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Attenzione nell’utilizzo di strumenti per individuare beni culturali

Attenzione nell’utilizzo di strumenti per individuare beni culturali
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

13/03/2024

Numerosi ricercatori di reperti utilizzano due tecniche per la individuazione dei reperti, sott’acqua o affossati nel terreno: rivelatori di metallo e magneti. Vediamo quali sono le caratteristiche di questi due strumenti.

Il British Museum ha messo in evidenza come una preziosa spada vichinga, che si trovava all’interno di un corso d’acqua, in Inghilterra, in fase di recupero grazie ad un potente magnete, è stata gravemente danneggiata, perché l’elsa si è staccata dalla lama; ecco il motivo per cui gli esperti hanno lanciato un messaggio di allarme sulle modalità con cui coloro che cercano reperti storici, prevalentemente metallici, devono fare attenzione agli strumenti utilizzati.

 

Certamente molti lettori avranno visto, durante l’estate, delle persone che si aggiravano sulle spiagge, utilizzando un rivelatore di metalli. Questo dispositivo rivela la presenza di oggetti metallici, coperti dalla sabbia, indipendentemente dal fatto che il metallo sia magnetizzabile o meno. Se lettori avranno occasione di intervistare questi soggetti, prenderanno conoscenza del fatto che spesso si trovano, oltre a oggetti metallici di nessun valore, come lattine vuote e simili, anche anelli, spille ed orologi, che i proprietari hanno smarrito lungo la spiaggia.

 

In vista del costo relativamente elevato del rivelatore di metalli, altri ricercatori utilizzano invece dei potenti magneti, che possono essere utilizzati sia all’asciutto, sia calati all’interno dei corsi d’acqua, per individuare oggetti magnetizzabili, giacenti sul fondo.

 

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Vi è una differenza fondamentale tra questi due strumenti, in quanto il magnete, ad esempio, non rivela la presenza di alluminio o rame; d’altro canto, non è probabile che un reperto di interesse per il ricercatore sia fatto in alluminio.

 

Il magnete per solito attira soprattutto oggetti ferrosi ed ecco la ragione per la quale gli esperti del British Museum hanno segnalato il danno arrecato alla spada vichinga.

 

Indubbiamente il magnete è molto più economico e può essere immerso nell’acqua senza alcun problema, ma, come l’esperienza dimostra, si tratta di una tecnica di recupero potenzialmente dannosa nei confronti dell’oggetto recuperato.

 

Questa è la ragione per la quale gli esperti mettono in guardia i ricercatori nell’utilizzo di tecnologie di individuazione di oggetti metallici, che possano dare anche garanzie circa il fatto che non arrechino danni ai reperti ritrovati. Ad esempio, raramente le monete sono realizzate con materiali ferrosi ed ecco perché la ricerca delle monete è certamente più fruttuosa, se si utilizza un rivelatore di metalli, anziché un magnete.

 

Non so quanti lettori si dedichino queste attività, ma in ogni caso facciano attenzione!

 

Adalberto Biasiotti




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