In un contesto pandemico, i robot migliorano alcune funzionalità aziendali
Gli anglosassoni chiamano con l’acronimo AMR (autonomous mobile robot), i robot che ormai già da tempo vengono utilizzati in aziende che guardano lontano.
Senza arrivare fino ad Amazon, che ormai impiega migliaia di robot nelle proprie strutture, è sufficiente che un lettore visiti un negozio di elettrodomestici, per trovare un aspirapolvere robotizzato mobile, che opera con una efficienza ed efficacia, che forse non è possibile ottenere dal personale addetto alle pulizie.
Lo sviluppo di questi AMR è stato favorito dal fatto che oggi le tecniche di intelligenza artificiale e di localizzazione, incorporate nello strumento, permettono di attivare il servizio senza bisogno di allestire delle infrastrutture specifiche, nel contesto in cui o AMR opera.
Un recente studio di mercato ha messo in evidenza come le opportunità di uso di questi strumenti stanno crescendo, soprattutto nel contesto dei vincoli che vengono posti dall’attuale pandemia, che ad esempio, obbligano le aziende ad adottare tecniche di lavoro a domicilio, tali da limitare al massimo gli spostamenti del personale.
In questo contesto, lo studio mette in evidenza tre aree applicative, di estremo interesse:
- l’ambito delle pulizie,
- l’abito della sorveglianza di sicurezza,
- i rapporti con il pubblico.
Come accennato in precedenza, l’ambito delle pulizie era già noto perfino a livello domestico, ma oggi sono disponibili robot industriali, che sono in grado di operare con tecniche oltremodo avanzate. L’adozione di tecniche di intelligenza artificiale fa sì che, al termine della attività di pulizia e sanificazione, possano essere resi disponibili dei report, utilizzabili dal responsabile del servizio prevenzione e protezione, che potrà offrire prova provata delle attività svolte, in caso di ispezioni da parte delle autorità di controllo.
Per quanto riguarda la sorveglianza di sicurezza, il fatto di poter effettuare ispezioni anche in zone, dove l’accesso di persone è proibito, sia per ragioni riservatezza e protezione dei dati, sia per altre ragioni, offre una dimensione aggiuntiva ai servizi che possono essere resi da un istituto di vigilanza privata.
Ricordo ai lettori che in Inghilterra e negli Stati Uniti già da tempo i servizi di vigilanza privata offrono la possibilità di svolgere servizi di vigilanza ispettiva mediante robot. Questa attività è particolarmente sviluppata all’interno dei centri commerciali e delle catene GDO, dove per solito non si ritiene opportuno che la vigilanza ispettiva sia effettuata da guardie particolari giurate, per vari e talvolta comprensibili ragioni.
Anche in alcuni aeroporti, ad esempio in Olanda, già da tempo sono disponibili dei robot, che comprendono e parlano più lingue, che possono interagire con i passeggeri, non solo offrendo informazioni dettagliate sui voli, ma, in qualche caso, perfino accompagnando il passeggero in difficoltà fino alla sua porta d’imbarco. Ancora una volta, l’adozione di questi strumenti di interazione con i passeggeri rappresenta un vantaggio significativo, laddove, per evidenti motivi, risulta difficile, oppure inopportuno, svolgere questa attività con personale obbligato a operare dalla propria abitazione.
Senza fare nomi di grandi fabbricanti mondiali, ritengo opportuno che i lettori, che guardano lontano, comincino a studiare la possibilità che anche in Italia possano essere introdotti questi nuovi strumenti, che offrono la possibilità di sviluppare servizi tradizionali con tecniche innovative, a prova di COVID 19.
Adalberto Biasiotti
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