promettendo loro un significativo riscatto, in quanto certamente non era possibile vendere il quadro attraverso una casa d’aste.
I malviventi abboccarono e dettero un appuntamento a questi emissari in una abitazione della periferia di Oslo, tre mesi dopo il furto, del maggio del 1994.
I malviventi furono arrestati e condannati.
Può essere interessante per i lettori sapere anche che un un’altra edizione di questo quadro, dello stesso autore, è stata rubata nel 2004, nel museo Munch di Oslo, quando quattro uomini armati e mascherati irruppero nel museo e rubarono questo ed un altro quadro.
Ci vollero ben due anni perché anche questi quadri fossero finalmente ritrovati.
Fortunatamente, il diavolo fa le pentole, ma….
Adalberto Biasiotti
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