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Rischio rumore: emergenza europea

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio rumore

08/04/2005

Il tema sarà al centro della Settimana europea per la salute sul lavoro. Elevati livelli di rumore mettono a rischio non solo l’udito: stress, danni al feto, più rischio infortuni.

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“Abbasso il rumore”; questo lo slogan scelto per il 2005 per l’annuale Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro, che si svolgerà in tutti i Paesi dell’Unione.
L’Agenzia europea, con questa campagna informativa paneuropea, intende richiamare l’attenzione sul rischio rumore, che è spesso trascurato, ma che può costare molto più dell’udito.

Ambienti di lavoro nei quali i decibel superano i valori limite, esponendo prolungatamente i lavoratori a livelli elevati di rumore, possono provocare disturbi dell’udito e ulteriori effetti negativi sulla salute in generale.
Il rumore può infatti essere la causa scatenante o un fattore supplementare di: danni alle orecchie provocati dall’esposizione a sostanze pericolose; stress correlato al lavoro; un maggiore rischio di infortuni sul lavoro e, aspetto forse poco noto, danni al feto durante la gravidanza delle lavoratrici.

Il rumore correlato al lavoro costituisce una preoccupazione crescente in Europa; esso interessa infatti direttamente milioni di lavoratori, non soltanto nell’industria pesante, ma anche in settori in crescita quali i servizi, l’istruzione e l’intrattenimento. Un terzo dei lavoratori europei è esposto a livelli elevati di rumore per più di un quarto della giornata lavorativa e quasi 40 milioni di lavoratori (l’equivalente dell’intera popolazione della Spagna), per essere uditi, sono costretti ad alzare la voce al di sopra del normale livello di conversazione per almeno la metà dell’orario di lavoro!

La perdita dell’udito in seguito all’esposizione al rumore è riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità come “la malattia industriale irreversibile più diffusa”.

La campagna informativa “Abbasso il rumore”, si svolgerà tra il 24 e il 28 ottobre 2005, tre mesi prima dell’entrata in vigore in tutti gli Stati membri della direttiva UE del 2003 che, al fine di tutelare i lavoratori, fissa un valore limite di esposizione giornaliera pari a 87dB(A) e dispone che i rischi derivanti dall’esposizione al rumore siano “eliminati alla fonte o ridotti al minimo”.

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