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Ancora sul rischio batterie: un semplice esperimento

Ancora sul rischio batterie: un semplice esperimento
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

01/02/2017

La notizia sui rischi legati alla ricarica di alcuni tipi di batterie di smartphone ha provocato numerosi commenti. Qualcuno pensa che il rischio illustrato sia fantascientifico? Un semplice esperimento per rispondere ai dubbi. Di Adalberto Biasiotti.


L’ articolo pubblicato da PuntoSicuro circa i rischi legati alla ricarica di alcuni tipi di batterie al litio ha provocato reazioni e commenti, da parte dei lettori, piuttosto diversificati. Alcuni hanno ringraziato per la sensibilizzazione sul tema, mentre altri hanno ritenuto che il tema fosse fantascientifico.

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A parte il fatto che la proibizione del trasporto di questi specifici smartphone sugli aerei di linea non è stata certamente presa a fronte di un rischio fantascientifico, ma di un rischio assai concreto, mi permetto di illustrare di seguito ai lettori un semplice esperimento, che da anni compio durante gli incontri di sensibilizzazione sul rischio incendio nell’azienda.

Questo esperimento mi è stato illustrato da un prestigioso comandante dei vigili del fuoco britannici, che lo ricavò da una esperienza diretta, effettuando accertamenti a seguito dell’origine di un incendio che notte tempo, per fortuna, ebbe a distruggere una grande fabbrica inglese.

 

Prego i lettori di procurarsi un po’ di paglia di ferro a maglia molto sottile e una batteria da 9 volt. Raccomando di tenere ben separati questi due componenti, proprio per il rischio incendio che ora illustro.

 

È sufficiente toccare di sfuggita con i due poli della batteria la paglia di ferro. Essa comincerà immediatamente a bruciare e, se la deponete in un contenitore di metallo, vedrete che la paglia brucerà fino ad esaurimento.

 

Tornando al comandante dei vigili del fuoco britannici, egli mi raccontò che notte tempo un addetto alle pulizie aveva lasciato della paglia di ferro all’interno di un cestino nell’area uffici.

Più tardi, la guardia particolare giurata incaricata di effettuare il giro di ronda si vide nella necessità di sostituire la batteria a 9 volt di un apparato elettrico, immagino una piccola radio portatile, e gettò la batteria esausta, con ancora una certa carica residua, nello stesso cestino dei rifiuti.

I poli della batteria entrarono in contatto con la paglia di ferro, che cominciò a bruciare appiccando l’incendio a piccoli pezzi di carta, anch’essi gettati nel cestino dei rifiuti.

Facendo memoria dell’ormai famoso detto dantesco “parva favilla gran fiamma seconda”, il cestino cominciò a bruciare e appiccò il fuoco all’intera fabbrica.

 

Invito i lettori, prima di inviare commenti a questo articolo, di fare l’esperimento suggerito e in condizioni di sicurezza. L’esperimento non manca mai di impressionare vivamente i partecipanti ai corsi di sensibilizzazione sui rischi di incendio.

 

Cosa serve per l’esperimento: una batteria da 9 V, paglia sottile di ferro ed una vaschetta di alluminio, per ragioni di sicurezza foto. 

 

 

Sfiorate appena la paglia con i poli della batteria foto.

 

 

La paglia comincia e continua a bruciare. 

 

 

 

Adalberto Biasiotti

 

 

Il link all’articolo “ Allerta batterie per tutti gli RSPP”.



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Rispondi Autore: Eugenio Roncelli - likes: 0
01/02/2017 (07:40:57)
Esempio non corretto: qui è l'energia elettrica che innesca direttamente l'incendio. Non ha importanza il tipo di "sorgente" elettrica.
Si parla di "paglia di ferro", ma esistono moltissimi altri materiali che possono prendere fuoco (soprattutto se in forma di fili sottili o polveri).
Nel caso di Samsung, era la batteria stessa a riscaldarsi oltre limite per un processo chimico interno.
Il caso Samsung avviene solo nei cellulari di quel tipo con quella batteria, mentre l'esempio riportato è un principio noto, ma che avviene solo in certe condizioni.
L'esperto Vigile del Fuoco avrebbe dovuto sottolineare che l'incendio si è sviluppato nello stabilimento per TOTALE mancanza di sistemi di rivelazione e spegnimento !!!!
Rispondi Autore: Paolo Dallapiccola - likes: 0
01/02/2017 (08:03:05)
Non mi pare che l'esempio abbia molto a che fare con la Sicurezza e con il D. lgs 81. Che risultati otterrei effettuando una seria Valutazione qualitativa/quantitativa dei Rischi individuati sulla base del livello di severità/impatto e della probabilità di accadimento/frequenza di eventi del genere?. Avrei potuto ottenere lo stesso risultato ponendo la stessa paglietta in una giornata di sole nel fuoco di una lente. Ai miei clienti non proporrei mai esempi del genere
Rispondi Autore: Maurizio B. - likes: 0
01/02/2017 (10:01:45)
Al netto delle prossime/potenziali/inevitabili polemiche sull'attinenza di questo esempio col post sulle batterie dei telefonini samsung, trovo questo articolo molto interessante. Inquadra chiaramente il rischio di incendio insito nel maneggiare e/o smaltire in modo non corretto le batterie.
Rispondi Autore: Giacomo - likes: 0
01/02/2017 (10:42:14)
Non capisco le obiezioni dei colleghi di cui sopra. La batteria sfiora la paglia di ferro e innesca la combustione. Se questo non è rischio di incendio, allora cosa è?
Rispondi Autore: Eugenio Roncelli - likes: 0
01/02/2017 (14:01:49)
Alcune considerazioni aggiuntive.
Le batterie esauste NON si buttano nel cestino: vanno opportunamente riciclate e questo starà scritto nel sistema di gestione ambientale, non nella valutazione di rischio incendio.
Come suggerisce il collega DallaPiccola, il rischio di questo evento è talmente basso che rimane tra quelli "residui" per cui si installa un sistema di rivelazione fumi e spegnimento incendio.
Un effetto "interessante", questo sì, ma da qui a farne un "rischio", mi sembra esagerato.
Il problema Samsung, invece, è (era, visto che hanno ritirato il prodotto) vero, ma limitato.
Rispondi Autore: Harleysta - likes: 0
05/04/2017 (08:40:21)
...incredibile, abbiamo tutti una granata nei pantaloni vicino ai gioielli di famiglia...

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