SPP aziendale: approccio per processi e stima dell’impegno
Milano, 23 Set – Il servizio di prevenzione e protezione dei rischi (SPP) “rappresenta la struttura di supporto operativo al datore di lavoro e coordina le attività connesse alla prevenzione sui luoghi di lavoro, con specifico riferimento alla valutazione dei rischi, alla individuazione delle misure di prevenzione e protezione, alla elaborazione delle procedure di sicurezza per le attività aziendali ed alla individuazione dei sistemi di controllo delle misure individuate”. E il SPP, i cui compiti sono dettagliati all’art. 33, del D.Lgs. 81/2008, “orienta e armonizza i vari contributi che provengono dai soggetti dell’organizzazione aziendale”.
A ricordare con queste parole alcune specificità del ruolo del servizio di prevenzione e protezione - composto dal RSPP ( Responsabile SPP) e, dove nominati, dagli ASPP (addetti) - è una prassi di riferimento (UNI/PdR 87:2020) dal titolo “ Servizio prevenzione e protezione - Attività tipiche del servizio di prevenzione e protezione così come previsto dall’art. 33 del D.Lgs. 81/2008”. Una prassi di riferimento che non solo individua le attività tipiche che vengono svolte da un servizio di prevenzione e protezione ma che organizza tali attività “adottando un approccio strutturato per processi che permette di sistematizzarle dal punto di vista concettuale, metodologico e operativo”.
Questo approccio consente “sia al Datore di Lavoro sia al RSPP, nel rispetto dei rispettivi compiti, di pianificare, organizzare, programmare, gestire le attività di prevenzione e protezione nel proprio contesto organizzativo e produttivo, predisponendo le procedure di sicurezza per le attività aziendali e i sistemi controllo delle misure di prevenzione e protezione”.
La prassi di riferimento non è una norma nazionale, ma, come ricordato anche nel primo articolo di presentazione, è un documento pubblicato da UNI che raccoglie prescrizioni relative a prassi condivise all'interno del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che ha firmato un accordo di collaborazione con UNI.
Riguardo al documento ci soffermiamo oggi sui seguenti argomenti:
- Approccio per processi alle attività del SPP
- I processi fondamentali e le aree di intervento
- La stima dell’impegno previsto del servizio di prevenzione
Approccio per processi alle attività del SPP
Nella prassi di riferimento, elaborata dal Tavolo “Servizio Prevenzione e Protezione” condotto da UNI, si indica che le attività tipiche di un SPP possono essere “organizzate e strutturate in processi, questi ultimi intesi come insiemi di attività e risorse tra loro correlate e interagenti finalizzate al raggiungimento di obiettivi prefissati”.
E seguire un approccio per processi “contribuisce a garantire una maggiore efficacia ed efficienza nello svolgimento delle attività del SPP, permettendo una gestione sistemica delle stesse e un miglioramento continuo in termini prestazionali e di livelli di sicurezza”.
In particolare l’approccio per processi vuole poi essere coerente con l’approccio metodologico basato sul ciclo PDCA di Deming. E dunque “i processi e le attività si svolgono seguendo le quattro fasi in cui si sviluppa il ciclo di Deming, contestualizzato nell’ambito applicativo del presente documento:
- PIANIFICAZIONE (Plan): identificazione e pianificazione degli ambiti di intervento e delle attività tipiche che dovranno essere svolte dal servizio di prevenzione e protezione aziendale sulla base dell’analisi del contesto organizzativo, della valutazione dei rischi e delle misure da attuare ai fini della sicurezza e salute sul lavoro;
- ATTUAZIONE (Do): costituisce la fase realizzativa in cui si attua ciò che si è pianificato compresi i controlli operativi sulle misure di prevenzione e protezione e l’applicazione delle procedure organizzative e di gestione degli istituti relazionali;
- VERIFICA (Check): devono essere verificati i risultati raggiunti attraverso riesami periodici e valutazioni prestazionali;
- AZIONE (Act): sulla base degli esiti delle verifiche e delle valutazioni prestazionali e dei controlli operativi, devono essere identificate le azioni correttive da intraprendere ai fini del miglioramento continuo”.
Si sottolinea ancora che questo approccio costituisce “una modalità particolarmente efficacie per organizzare e gestire le attività di un servizio di prevenzione e protezione in modo da creare valore aggiunto per la sicurezza nei luoghi di lavoro, ottimizzando tempi, costi, e prestazioni”.
Inoltre la chiarezza nella definizione all’interno dell’organizzazione dei processi, degli ambiti di intervento, delle attività, delle risorse, dei tempi, dei ruoli e dei compiti consente “di avere una maggiore trasparenza delle interfacce tra SPP, DL e le altre figure del sistema prevenzionale interno ( medico competente, RLS, lavoratori, dirigenti, preposti, ecc.) con una maggiore responsabilizzazione e consapevolezza nello svolgimento delle attività e contemporaneamente una maggiore efficacia sia nella fase di pianificazione che in quelle di attuazione, controllo e verifica delle misure di prevenzione e protezione e delle misure generali di tutela”.
I processi fondamentali e le aree di intervento
Riprendiamo dal documento i 6 processi fondamentali, all’interno dei quali sono organizzate concettualmente e metodologicamente le aree di intervento e le attività tipiche individuate dal documento:
- Analisi e verifica del contesto organizzativo dei requisiti legislativi e della documentazione (Plan):
- analisi del contesto organizzativo
- individuazione dei requisiti legislativi, acquisizione e controllo della documentazione
- Pianificazione (Plan):
- identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi
- identificazione e pianificazione delle misure e interventi di prevenzione e protezione da attuare
- Attuazione, controlli operativi e verifiche (trattamento del rischio) (Do):
- attuazione, controllo operativo e verifica delle misure di prevenzione e protezione delle misure generali di tutela pianificate e della loro efficacia
- Gestione delle procedure organizzative e degli istituti relazionali (Do):
- gestione delle procedure organizzative, gestionali e operative interne e di rapporto con le autorità e i fornitori
- gestione delle procedure inerenti i processi di formazione, comunicazione (interna e esterna), informazione, consultazione e partecipazione
- Riesami e valutazioni prestazionali (Check):
- riesame periodico, analisi e valutazione dei dati di monitoraggio e controllo rilevazioni di non conformità, infortuni, incidenti e anomalie
- Miglioramento continuo (Act):
- identificazione delle azioni correttive e migliorative ai fini del miglioramento continuo
Riprendiamo dal documento la Figura 1 che, seguendo un approccio PDCA, riporta il quadro sinottico dei processi, degli ambiti di intervento e delle attività tipiche:
Rimandiamo poi alla lettura integrale della tabella 3 del documento contenente l’approccio per processi alle attività tipiche del SPP.
La stima dell’impegno previsto del servizio di prevenzione
Il documento fornisce, infine, alcune indicazioni metodologiche, a titolo esemplificativo, “utili a orientare sia il Datore di Lavoro sia il Servizio di Prevenzione e Protezione, che interagiscono in un rapporto sinergico e fiduciario, nella stima di massima dell’impegno previsto per svolgere le attività pianificate e programmate, tenendo conto del livello di rischio, della dimensione dell’organizzazione e di eventuali altri fattori”.
Si segnala che l’impegno stimato per “svolgere le attività tipiche del SPP in termini di ordine di grandezza orientativo” è espresso in giorni-uomo annui e si indica che l’impegno “dipende da vari fattori tra cui i principali sono costituiti dalla ‘dimensione aziendale’ e dal livello di ‘rischio aziendale’”.
Inoltre nello stimare orientativamente l’impegno annuo è “necessaria una contestualizzazione, da parte di DL e SPP, dei processi e delle attività da svolgere nell’ambito della propria e specifica organizzazione aziendale, tenendo conto anche di altri fattori di carattere organizzativo, gestionale, tecnico ed operativo, come ad esempio:
- la complessità organizzativa dell’azienda;
- l’organizzazione di particolari processi produttivi dell’azienda e la loro specificità;
- la eventuale distribuzione territoriale - se l’azienda è multi localizzata - che può comportare centralizzazioni ovvero delocalizzazioni di alcune attività di prevenzione;
- la eventuale implementazione di Sistemi di gestione della sicurezza o di modelli organizzativi ex art.30 del D.Lgs. 81/08;
- eventuali particolari assetti societari come l’appartenenza a compagini societarie complesse;
- eventuali esternalizzazioni di parte di processi produttivi o di supporto che comportano la copresenza ordinaria di altre aziende nel proprio ambito produttivo;
- previsioni di modifiche e reingegnerizzazioni dei processi produttivi o gestionali;
- eventi rilevanti, di carattere esogeno o endogeno, che incidono come elementi modificativi sulla originaria organizzazione dei processi produttivi e dei processi gestionali;
- organizzazione e dimensione del SPP, con numero di addetti e capacità professionali adeguati alla realtà aziendale (rif. D.Lgs 81/08);
- l’eventuale necessità di ricorso a supporti consulenziali specialistici esterni per specifici fattori di rischio correlati a particolari processi produttivi”.
In particolare, in relazione alla valutazione orientativa di massima dell’impegno del SPP, questi elementi “possono costituire fattori incrementali della stima o in alcuni casi fattori facilitanti dell’operatività del SPP con riduzione dell’impegno”.
Rimandiamo, anche in questo caso, alla lettura integrale della prassi di riferimento che riporta varie tabelle relative a:
- dimensione aziendale
- livello orientativo di impegno minimo annuale (con riferimento a dimensione aziendale e livello di rischio)
- schema di calcolo della stima.
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI), “ Servizio prevenzione e protezione - Attività tipiche del servizio di prevenzione e protezione così come previsto dall’art. 33 del D.Lgs. 81/2008”, Prassi di riferimento UNI/PdR 87:2020, ratificata dal Presidente dell’UNI il 29 giugno 2020 con accordo di collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ed elaborata dal Tavolo “Servizio Prevenzione e Protezione” condotto da UNI e costituito dai seguenti esperti: Gaetano Fede, Annamaria Baieli, Michele Buonanno, Marco Nardini, Rocco Sassone, Giannunzio Sinardi, Mariarosaria Spagnuolo e Alessio Toneguzzo (formato PDF, 1.41 MB).
Scarica la normativa di riferimento:
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