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Il sistema di sorveglianza Marel e il benessere globale del lavoratore

Il sistema di sorveglianza Marel e il benessere globale del lavoratore
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Sanità e servizi sociali

19/12/2023

Una scheda informativa dell’Inail riporta informazioni sul sistema di sorveglianza Marel e sul contributo alla rete della medicina del lavoro per il benessere globale del lavoratore. Focus sulla rete attuale e sulla strategia di Total Worker Health.

Roma, 19 Dic – In un Paese, come il nostro, in cui i dati mostrano un continuo e sensibile aumento delle malattie professionali denunciate all’Inail – le denunce nei primi 10 mesi del 2023 sono aumentate del 20% circa rispetto al 2022 e del 18,4% rispetto al 2019 prepandemia – è importante non solo raccogliere i dati, ma anche approfondire i fattori di rischio delle patologie di origine professionale. Con riferimento, ad esempio, ai dati relativi al 2022 (le denunce “hanno quasi raggiunto la quota di 61.000 casi”) la causa professionale “risulta riconosciuta nel 36% delle denunce, tenuto conto però che il 9% del 2022 è ancora in istruttoria”.

 

Come messo in evidenza nel Piano nazionale di prevenzione ( PNP 2020 - 2025), “oltre al monitoraggio del fenomeno attraverso le fonti di dati disponibili, è opportuno perfezionare i sistemi e gli strumenti di conoscenza dei rischi lavorativi e potenziare la rete delle alleanze tra operatori sanitari per una migliore salute dei lavoratori”.

 

In questo senso il sistema di sorveglianza Marel (MAlattie e Rischi Emergenti sul Lavoro), avviato nel 2015 nell’ambito di un progetto di ricerca, “intende approfondire la raccolta dei dati sulle esposizioni lavorative”. E il sistema “prevede l’analisi delle informazioni sui fattori di rischio per le malattie di possibile origine lavorativa rilevate da una rete di ambulatori pubblici di II livello di Medicina del lavoro, collocati presso Asl e centri universitari-ospedalieri”.

 

A segnalarlo con queste parole è una recente scheda informativa, un factsheet, prodotto dal Dipartimento Inail di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila), dal titolo “Il sistema di sorveglianza Marel e il contributo alla rete della medicina del lavoro per il benessere globale del lavoratore” e a cura di G. Campo, A. Pizzuti, P. Montanari, A. Papale, G. Piga, R. Vallerotonda e F. Cosimi (Inail, Dimeila), G. De Palma (Università degli studi di Brescia), L. Vimercati (Università degli studi di Bari) e S. Mattioli (Università degli studi di Ferrara).

 

La scheda ricorda che i dati sulle esposizioni professionali rilevati dagli ambulatori di Medicina del lavoro (AMdL) “rappresentano l’informazione chiave del sistema Marel, con dettagli contenuti nelle diagnosi che consentono l’analisi in relazione ai comparti di attività economica e alle qualifiche professionali della storia lavorativa”. E la raccolta di informazioni provenienti da più centri specialistici “consente di disporre di notizie utili sia a fini di maggiore conoscenza che di prevenzione del fenomeno”.

 

Si indica poi che, a partire dal 2022, il sistema Marel “contribuisce agli obiettivi del progetto finanziato dal Ministero della salute ‘ITWH: sistema gestionale per il benessere e la promozione del Total Worker Health nei luoghi di lavoro’, in particolare nel potenziare la rilevazione dei dati finalizzati al benessere globale dei lavoratori secondo l’approccio del Total Worker Health (TWH)”.

 

Nel presentare la scheda informativa Inail ci soffermiamo sui seguenti argomenti:



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Il sistema di sorveglianza Marel: le informazioni e la rete attuale

Il documento segnala che l’informazione principale del sistema Marel è inerente “alle esposizioni professionali e ai dettagli che le caratterizzano (livello e tipo di esposizione, utilizzo di eventuali dispositivi di protezione individuale, nesso causale)”.

E queste importanti informazioni, raccolte nel corso delle visite dei lavoratori, “permettono di stabilire i nessi causali tra malattia e storia lavorativa, in relazione ai comparti di attività economica, alle qualifiche professionali e agli agenti di esposizione”.

 

Si indica poi che la rete attuale è costituita da quindici ambulatori di Medicina del lavoro attivati presso centri ospedalieri/universitari e nei Servizi di Prevenzione delle Asl.

I primi sono costituiti da: “l’Azienda ospedaliera universitaria pisana di Pisa, l’Università di Cagliari, l’Università di Perugia, l’azienda ospedaliera Università di Bari, l’Università di Brescia e l’Università di Bologna (nella fase pilota ha partecipato anche l’Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo)”. Mentre per il versante servizi di prevenzione Asl gli ambulatori sono presenti “nelle seguenti regioni: Campania (Napoli), Emilia-Romagna (Bologna, Imola) Lazio (Viterbo), Sicilia (Ragusa), Toscana (Area Nord-Ovest e Firenze) e Veneto (Venezia)”.

Inoltre l’Istituto Inail, tramite il Dipartimento Dimeila, “coordina la rete degli ambulatori e gestisce le attività per l’implementazione dell’archivio in rete”.

 

Il sistema di sorveglianza Marel: le schede di rilevazione e i nessi causali

Si segnala poi che la scheda di rilevazione del sistema Marel comprende “sei sezioni dedicate rispettivamente a:

  • anagrafica socio-occupazionale del paziente e motivo della visita;
  • storia professionale (classificazione Istat 2011 per l’occupazione e codice Ateco 2007 per l’azienda);
  • informazioni su stili di vita;
  • diagnosi (classificazione ICDX) di malattia;
  • nessi tra patologie e fattori di rischio (per periodo lavorativo, tipo e livello di esposizione);
  • conclusioni sul quesito diagnostico.

 

Inoltre si segnala che la variabile relativa al fattore di rischio “è suddivisa in sei macro-gruppi: agenti biologici (BIO), agenti da sovraccarico biomeccanico (BMC), agenti chimici (CH), agenti fisici (FIS), lavorazioni (LAV) e fattori di rischio relazionale e psicosociale (PSI). Ogni macrocategoria riporta specifici agenti di rischio per un totale di 439 denominazioni, che hanno come riferimento anche l’Allegato 3B del sistema SINP (ex art. 40 d.lgs. 81/2008)”.

 

Riprendiamo dalla scheda un grafico che riporta la ripartizione degli agenti di rischio rilevati in Marel nella fase sperimentale e che mostra come i fattori di sovraccarico biomeccanico riguardino oltre il 50% degli agenti di rischio accertati nel corso delle visite presso gli ambulatori della rete:

 

 

Si indica poi che la sezione relativa all’esposizione “riguarda, oltre all’agente specifico, informazioni circa l’intensità, la durata e le modalità con cui avviene. Il nesso causale è attribuito dal medico dell’ambulatorio a seguito della visita, considerando diagnosi, storia lavorativa e fattori di rischio professionali, e può essere espresso secondo quattro modalità di classificazione: altamente probabile, probabile, improbabile, altamente improbabile (in analogia al sistema MalProf)”.

Il sistema Marel prevede l’attribuzione di:

  • un nesso specifico per singolo agente: “è formulato in relazione alle esposizioni riscontrate in ogni periodo lavorativo”;
  • un nesso globale alla malattia diagnosticata: “è espresso dal medico come valutazione definitiva del caso ed è riferito all’intera storia lavorativa del soggetto”.

 

Il sistema di sorveglianza Marel: il SINP e le strategie TWH

Le informazioni raccolte dal sistema Marel – indica in conclusione la scheda - “possono permettere di valutare l’appropriatezza delle richieste di consulenza specialistica e di progettare campagne di informazione per ottimizzare l’utilizzo degli ambulatori specialistici di Medicina del lavoro nell’ottica di incrementarne il loro utilizzo”.

Le finalità del sistema sono anche in linea con gli obiettivi del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP) allo scopo di ‘fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare, valutare l’efficacia dell’attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali’ (art. 8, D.Lgs. 81/2008).

 

Inoltre, come ricordato in premessa, il sistema Marel “riprende le azioni contenute nel PNP 2020 - 2025 per il potenziamento della rete di collaborazione tra operatori sanitari e per promuovere la salute globale dei lavoratori nell’ottica di una strategia di Total Worker Health (TWH), con l’obiettivo di integrare le azioni di prevenzione dei rischi occupazionali/ambientali e la gestione delle suscettibilità individuali legate a stili di vita e comorbidità”.

In relazione a quest’ultima tematica, alla fine del 2022 si è avviato il progetto ITWH che intende “promuovere una rete della Medicina del lavoro in Italia per potenziare i sistemi di sorveglianza e rilevazione dei dati, sviluppare sinergie tra gli attori della prevenzione e raggiungere standard qualitativi condivisi delle attività di formazione e degli interventi in ambito di TWH”. In questo caso partecipano al progetto “sei regioni, due del Nord (Lombardia ed Emilia-Romagna), due del Centro (Toscana e Lazio) e due del Sud (Puglia e Sicilia), per un totale di 14 unità operative che comprendono otto Aziende ospedaliere, una Università, due Aziende sanitarie territoriali, due Direzioni regionali e il Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio. A queste si aggiungono anche l’Università degli studi di Napoli Federico II e l’Inail”.

 

In definitiva – conclude la scheda - il sistema Marel “consente di poter studiare e monitorare il rapporto tra malattie e rischi lavorativi, in particolare per quelli emergenti, così da poter ampliare le conoscenze utili all’attuazione ed alla valutazione d’efficacia di piani mirati di prevenzione per specifici settori economici, attività lavorative e gruppi a maggior rischio”.    

 

Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del factsheet Inail che riporta ulteriori dettagli sul sistema Marel e riporta anche interessanti informazioni sulle esperienze europee riguardo al monitoraggio delle malattie professionali.

 

  

Tiziano Menduto

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Il sistema di sorveglianza Marel e il contributo alla rete della medicina del lavoro per il benessere globale del lavoratore”, a cura di G. Campo, A. Pizzuti, P. Montanari, A. Papale, G. Piga, R. Vallerotonda e F. Cosimi (Inail, Dimeila), G. De Palma (Università degli studi di Brescia), L. Vimercati (Università degli studi di Bari) e S. Mattioli (Università degli studi di Ferrara), Factsheet edizione 2023 (formato PDF, 386 kB).

 

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