Come migliorare la sicurezza degli operatori sanitari nell’emergenza SARS-CoV-2?
Roma, 23 Mar – Non c’è dubbio, come evidenziato anche nella nostra intervista a Vittorio Agnoletto, che ci siano difficoltà e lacune nella tutela degli operatori sanitari dal contagio del virus Sars-CoV-2. E infatti, secondo alcuni dati forniti qualche giorno fa dalla Fondazione Gimbe, sono arrivati a oltre 2.600, oltre l'8% del totale, i casi di contagio dal nuovo coronavirus tra medici, infermieri e altre figure professionali che lavorano nell'ambito della sanità.
In questa situazione di emergenza in ambito sanitario è dunque necessario, anche da parte nostra, soffermarci sui documenti e le indicazioni che possono favorire una migliore tutela di questi operatori che lavorano costantemente in prima linea nell’emergenza epidemiologica COVID-19.
Per questo motivo torniamo oggi a presentare un nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) dal titolo “Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-CoV-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da COVID-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS-CoV-2” (vers. 14 marzo 2020 - Rapporto ISS COVID-19, n. 2/2020) Indicazioni che sono emanate in attuazione di quanto dispone l’art. 34, comma 3, del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9 “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”. Ove si indica che “in relazione all’emergenza di cui al presente decreto, in coerenza con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e in conformità alle attuali evidenze scientifiche, è consentito fare ricorso alle mascherine chirurgiche, quale dispositivo idoneo a proteggere gli operatori sanitari”.
Tra l’altro segnaliamo, come ulteriore aggiornamento, che il recente decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, sempre in materia di emergenza Coronavirus, il cosiddetto “decreto cura Italia”, indica (art. 16) che, fino alla fine dell’emergenza, sono considerabili DPI, in relazione all’articolo 74 del D.Lgs. 81/2008, anche le mascherine chirurgiche.
L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- Le misure di prevenzione e le precauzioni aggiuntive
- La selezione e l’uso dei dispositivi di protezione individuale
- I DPI raccomandati per la prevenzione del contagio
Le misure di prevenzione e le precauzioni aggiuntive
Il rapporto, curato dal Gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni, segnala che è documentato che i soggetti maggiormente a rischio d’infezione da SARS-CoV-2 siano “coloro che sono stati a contatto stretto con paziente affetto da COVID-19, in primis gli operatori sanitari impegnati in assistenza diretta ai casi, e il personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni biologici di un caso di COVID-19, senza l’impiego e il corretto utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei”. E risulta dunque di fondamentale importanza “che tutti gli operatori sanitari coinvolti in ambito assistenziale siano opportunamente formati e aggiornati in merito ai rischi di esposizione professionale, alle misure di prevenzione e protezione disponibili, nonché alle caratteristiche del quadro clinico di COVID-19”.
Se poi le misure generali di prevenzione e mitigazione del rischio sono “fattori di protezione ‘chiave’ sia nei contesti sanitari sia di comunità”, “le più efficaci misure di prevenzione da applicare sia nell’ambito comunitario che sanitario, includono:
- praticare frequentemente l’ igiene delle mani con acqua e sapone o, se questi non sono disponibili, con soluzioni/gel a base alcolica;
- evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani;
- tossire o starnutire all’interno del gomito con il braccio piegato o di un fazzoletto, preferibilmente monouso, che poi deve essere immediatamente eliminato;
- indossare la mascherina chirurgica nel caso in cui si abbiano sintomi respiratori ed eseguire l’igiene delle mani dopo avere rimosso ed eliminato la mascherina;
- evitare contatti ravvicinati mantenendo la distanza di almeno un metro dalle altre persone, in particolare con quelle con sintomi respiratori”.
Tuttavia precauzioni aggiuntive sono necessarie per gli operatori sanitari “al fine di preservare sé stessi e prevenire la trasmissione del virus in ambito sanitario e sociosanitario. Tali precauzioni includono l’utilizzo corretto dei DPI e adeguata sensibilizzazione e addestramento alle modalità relative al loro uso, alla vestizione, svestizione ed eliminazione, tenendo presente che alla luce delle attuali conoscenze, le principali modalità di trasmissione del SARS-CoV-2 sono attraverso droplet e per contatto, ad eccezione di specifiche procedure a rischio di generare aerosol”. E i DPI devono essere considerati come una misura efficace per la protezione dell’operatore sanitario “solo se inseriti all’interno di un più ampio insieme di interventi che comprenda controlli amministrativi e procedurali, ambientali, organizzativi e tecnici nel contesto assistenziale sanitario”.
Nell’attuale scenario epidemiologico COVID-19 e nella prospettiva di una carenza globale di disponibilità di DPI è importante, con riferimento alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS):
- “garantire l’uso appropriato di DPI;
- assicurare la disponibilità di DPI necessaria alla protezione degli operatori e delle persone assistite;
- coordinare la gestione della catena di approvvigionamento dei DPI”.
La selezione e l’uso dei dispositivi di protezione individuale
Si ricorda poi che la selezione del tipo di DPI da utilizzare “deve tenere conto del rischio di trasmissione di COVID-19; questo dipende da:
- tipo di paziente: i pazienti più contagiosi sono quelli che presentano tosse e/o starnuti; se tali pazienti indossano una mascherina chirurgica o si coprono naso e bocca con un fazzoletto la contagiosità si riduce notevolmente;
- tipo di contatto assistenziale: il rischio aumenta quando il contatto è ravvicinato (< 1 metro) e prolungato (> 15 minuti) e quando si eseguono procedure in grado di produrre aerosol delle secrezioni del paziente (nebulizzazione di farmaci, intubazione, rianimazione, induzione dell’espettorato, broncoscopia, ventilazione non invasiva)”.
Inoltre “per ridurre il consumo improprio ed eccessivo di DPI e prevenire la loro carenza è opportuno che gli operatori evitino di entrare nella stanza in cui sia ricoverato un caso sospetto/accertato di COVID-19 se ciò non è necessario a fini assistenziali. È anche opportuno considerare di raggruppare le attività e pianificare le attività assistenziali al letto del paziente per minimizzare il numero di ingressi nella stanza (ad esempio, controllo dei segni vitali durante la somministrazione di farmaci oppure distribuzione del cibo ad opera di un operatore sanitario che deve eseguire altri atti assistenziali) rivedendo l’organizzazione del lavoro al fine di evitare, ripetuti accessi agli stessi e conseguente vestizione e svestizione e consumo di DPI ripetuta. Inoltre, in caso di disponibilità limitata, è possibile programmare l’uso della stessa mascherina chirurgica o del filtrante per assistenza di pazienti COVID-19 che siano raggruppati nella stessa stanza, purché la mascherina non sia danneggiata, contaminata o umida. Alle stesse condizioni, i filtranti possono essere utilizzati per un tempo prolungato, fino a 4 ore al massimo”.
I DPI raccomandati per la prevenzione del contagio
Nel documento una tabella specifica i DPI raccomandati per la prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 “con una declinazione puntuale dei medesimi in relazione al contesto di lavoro, alla mansione e al tipo di attività lavorativa in concreto svolta”.
Dalla tabella riprendiamo alcune indicazioni per l’accesso alla stanza con pazienti COVID-19.
Riguardo agli operatori sanitari (“si raccomanda riduzione al minimo del numero di operatori esposti; formazione e addestramento specifici”) sono riportate tre tipologie di attività:
- Assistenza diretta a pazienti COVID 19:
- “Mascherina chirurgica
- Camice monouso /grembiule monouso
- Guanti
- Occhiali di protezione/occhiale a mascherina/visiera
- Procedure che generano aerosol:
- FFP2 o FFP3
- Camice /grembiule monouso idrorepellente
- Guanti
- Occhiali di protezione/occhiale a mascherina/visiera
- Esecuzione tampone oro e rinofaringeo:
- FFP2 o mascherina chirurgica se non disponibile
- Camice monouso
- Occhiali di protezione (occhiale a mascherina/visiera)
- Guanti”.
Mentre per gli addetti alle pulizie (“si raccomanda riduzione al minimo del numero di addetti esposti; formazione e addestramento specifici”) e l’accesso in stanze dei pazienti COVID-19:
- Mascherina chirurgica
- Camice /grembiule monouso
- Guanti spessi
- Occhiali di protezione (se presente rischio di schizzi di materiale organico o sostanze chimiche)
- Stivali o scarpe da lavoro chiuse
Queste le indicazioni per i visitatori (“necessario limitare l’accesso”) nel caso di accesso in stanze dei pazienti COVID-19, qualora eccezionalmente permesso:
- “Mascherina chirurgica
- Camice monouso
- Guanti”.
Ricordiamo che il rapporto ISS, che vi invitiamo a leggere integralmente, riporta ulteriori indicazioni per:
- altre aree di transito e trasporto interno dei pazienti (ad esempio reparti, corridoi)
- triage
- laboratorio di riferimento regionale e nazionale ISS
- aree amministrative
- ambulatori
- sale d’attesa
- assistenza a domicilio
- ambulanza o mezzi di trasporto.
Riprendiamo dal documento, in conclusione, un elenco di alcuni principi generali riguardo all’uso dei DPI:
- “Oltre a utilizzare il DPI adeguato, è necessario effettuare sempre l'igiene delle mani e l'igiene respiratoria. Il DPI non riutilizzabile dopo l'uso deve essere smaltito in un contenitore per rifiuti appropriato e deve essere effettuata l'igiene delle mani prima di indossare e dopo aver rimosso i DPI.
- Mascherine e guanti non possono essere riutilizzati e devono essere smaltiti correttamente.
- La mascherina deve essere comunque sostituita immediatamente se danneggiata, contaminata o umida.
- In tutti gli scenari è possibile usare un grembiule monouso in assenza di camice monouso.
- La maschera chirurgica deve coprire bene il naso, la bocca e il mento. La maschera deve essere cambiata se diviene umida, si danneggia o si sporca”.
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Gruppo di lavoro ISS Prevenzione e controllo delle Infezioni, “ Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-COV-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da covid-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS-COV-2”, Versione del 14 marzo 2020. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2020 - Rapporto ISS COVID-19, n.2/2020 (formato PDF, 977 kB).
Scarica la normativa di riferimento:
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Rispondi Autore: Alessandro Colombo - likes: 0 | 23/03/2020 (06:42:51) |
Trovo profondamente SBAGLIATO scrivere che SERVE un dpi di una certa categoria “ ma se non disponibile “ uno di una categoria inferiore!!! O è necessario quel tipo di categoria o non lo è ! Sappiamo bene come “ funziona “ nel pubblico vi invito a fare un verifica sui mezzi di soccorso e nei PS per capire come e quanto Viene considerata la sicurezza ( non sulla carta) in operativo !!! |
Rispondi Autore: Rosario corradino - likes: 0 | 23/03/2020 (08:51:27) |
Ritengo il Rapporto ISS un documento non ispirato alla diffusione di un messaggio su precauzioni di bassissimo livello di difesa (soprattutto per chi è in prima linea). Sarà stato guidato solo dalla preoccupazione di placare i nostri professionisti più preziosi che non disponevano di DPI. Meno male che in TV si vedono Aziende e Misericordie che hanno alzato , grazie a illuminati colleghi, le protezioni fornite ai propri professionisti. |
Rispondi Autore: Antonella - likes: 0 | 09/05/2020 (07:16:04) |
Condivido perfettamente la posizione di Alessandro non si può sostenere che un DM come la mascherina chirurgica vada considerato DPI in fase di Emergenza COVID 19 soprattutto perché non è reperibile. Sono armi letali per le Aziende Sanitarie che tra l’altro nessuno le controlla anzi vengono controllate da loro stesse. |