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Un intervento rapido salva la vita

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sanità e servizi sociali

09/04/2002

Gestione dell'emergenza: stanziati fondi per la diffusione del defibrillatore semiautomatico in ambienti extraospedalieri.

Nelle situazioni di emergenza è fondamentale sapere e potere intervenire prontamente.
Nei casi di arresto cardiaco, ad esempio, molte vite potrebbero essere salvate se entro pochi minuti vi fosse la possibilità di intervenire con il defibrillatore.

Le nuove tecnologie sanitarie permettono oggi di intervenire tempestivamente con mezzi portatili utilizzabili anche da personale non sanitario adeguatamente addestrato (si veda n. 480 di PuntoSicuro).

La Regione Veneto ha deciso di promuovere la diffusione di queste attrezzature, i Defibrillatori Semiautomatici (DAE in sigla), nei luoghi di aggregazione per poter intervenire con prontezza in caso di necessità.
Secondo dati recenti, sul territorio veneto si verificano ogni anno più di 4.000 arresti cardiaci lontano dagli ospedali (luoghi pubblici, stadi, centri commerciali…).

Il Piano avviato dalla Regione, primo in Italia, prevedere la diffusione sul territorio di questi "salvavita" meccanici e la formazione per il loro utilizzo da parte di personale non sanitario in una serie di aree ad alta presenza di persone (porti, aeroporti, stadi, centri commerciali, zone turistiche come spiagge e impianti di risalita).

Per la prima fase sperimentale, che durerà 12-18 mesi, sono stati stanziati 600 mila euro destinati all'acquisto di 150 apparecchi ed alla formazione degli addetti.
I risultati ottenuti e le esigenze emerse nel corso della sperimentazione saranno valutati da un pool di esperti che determineranno gli interventi idonei per completare il Piano (numero ideale di strumenti e le loro più utili collocazioni).

Il Piano è stato presentato nel corso di un convegno durante il quale è stato anche dimostrato praticamente l'uso del defibrillatore semiautomatico: lo si avvicina alla persona sofferente; si appoggiano sul suo petto dei sensori e lo si attiva. La macchina compie un check up che valuta la reale necessità di operare una defibrillazione e una voce automatica, supportata da dei display che si accendono ad ogni passaggio, guida il soccorritore nelle manovre da compiere.

Durante la dimostrazione e' stato tuttavia sottolineato che è molto importante però che una volta effettuata la defibrillazione si compia anche un manovra di rianimazione (la respirazione bocca a bocca) per evitare che, una volta riattivato il cuore, possano determinarsi danni cerebrali legati alla mancata ossigenazione.
Per questo il Piano punterà molto sull'attività di formazione di chi poi userà queste macchine, anche se non si tratterà di personale sanitario.

Fabio Gava, assessore regionale alla sanità, illustrando l'iniziativa ha auspicato che il Piano Regionale possa avere un "effetto di trascinamento" anche nel settore privato. "Il costo di un Dae – ha specificato – è contenuto tra 3 mila e 5 mila Euro: una cifra che può essere sostenuta per esempio da alberghi, centri commerciali, stabilimenti balneari per dotarsene. In questo caso la Regione potrebbe anche fornire una certificazione ufficiale che una determinata struttura è abilitata all'uso del defibrillatore, pubblicizzabile in tutti i modi desiderati dai gestori. Credo sarebbe un elemento molto qualificante".

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