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Le prospettive del Testo Unico e degli RLS nel mondo del lavoro

Le prospettive del Testo Unico e degli RLS nel mondo del lavoro
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: RLS

16/11/2018

Una riflessione sul D.Lgs. 81/2008 a dieci anni dalla sua emanazione, e sui ritardi in materia normativa. Indicazioni su criticità, importanza e prospettive future dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

 

Firenze, 16 Nov – Il 2018, come ricordato nei tanti articoli pubblicati sul tema, è l’anno del decimo anniversario della promulgazione e/o dell’entrata in vigore (avvenuta il 15 maggio 2008) del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Ed in relazione a questo anniversario è interessante raccogliere, come stiamo facendo e come faremo anche in futuro, opinioni di operatori, associazioni, politici e parti sociali sullo stato di salute della nostra normativa in prospettiva anche di eventuali futuri interventi legislativi.


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Ne parliamo oggi partendo, tuttavia, da un tema specifico, il ruolo e le criticità dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, figure importanti per un’efficace gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro. E lo facciamo attraverso un intervento al seminario “Gli RLS/RLST a 10 anni dall’approvazione del Testo Unico: punti di forza e di debolezza di una figura centrale nel sistema della prevenzione” (Firenze, 22 giugno 2018) promosso dal Dipartimento della Prevenzione dell’ AUSL Toscana Centro.

 

Considerazioni e riflessioni sullo stato della normativa

Nell’intervento “Il ruolo degli RLS/RLST per la prevenzione e sicurezza nell'organizzazione del lavoro”, a cura di Laura Scalia (in rappresentanza di CGIL, CISL e UIL), oltre a parlare del ruolo degli RLS si riportano alcune considerazioni e riflessioni sul Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008).

 

Innanzitutto si sottolinea che a 10 anni dalla sua emanazione “sono ancora tanti i decreti attuativi mancanti per completarla, altri sono stati fatti in ritardo rispetto alle reali esigenze per una corretta applicazione”. E questi vuoti e ritardi “possono essere tradotti con un possibile disimpegno istituzionale nonostante i dati annuali sugli infortuni parlino da soli, con una assenza di politiche attive per un tema di fondamentale importanza quale la sicurezza”.

Insomma, come hanno ricordato più volte in questi anni le organizzazioni sindacali, si evidenzia “come non ci sia nessuna strategia nazionale sulla SSL”.

E, secondo la relatrice, l'assenza di una strategia è “la causa che ha fatto perdere la giusta occasione per l'emanazione dei decreti mancanti la quale emanazione sarebbe stato di valore strategico per l'applicazione della normativa stessa”.

 

Sono ricordati alcuni decreti mancanti o arrivati con grave ritardo, anche con riferimento al ruolo degli RLS:

  • “art 52 (in via di ‘definizione’) fondo a sostegno RLS e delle piccole e medie imprese, utile per l'importanza del ruolo strategico della pariteticità e della bilateralità quale fondamentale strumento previsto dal TU a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori delle piccole e medie imprese;
  • il SINP (in ritardo) con un ritardo di quasi 10 anni nonostante era stato pensato con un ruolo importante e quindi doveva partire prima possibile, per orientare programmare, pianificare e valutare l'efficace delle attività di prevenzione degli infortuni e delle MP indirizzando le attività di vigilanza;
  • art 47 (mancante) la determinazione della giornata nazionale per la SSL e le modalità di attuazione della elezione degli RLS/RLST o RLS di comparto”.

 

Partendo da queste considerazioni si indica che “una legge prima di definirla non tutelante o troppo burocratica e quindi necessitaria di modifiche” bisognerebbe “completarla ed applicarla fino a renderla effettivamente esigibile”. Tuttavia, continua la riflessione, sarebbe miope “non ammettere che probabilmente il Testo Unico necessita di un ‘aggiornamento’ rispetto al mondo del lavoro e al modello produttivo di oggi sempre più precario uno e l'altro sempre più parcellizzato”.

 

Gli RLS e l’organizzazione del lavoro

La relatrice segnala che la “mancanza di visione di insieme si ripercuote sul ruolo degli RLS/RLST e nell'ambito della organizzazione del lavoro”.

 

Per comprendere quanto oggi gli RLS vengono coinvolti nell'organizzazione del lavoro l’intervento pone alcune domande rispetto a quanto in parte prevede l'art.50 del Testo Unico:

  • “l'RLS oggi ha effettivo accesso a tutti i luoghi di lavoro della stessa azienda?
  • l'RLS è effettivamente consultato preventivamente e tempestivamente nella valutazione dei rischi e nella costruzione del DVR?
  • l'RLS programma e realizza la prevenzione nella azienda o nella unità produttiva?
  • l'RLS è consultato in merito alla formazione come previsto dall'art 37?
  • l'RLS riceve le informazioni e la documentazione aziendale inerente alla valutazione dei rischi e le misure di prevenzione relative?” 

 

Un'altra figura che potrebbe poi contribuire al rafforzamento e coinvolgimento degli RLS/RLST “sono i medici competenti, che ‘collaborano’ alla valutazione dei rischi”.

La sorveglianza sanitaria “non è un controllo generico ma identifica un percorso sanitario di garanzia a tutela per i lavoratori a partire dalla idoneità alla mansione”.

 

Come migliorare la situazione di RLS e RLST

È importante “promuovere un ruolo attivo e informato degli RLS sia nella contrattazione che nella valutazione dei rischi che produce il DVR”. E il rafforzamento di queste figure deve essere fatto attraverso azioni quali il loro maggiore “coinvolgimento”, la “consultazione tempestiva e preventiva in caso di modifiche organizzative o di mansioni o per altri motivi”, una “formazione ed informazione aggiuntiva”. Senza dimenticare che attraverso “SGSL e/o eventuali linee guida aziendali e/o territoriali si creano le giuste condizioni per un ambiente di lavoro sano e sicuro”.

 

Anche per gli RLST è necessario rafforzare il ruolo, “a maggior ragione oggi che il tessuto produttivo del nostro paese, del nostro territorio è costituito sostanzialmente da piccole e piccolissime imprese con un numero di lavoratori che va da 2 a 5 (mediamente)”. L’RLST “non può essere una ‘figura notarile’, non può essere concepita come una figura da adempimento burocratico previsto dal TU, non è al servizio degli organismi paritetici come fosse uno strumento asettico. L'RLST è una figura importante per tutte quelle lavoratrici e lavoratori che lavorano nelle piccole e piccolissime aziende e che sono esposti a rischi esattamente come i lavoratori delle aziende medio-grandi”.

 

L’intervento si sofferma anche sulla necessità di coordinamento tra enti e parti sociali e riporta altri suggerimenti:

  • va potenziata e rilanciata “l'attività dei comitati ex art 7 regionali e provinciali con un approccio trilaterale (OO.SS, ass datoriali, eccc);
  • va rafforzato il sistema di relazione a livello locale con linee programmatiche comuni: con i competenti servizi delle ASL e con l'Ispettorato nazionale del Lavoro, che svolgono un ruolo centrale nella prevenzione”.

È necessario e prioritario inoltre:

  • “costruire un sistema di governance sulla prevenzione locale;
  • instaurare un sistema di responsabilità sociale delle imprese attraverso politiche aziendali che oltre la legge promuovono aspetti di rilevanza sociale come la tutela dell'ambiente e il rispetto del lavoro”.

 

E, infine si segnala che proprio rafforzando il ruolo degli RLS/RLST “si ha un forte contributo ed un investimento fruttuoso nell'ambito della prevenzione di cui non solo ne beneficiano le condizioni di lavoro delle lavoratrici/tori ma anche la competitività delle imprese”.

 

 

RTM

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Il ruolo degli RLS/RLST per la prevenzione e sicurezza nell'organizzazione del lavoro”, a cura di Laura Scalia (in rappresentanza di CGIL, CISL e UIL), intervento al seminario “Gli RLS/RLST a 10 anni dall’approvazione del Testo Unico: punti di forza e di debolezza di una figura centrale nel sistema della prevenzione” (formato PDF, 102 kB).



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