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Emergenza caldo e lavoro: le ordinanze in Liguria, Lazio e Sardegna

Roma, 9 Lug – L’emergenza relativa alle alte temperature estive, che come ricordato in molti nostri articoli, possono avere pericolose conseguenze sui rischi negli ambienti di lavoro e sulla salute e sicurezza dei lavoratori, ha portato molte Regioni italiane a emettere specifiche ordinanze per i rischi connessi all’esposizione prolungata al sole. Anche perché, con riferimento a quanto indicato all’articolo 32 della Costituzione (tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività) e specialmente all’art. 32 della Legge 23 dicembre 1978, n. 833 (legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale) se “il Ministro della sanità può emettere ordinanze di carattere contingibile e urgente, in materia di igiene e sanità pubblica e di polizia veterinaria”, “nelle medesime materie sono emesse dal Presidente della Giunta regionale e dal sindaco ordinanze di carattere contingibile e urgente, con efficacia estesa rispettivamente alla regione o a parte del suo territorio comprendente più comuni e al territorio comunale”.
Come abbiamo ricordato in precedenti articoli, ordinanze di questo tipo sono state prodotte in Emilia-Romagna e in Lombardia:
- Regione Emilia-Romagna, Ordinanza n. 150 del 30 giugno 2025;
- Regione Lombardia, Ordinanza n. 348 del 01 luglio 2025.
Ma sono quasi tutte le Regioni italiane che, pur con poche differenze, hanno prodotto una ordinanza “contingibile e urgente in materia di igiene e sanità pubblica”. Ordinanze che fanno riferimento anche al documento “ Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare”, approvato il 19 giugno 2025 in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Ci soffermiamo brevemente sulle seguenti ordinanze:
- Norme su emergenza caldo e lavoro: Ordinanza della Regione Liguria
- Norme su emergenza caldo e lavoro: Ordinanza della Regione Lazio
- Norme su emergenza caldo e lavoro: Ordinanza della Regione Sardegna
Norme su emergenza caldo e lavoro: Ordinanza della Regione Liguria
Partiamo dalla Regione Liguria e dalla Ordinanza 26 giugno 2025, n. 1 sul rischio climatico dovuto al caldo.
Nell’Ordinanza si spiega che la Regione Liguria “è stata interessata negli anni scorsi, ed in particolare nel 2024, da diverse ondate di calore caratterizzate da elevate temperature dell'aria e da un alto tasso di umidità”. E che tali elevate temperature “rendono rischioso lo svolgimento delle attività lavorative nei settori nei quali il lavoro è svolto prevalentemente in ambiente esterno”. Infatti la prolungata esposizione al sole “rappresenta un pericolo per la salute dei lavoratori esposti per lunghi periodi di tempo alle radiazioni solari, causando stress termico e colpi di calore con esiti talvolta anche letali”.
In particolare “il lavoro nel settore agricolo e florovivaistico, nonché nei cantieri edili ed affini è svolto essenzialmente all'aperto senza possibilità per i lavoratori di ripararsi dal sole e dalla calura nei momenti della giornata caratterizzati da un notevole innalzamento della temperatura”.
Dopo aver ricordato il progetto Worklimate, con le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo, al fine di contenere il rischio di esposizione dei lavoratori, e le nuove linee di indirizzo approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome si parla della necessità di un provvedimento “finalizzato a ridurre l'impatto dello stress termico ambientale sulla salute dei lavoratori impegnati in tali attività ed evitare le conseguenze derivanti sulla salute e, quindi, i rischi cui è esposto il relativo personale”.
Nei cantieri edili e affini, in agricoltura e nel florovivaismo, l’Ordinanza dispone, “fino al 31 agosto 2025, salvo successivi provvedimenti, il divieto lavorativo su tutto il territorio ligure tra le ore 12:30 e le ore 16:00, nei giorni in cui la mappa del rischio pubblicata sul sito internet www.worklimate.it/scelta- mappa/sole-attivita- fisica-alta/ riferita a "lavoratori esposti al sole" con "attività fisica intensa" ore 12.00, segnali un livello di rischio "ALTO", fatti salvi l'obbligo, da parte dei datori di lavoro, dell'adozione di ogni misura organizzativa idonea e necessaria a salvaguardare i livelli minimi delle prestazioni dei servizi pubblici essenziali, l'efficacia ed operatività dei protocolli, definiti dalle parti sociali, e le sopra citate Linee di indirizzo per la gestione dell'esposizione prolungata dei lavoratori al calore”.
Si indica poi che le prescrizioni “non trovano applicazione per le Pubbliche Amministrazioni, per i concessionari di pubblico servizio e per i loro appaltatori quando trattasi di interventi di pubblica utilità, pronto intervento, protezione civile e di salvaguardia della pubblica incolumità, fatta salva, in ogni caso, l'adozione di idonee misure organizzative finalizzate a salvaguardare le prestazioni dei servizi pubblici essenziali e di idonee misure operative che riconducano il rischio di esposizione dei lavoratori alle alte temperature ad un livello accettabile secondo la valutazione del rischio condotta dal datore di lavoro come previsto dal decreto legislativo n° 81/2008”, in conformità alle citate linee di indirizzo approvate il 19 giugno 2025. Di queste linee di indirizzo è poi raccomandato il rispetto “in tutte le lavorazioni all'aperto e nelle lavorazioni che avvengono in ambienti chiusi non climatizzati, ove le condizioni termiche siano influenzate dalle condizioni meteoclimatiche esterne”.
Norme su emergenza caldo e lavoro: Ordinanza della Regione Lazio
Andiamo un po’ più a sud della Liguria e facciamo riferimento alla ordinanza della Regione Lazio.
Si tratta dell’Ordinanza del Presidente della Regione Lazio del 30 maggio 2025, n. Z00001 “Ordinanza contingibile e urgente in materia di igiene e sanità pubblica. Misure di prevenzione per l'attività lavorativa nel settore agricolo e florovivaistico, nonché nei cantieri edili e affini, nelle cave e nelle relative pertinenze esterne, all'aperto in condizioni di esposizione prolungata al sole”.
Si indica che “l'innalzamento delle temperature tipico della stagione estiva renderà rischioso lo svolgimento dell'attività lavorativa, soprattutto nei settori per i quali il lavoro viene svolto prevalentemente in ambiente esterno”. E si ricorda che “l'elevata temperatura dell’aria, l'umidità e la prolungata esposizione al sole, rappresentano un pericolo per la salute dei lavoratori esposti per lunghi periodi di tempo alle radiazioni solari, a rischio, quindi, di stress termico e colpi di calore con esiti anche letali”.
Si segnala anche – in questo caso si parla anche delle cave - che “il lavoro nel settore agricolo e florovivaistico, nei cantieri edili ed affini, nonché nelle cave e nelle relative pertinenze esterne è svolto essenzialmente all’aperto senza possibilità per i lavoratori di ripararsi dal sole e dalla calura nei momenti della giornata caratterizzati da un notevole innalzamento della temperatura”.
L’Ordinanza vieta “il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00, con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2025, sull'intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo e florovivaistico, nonché nei cantieri edili e affini, nelle cave e nelle relative pertinenze esterne, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12:00, segnali un livello di rischio ‘ALTO’”.
E, anche in questo caso, la disposizione “non si applica alle Pubbliche Amministrazioni, ai concessionari di pubblici servizi, ai loro appaltatori quando eseguano interventi di pubblica utilità, di protezione civile, di salvaguardia della pubblica incolumità, ferma restando in ogni caso l’adozione di idonee misure organizzative ed operative che riducano ad un livello accettabile il rischio di esposizione alle alte temperature dei lavoratori impiegati in detti interventi, secondo la valutazione del rischio condotta dal datore di lavoro come previsto dal d. lgs. n. 81/2008”.
Norme su emergenza caldo e lavoro: Ordinanza della Regione Sardegna
Ci soffermiamo, infine, su una delle nostre isole e facciamo riferimento, per la Regione Autonoma della Sardegna, all’Ordinanza Presidenziale 26 giugno 2025, n. 1, “Ordinanza contingibile e urgente in materia di sanità e igiene pubblica, ai sensi dell’art. 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, nel territorio della Regione Sardegna. Misure di prevenzione per l’attività lavorativa nei settori agricolo, florovivaistico e dell’edilizia in condizioni di esposizione prolungata al sole. Esenzione per attività di pubblica utilità, protezione civile o salvaguardia della pubblica incolumità poste in essere da Pubbliche Amministrazioni, concessionari di pubblico servizio e loro appaltatori”.
In questo caso l’ordinanza fa riferimento anche al Piano regionale di Protezione civile per il rischio idraulico, idrogeologico e da fenomeni meteorologici avversi e ricorda che la stagione estiva in corso “si sta rivelando caratterizzata da condizioni di alta pressione e presenza di anticicloni con stabilità prolungata nel tempo, tali da produrre in molte giornate condizioni di temperature molto elevate e persistenti su gran parte del territorio regionale”.
Si sottolinea l’esigenza di introdurre “misure concrete e tempestive a tutela dei lavoratori impiegati in attività outdoor, con particolare attenzione ai settori agricolo, florovivaistico e dell’ edilizia”, anche con riferimento al progetto Worklimate e al “sistema di allerta da caldo specifico per il settore occupazionale, corredato da mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo, al fine di contenere il rischio di esposizione dei lavoratori”.
In definitiva il provvedimento “ordina” che (articolo 1) “con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2025, è vietato il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12:30 alle ore 16:00, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo, florovivaistico e dell’edilizia, limitatamente ai soli giorni in cui la “mappa del rischio” riferita alle ore 12.00, pubblicata alla pagina web https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/, segnali un livello di rischio ‘ALTO’”.
Tuttavia (articolo 2), come indicato nel titolo dell’ordinanza, le prescrizioni “non trovano applicazione per le Pubbliche Amministrazioni, per i concessionari di pubblico servizio e per i loro appaltatori, quando trattasi di interventi di pubblica utilità, di protezione civile o di salvaguardia della pubblica incolumità, compresa l’Agenzia Forestas, anche con riferimento alle attività di presidio, controllo e vigilanza del territorio, fatta salva in ogni caso l’adozione da parte del datore di lavoro, di idonee misure organizzative ed operative che riconducano il rischio di esposizione dei lavoratori alle alte temperature ad un livello accettabile secondo la valutazione del rischio, come previsto dal decreto legislativo n. 81/2008”.
Infine (articolo 3) si indica che “la mancata osservanza degli obblighi derivanti dalla presente ordinanza determina, se il fatto non costituisce più grave reato, le conseguenze sanzionatorie previste dall’art. 650 codice penale”.
Rimandiamo alla lettura integrale delle tre ordinanze regionali e delle indicazioni contenute nelle “Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare”.
RTM
Scarica i documenti e la normativa da cui è tratto l'articolo:
Regione Liguria, Ordinanza 26 giugno 2025, n. 1, ordinanza sul rischio climatico dovuto al caldo.
Link agli articoli di PuntoSicuro dedicati al rischio microclimatico

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