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Organizzazione del lavoro e salute
“Si, ritengo che la mia salute sia stata compromessa a causa delle mansioni lavorative”; così hanno risposto il 48% degli intervistati nell’ambito una ricerca, realizzata dall’Osservatorio Provinciale sul Mercato del Lavoro della Provincia di Torino con l’Istituto per il Lavoro di Bologna, sulla natura e la tipologia dei rischi nelle aziende torinesi.
Obiettivo dell’indagine era di individuare le correlazioni esistenti tra diversità di modelli di business adottati dalle imprese, differenti modelli organizzativi, tecnologie utilizzate e comportamenti adottati e il tema salute-sicurezza all’interno delle imprese.
La ricerca ha coinvolto 3974 lavoratori: nel 63,3% dei casi provenienti dalla filiera di produzione automobilistica, nel 17,4% dal settore Trasporto passeggeri, nel 6,2% dalla Sanità, nel 4,9% dalla grande distribuzione commerciale, nel 4,4% dal settore Trasporto merci e Logistica, nel 3,9% dal settore edile.
La ricerca rivela che esiste una maggiore tensione nel lavoro dove si verificano situazioni di ripetitività e rispetto ai ritmi di lavoro. Il dato complessivo indica che più forte è l’incidenza manuale, più determinante è la ricaduta sulla salute. In questo contesto il giudizio negativo è superiore fra le lavoratrici.
Rispetto alle conseguenze specifiche, dalle risposte ai questionari si riscontrano particolarmente i sintomi riconducibili allo stress e ai dolori muscolo-scheletrici.
Infatti tra coloro che ritengono la loro salute compromessa dal lavoro, il 77, 4% accusano mal di schiena, il 66,8% dolori muscolari a spalle e collo, mentre il 63% si sente molto teso/stanco, il 52,6% accusa affaticamento ed il 39,5% ansia.
La ricerca, per ulteriori approfondimenti, ha svolto 4 studi di caso in un ospedale, in un’impresa di logistica, in un centro commerciale e in un’azienda di trasporto passeggeri.
Soffermiamoci sul caso dell’azienda logistica.
Nel caso della logistica gli intervistati hanno messo in luce la necessità di urgenti interventi correttivi in particolare per la preparazione/formazione dei carrellisti, soprattutto quelli interinali; per la presenza di imballi e pedane realizzate con materiale di bassa qualità; per la gestione problematica dei pesi; per i ritmi stressanti e la scarsa attenzione ad una viabilità sicura all’interno dei magazzini.
La ricerca evidenzia che “vi è un evidente determinante che riguarda la pressione enorme in tutto il comparto sui costi e l’efficienza che oltre a produrre una politica di risparmio su tutte le voci che migliorerebbero la sicurezza accentua il carattere frenetico dell’attività aumentando i rischi”
[…] ”Le quattro maggiori criticità specifiche legate alla salute di questo comparto sono: mal di schiena, tensione e stanchezza, dolori muscolari spalle – collo, problemi di occhi e vista. Tali aspetti sono tutti facilmente riconducibili alla situazione descritta meno quello degli occhi e vista che potrebbe dipendere da un problema di illuminazione. I determinanti patogenetici possono anche essere ricondotti sia all’ambiente fisico sai a scelte di modelli di organizzazione delle imprese e del lavoro.”
Per quanto riguarda invece lo studio di caso nel settore sanità, l’analisi dei questionari mette in luce come più che danni correlabili all’esposizione a rischio chimico e biologico, i risentimenti sulla salute siano prevalentemente legati a patologie di natura osteo-articolare e sintomi da stress.
Le criticità individuate sono riconducibili a cause di tipo organizzativo e alla disponibilità di risorse (cattiva distribuzione del personale, inadeguata formazione alla sicurezza, estrema variabilità dell’orario…).
L'indagine.
Obiettivo dell’indagine era di individuare le correlazioni esistenti tra diversità di modelli di business adottati dalle imprese, differenti modelli organizzativi, tecnologie utilizzate e comportamenti adottati e il tema salute-sicurezza all’interno delle imprese.
La ricerca ha coinvolto 3974 lavoratori: nel 63,3% dei casi provenienti dalla filiera di produzione automobilistica, nel 17,4% dal settore Trasporto passeggeri, nel 6,2% dalla Sanità, nel 4,9% dalla grande distribuzione commerciale, nel 4,4% dal settore Trasporto merci e Logistica, nel 3,9% dal settore edile.
La ricerca rivela che esiste una maggiore tensione nel lavoro dove si verificano situazioni di ripetitività e rispetto ai ritmi di lavoro. Il dato complessivo indica che più forte è l’incidenza manuale, più determinante è la ricaduta sulla salute. In questo contesto il giudizio negativo è superiore fra le lavoratrici.
Rispetto alle conseguenze specifiche, dalle risposte ai questionari si riscontrano particolarmente i sintomi riconducibili allo stress e ai dolori muscolo-scheletrici.
Infatti tra coloro che ritengono la loro salute compromessa dal lavoro, il 77, 4% accusano mal di schiena, il 66,8% dolori muscolari a spalle e collo, mentre il 63% si sente molto teso/stanco, il 52,6% accusa affaticamento ed il 39,5% ansia.
La ricerca, per ulteriori approfondimenti, ha svolto 4 studi di caso in un ospedale, in un’impresa di logistica, in un centro commerciale e in un’azienda di trasporto passeggeri.
Soffermiamoci sul caso dell’azienda logistica.
Nel caso della logistica gli intervistati hanno messo in luce la necessità di urgenti interventi correttivi in particolare per la preparazione/formazione dei carrellisti, soprattutto quelli interinali; per la presenza di imballi e pedane realizzate con materiale di bassa qualità; per la gestione problematica dei pesi; per i ritmi stressanti e la scarsa attenzione ad una viabilità sicura all’interno dei magazzini.
La ricerca evidenzia che “vi è un evidente determinante che riguarda la pressione enorme in tutto il comparto sui costi e l’efficienza che oltre a produrre una politica di risparmio su tutte le voci che migliorerebbero la sicurezza accentua il carattere frenetico dell’attività aumentando i rischi”
[…] ”Le quattro maggiori criticità specifiche legate alla salute di questo comparto sono: mal di schiena, tensione e stanchezza, dolori muscolari spalle – collo, problemi di occhi e vista. Tali aspetti sono tutti facilmente riconducibili alla situazione descritta meno quello degli occhi e vista che potrebbe dipendere da un problema di illuminazione. I determinanti patogenetici possono anche essere ricondotti sia all’ambiente fisico sai a scelte di modelli di organizzazione delle imprese e del lavoro.”
Per quanto riguarda invece lo studio di caso nel settore sanità, l’analisi dei questionari mette in luce come più che danni correlabili all’esposizione a rischio chimico e biologico, i risentimenti sulla salute siano prevalentemente legati a patologie di natura osteo-articolare e sintomi da stress.
Le criticità individuate sono riconducibili a cause di tipo organizzativo e alla disponibilità di risorse (cattiva distribuzione del personale, inadeguata formazione alla sicurezza, estrema variabilità dell’orario…).
L'indagine.
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