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L’Italia investe poco nel miglioramento della sicurezza stradale

Non è possibile stabilire se sia una circostanza casuale o sia stato effettivamente l’impegno degli italiani a determinare il calo del 30% dei morti sulle strade il 7 aprile(12 rispetto ai 18 del giorno medio).
In tale giornata si celebrava la giornata mondiale della salute, dedicata quest’anno alla sicurezza stradale. L’obiettivo di zero morti e feriti non è stato raggiunto, tuttavia il risultato è stato ritenuto positivo.
L'Osservatorio speciale ACI, che ha promosso l’iniziativa, ha infatti rilevato che se gli italiani si comportassero ogni giorno come in occasione della Giornata Mondiale della Salute, sulle nostre strade si registrerebbero nell'anno -11% di incidenti e -22% di morti

Al miglioramento della sicurezza stradale dovrebbero essere stanziate più risorse. La Consulta nazionale della sicurezza stradale, organismo operante con la responsabilità congiunta del Cnel Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) e del ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha infatti rilevato che l'Italia dedica al miglioramento della sicurezza stradale circa 5 euro pro-capite, contro i 30-40 investiti in Paesi come Francia, Regno Unito, Svezia e Finlandia.

Anche dal punto di vista strettamente economico, l’investimento di risorse nel miglioramento della sicurezza stradale risulterebbe vantaggioso.
Il costo degli incidenti stradali per lo Stato, le imprese e le famiglie, nel 2002, è stato complessivamente di 34 miliardi di euro, pari a 600 pro-capite.
Un onere che dovrebbe ridursi di 250 euro pro-capite in media ogni anno grazie al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale della sicurezza stradale, aumentando l'investimento da 5 a 40 euro a testa in dieci anni.

Quattro i programmi attivati finora nell'ambito del Piano nazionale per la sicurezza stradale: i progetti pilota, il primo programma di attuazione, il piano Anas, il secondo programma di attuazione suddiviso in bando nazionale e ripartizione regionale. Il Cnel ha sottolineato che gli investimenti complessivi superano 1 miliardo di euro, ma che, “allo stato attuale, non esistono risorse finanziarie per il terzo programma di attuazione. Per il 2004, il Piano nazionale evidenzia un fabbisogno di 980 milioni di euro (65% a carico dello Stato e 35% a carico di regioni ed enti locali), oltre alla necessità di destinare alla sicurezza stradale spese in infrastrutture e trasporti per altri 580 milioni di euro.”
"Se il Piano nazionale rallentasse o si bloccasse - avverte Mario Sai, coordinatore della Consulta nazionale della sicurezza stradale - si renderebbe impossibile realizzare gli obiettivi europei del dimezzamento di morti e feriti.”
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